La nuova promozione dedicata all'abbonamento annuale a PlayStation Plus rende certamente appetibile il servizio offerto da Sony, anche alla luce dell'imminente aumento di prezzo. La volontà dell'azienda giapponese è quella di introdurre nelle line-up mensili un maggior numero di titoli di una certa rilevanza, ma già durante la prima metà del 2017 abbiamo potuto mettere le mani su giochi belli, importanti, dall'indubbio valore produttivo. Quali sono stati i migliori per i possessori di PlayStation 4? Scopriamolo insieme.
Migliore avventura: Life is Strange
C'è un motivo se Life is Strange viene osannato dagli appassionati di avventure e, soprattutto, di belle storie: Dontnod Entertainment ha saputo confezionare un racconto solido, coerente ed emozionante, diretto in modo magistrale, che unisce tematiche adolescenziali a elementi sovrannaturali per un mix davvero coinvolgente. La storia ruota attorno a Chloe e Max, due ragazze apparentemente molto diverse che si ritrovano però unite dopo un evento insolito, quando Max scopre di avere il potere di riavvolgere il tempo. Ci ritroveremo immersi nelle atmosfere di Arcadia Bay, che sono quelle tipiche di una piccola cittadina dell'Oregon, con le sue figure di spicco e una serie di inconfessabili segreti: durante le cinque parti che compongono l'avventura riusciremo a scoprirne diversi, cercando di far luce sulla misteriosa scomparsa di una terza ragazza, Rachel. Life is Strange si presenta insomma come un'esperienza complessa, avvincente, con scene molto forti e un finale difficile da dimenticare.
Migliore platform: Tearaway: Avventure di Carta
Entrato a far parte della line-up di PlayStation Plus a marzo, Tearaway: Avventure di Carta rientra in quella lista di remaster difficili da definire tali, in quanto non si limitano a effettuare un boost grafico rispetto alla versione originale, ma aggiungono anche ulteriori, importanti elementi al pacchetto. Nel caso dell'avventura a base platform sviluppata originariamente da Media Molecule, portata su PlayStation 4 da Tarsier Studios, è stato fatto un lavoro a tutto tondo, con livelli più ampi, una maggiore distanza visiva e un sistema di controllo ottimizzato per l'occasione, che non potendo più contare sul touch screen utilizza soluzioni di tipo tradizionale ma non meno brillanti. Il protagonista di Tearaway è un personaggio di carta che si muove all'interno di un mondo fatto del medesimo materiale, e che dunque vanta un grande fascino a livello visivo, ma non solo. Il suo compito è quello di consegnarci un importante messaggio, ma per farlo dovrà attraversare percorsi irti di insidie, nell'ottica di una campagna in single player che ci terrà occupati per un minimo di sei ore ma che potrà essere rigiocata alla ricerca di tutti i segreti e gli oggetti nascosti.
Migliore sparatutto: Alienation
Se vi piacciono i twin stick shooter, Alienation è un titolo assolutamente imperdibile, un gioiello che rappresenta la sintesi dell'esperienza fatta da Housemarque con le varie edizioni di Dead Nation, di cui si pone come un sequel spirituale. Stavolta non dovremo però affrontare orde di non-morti, bensì pericolosi alieni che hanno invaso il pianeta e stabilito zone di controllo che avremo il compito di attaccare, da soli o insieme a un massimo di tre amici in modalità cooperativa. Dopo aver selezionato il nostro personaggio fra l'inarrestabile Tank, il bilanciato Bio-Specialist e il silenzioso ma letale Saboteur, dovremo esplorare ampi scenari alla ricerca di determinati obiettivi da raggiungere, facendoci largo fra ondate di extraterrestri tutt'altro che benevoli, divisi in classi e tipologie dotate di abilità peculiari e maggiore o minore resistenza ai nostri proiettili. Durante le missioni potremo raccogliere tantissime nuove armi e modificare così l'equipaggiamento, cercando una configurazione che ben si adatti al nostro stile e ci permetta di attaccare con disinvoltura gli avversari, ma anche eventualmente di ripiegare qualora la situazione dovesse diventare troppo pericolosa. Uno sparatutto di grandissimo valore, insomma, che i fan del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
Miglior titolo multiplayer: Killing Floor 2
Restiamo nell'ambito degli sparatutto, ma in prima persona, con Killing Floor 2, che grazie al suo approccio in stile Left 4 Dead offre un multiplayer cooperativo immediato, divertente e di grande spessore. La storia è più o meno la solita: un misterioso virus si è diffuso nel mondo e ha trasformato la quasi totalità della popolazione in zombie o mostri raccapriccianti, lasciando ai pochi superstiti un'unica opzione: armarsi fino ai denti e resistere. Dotato di classi differenti e di svariati equipaggiamenti possibili, che prevedono armi leggere o pesanti (dalle pistole alle mitragliatrici leggere, dai fucili a pompa ai lanciarazzi) e si adattano dunque a qualsiasi approccio, il titolo sviluppato da Tripwire Interactive propone missioni basate su fasi esplorative e sulle immancabili ondate, a cui bisogna resistere fino a raggiungere una zona sicura e lì rifornirsi in vista degli scontri successivi. A coronare ogni scenario c'è un impegnativo scontro in cui bisogna affrontare boss tanto grossi quanto pericolosi, dotati di armi devastanti, che sarà possibile eliminare solo unendo le forze e concentrando il fuoco.
Migliore survival: This War of Mine: The Little Ones
Sbarcato a gennaio su PlayStation Plus, This War of Mine: The Little Ones si pone senza dubbio come uno dei survival più interessanti degli ultimi anni. La domanda che gli sviluppatori del gioco si sono posti è infatti semplice: cosa accade quando delle persone normali si ritrovano barricate in casa, mentre la loro città è assediata da truppe militari? Ogni partita comincia con protagonisti diversi, generati in modo casuale, all'interno di una casa abbandonata in cui trovano rifugio, dividendo la giornata in due parti: di giorno bisogna costruire oggetti, mangiare (se possibile!) e riposare, mentre di notte qualcuno deve correre il rischio di uscire alla ricerca di risorse: cibo, oggetti, medicine e tutto ciò che risulta fondamentale in una situazione del genere. Basta infatti una ferita non curata perché un membro del gruppo si ritrovi nei guai, o la trasmissione di un raffreddore per fiaccare le difese degli altri sopravvissuti. A questa impostazione già di per sé cruda e pessimistica si aggiungono anche i bambini, che potrebbero bussare alla nostra porta dopo aver perso i genitori e che dovremo cercare di difendere e tenere in vita il più a lungo possibile, mantenendo viva la speranza che un giorno la guerra finisca.