Che fine ha fatto... è una rubrica a cadenza regolare che cerca di riportare alla luce quei franchise che per un motivo o per un altro sono caduti un po' nel dimenticatoio, raccontandone la storia, con la speranza di rivederli prima o poi sui nostri schermi.
Quanti giochi ci hanno fatto sognare nel corso della nostra vita di videogiocatori? Quanti di loro ci hanno tenuto compagnia nei piovosi pomeriggi invernali o nelle calde giornate estive, regalandoci ore e ore di divertimento, magari in compagnia degli amici più cari.
E quanti di questi videogiochi poi si sono persi per strada, nel passaggio fra una generazione di console e l'altra, fra problemi di natura finanziaria o divergenze produttive e artistiche all'interno del team di sviluppo.
Per strane scelte di mercato, oppure per le scarse vendite generate dal titolo guida, magari non "capito" a livello di qualità e potenzialità dal grande pubblico in generale, che ne hanno pregiudicato possibili seguiti.
Eppure, nonostante ciò, molti di questi prodotti hanno saputo lasciare il segno in quella nicchia di appassionati che li hanno saputi apprezzare, amare e, non avendoli mai dimenticati, ne bramano un nuovo episodio, un giorno, da rigiocare.
Shenmue, The legends of dragoon, Shadow Hearts, Suikoden, Onimusha, Dino Crisis, giusto per citarne alcuni fra i migliori, sono solo una parte della pletora di giochi che non hanno trovato sbocco in appositi sequel su console successive a quelle in cui essi sono nati e hanno trovato ospitalità.
Agli albori o quasi della prima PlayStation, fra i titoli più in voga del tempo c'era Nightmare Creatures, un'avventura horror con elementi di azione e picchiaduro sviluppata da Kalisto e distribuita da Activision e Sony nel 1997. Il gioco era ambientato in una Londra vittoriana minacciata da terribili creature demoniache che infestavano ogni angolo della nebbiosa capitale, dai docks a Westminster, da Chelsea a Bloomsbury.
Zombi e creature a Londra
Zombi, serial killer, gargoyle, uomini gorilla, erano solo alcune delle mostruosità generate dalla follia dello scienziato pazzo Adam Crowley, che nel tentativo di creare una super razza per dominare il mondo aveva finito per trasformare l'intera popolazione della città britannica in abomini. Nei panni di Ignatius Blackward, il "servo di Dio" esperto di Cabala e rituali occulti che viaggiava per il mondo per combattere il Male, o di Nadia Franciscus, la figlia del Dr. Jean Franciscus, storico ed esperto di società segrete fatto assassinare da Adam Crowley, il giocatore doveva esplorare vaste aree dove affrontare a suon di colpi e combo decine di nemici fino al classico boss di fine livello.
Il tutto raccogliendo qualche indizio e compiendo delle azioni atte a portare avanti la trama. Il buon successo di pubblico e critica immediatamente riscontrato dal prodotto generò l'inevitabile sequel che vide la luce nel 2000 col titolo ovviamente di Nightmare Creatures II.
Questa volta ad affrontare il folle Adam Crowley era un suo "pari", per così dire: Herbert Wallace, cavia fin dall'infanzia proprio dello scienziato sopraccitato, da cui aveva subito ogni tipo di tortura ed esperimento nel corso degli anni.
Fuggito da un ospedale psichiatrico, l'uomo, armato di ascia e con una personalità disturbata al punto da sentire voci, avere incubi catastrofici e quant'altro, si lanciava alla ricerca di Crowley per vendicarsi. Questa volta nella città di Parigi, anno 1934, anche essa invasa da orde di morti viventi e creature orrende.
L'ottima accoglienza riservata anche a questa produzione, in particolare dai possessori della grigia console Sony (il gioco era uscito anche su Dreamcast), convinse quindi gli sviluppatori già nello stesso anno a iniziare a lavorare su di un terzo ulteriore capitolo della serie, questa volta però per le nuove console che all'epoca si stagliavano all'orizzonte, cioè PlayStation 2 (commercializzata il 4 marzo del 2000 in Giappone), Gamecube e Xbox (già annunciate). Più il PC.
Angelo oscuro
Il titolo del progetto era Nightmare Creatures III: Angel of Darkness e avrebbe dovuto avere come protagonista una ragazza di nome Sandra. La storia sarebbe stata ambientata nella magica e splendida Praga del diciannovesimo secolo, pare da Vyšehrad giù verso Josefov (il Quartiere Ebraico) passando per Staré Město e Malá Strana di nuovo su verso il castello. Oltre ai soliti mostri ideati da Crowley, la giovane sembra avrebbe incontrato anche figure appartenenti alla mitologia e alla tradizione della cittadina ceca, dal famosissimo Golem del rabbino Judah Loew ben Bezalel al cavaliere templare senza testa nella città vecchia. Mentre, per quanto concerne il gameplay, pur mantenendo i canoni base dei precedenti lavori, cioè elementi esplorativi alternati a combattimenti all'arma bianca, Kalisto aveva cercato di innovarlo inserendo alcuni nuovi elementi, come per esempio l'utilizzo di un corvo che avrebbe accompagnato il personaggio principale durante tutta l'avventura e l'avrebbe aiutata per raggiungere oggetti altrimenti inaccessibili.
Oltre che a risolvere particolari enigmi e puzzle, un po' come avveniva in Haunting Ground di Capcom fra la protagonista e il suo cane. Inoltre era stata concepita la possibilità per Sandra di trasformarsi in una sorta di angelo delle tenebre dai poteri sovrannaturali, cosa che avrebbe di fatto apportato a sua volta cambiamenti in determinati scenari, in particolare nel modo di affrontare i combattimenti. In pratica pare che nel lavoro finito ci sarebbe stata, progredendo di area in area, l'alternanza fra il giorno e la notte e che tali cambiamenti avrebbero influito sulla personalità e sul fisico della ragazza, che di giorno avrebbe avuto forma umana, mentre la notte si sarebbe trasformata in una creatura. Purtroppo a causa del fallimento di Kalisto nel 2002 la produzione del gioco venne bloccata nonostante fosse già circolata una demo e il gioco fosse, sembra, a buon punto nella sua fase di produzione. Ubisoft, che all'inizio doveva occuparsi della pubblicazione del gioco e che poi ne comprò i diritti sostiene che ufficialmente Nightmare Creatures III non è stato cancellato, ma non se ne sa più nulla dal 2004... Un vero peccato, perché le atmosfere, le ambientazioni di questo terzo episodio della serie avevano un certo non so che di affascinante, e certamente, pur con una struttura di gioco non originalissima, non avrebbe sfigurato e non sfigurerebbe ancora oggi fra le produzioni videoludiche attuali. Chissà che un giorno, magari non molto lontano, qualcuno dal quartier generale della compagnia francese di Montreuil, non si ricordi di questo brand e non decida di rispolverarlo, aggiornandolo in parte per contenuti e grafica per adattarlo ai gusti dei giorni nostri e alle potenzialità delle nuove console. Come Onimusha di Capcom, ma questa è un'altra storia di cui parleremo in un'altra occasione. Alla prossima!
La serie*
* Le date si riferiscono all'anno di rilascio ufficiale del gioco sul mercato di origine.