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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   15/03/2003

Diario del Capitano

Alla Game Developers Conference, una sorta di fiera dello sviluppatore che si tiene ogni anno a San Jose in California, durante uno dei numerosi seminari, i presenti hanno assistito ad una breve e concisa presentazione del supporto videogiochi previsto da Microsoft in Longhorn, nome in codice dell'erede di Windows XP.
E' interessante riprendere questo argomento nel diario di oggi perchè ho intravisto dei cambiamenti piuttosto radicali con il sistema che conosciamo oggi di "trattare" i giochi all'interno del nostro sistema operativo. Prima di parlare di quello che sarà, stilizziamo la situazione attuale.
1. Ogni gioco in uscita contiene un riferimento ai "Requisiti minimi di sistema consigliati". In base a questi requisiti si può stabilire, con molta approssimazione, la giocabilità sul nostro sistema. Il problema è che non tutti si intendono di "requisiti minimi di sistema" (64 mb? 128? GeForce? Radeon?) e spesso gli stessi sono fin troppo ottimistici. Risultato: le persone comuni che comprano videogiochi troppo frequentemente li utilizzano per impreziosire una libreria troppo vuota in quanto il loro personal computer è inadeguato per i requisiti richiesti.
2. Nove giochi per Pc su dieci necessitano una patch per sistemare ogni sorta di problemi, dalla mancata compatibilità con la tal scheda madre al miglioramento dell'intelligenza artificiale. Sta di fatto che l'utente medio deve trovare un sito come il nostro, ad esempio, e cercare la patch per il suo gioco preferito, acquistato magari il giorno prima. Risultato: le persone comuni hanno un videogioco installato tutt'altro che soddisfacente, se non addirittura non funzionante.
3. Le DirectX, la famosa interfaccia di Windows tra le applicazioni (come i videogiochi) e le varie risorse hardware, non possono supplire al mancato aggiornamento di driver & co. E loro stesse devono essere aggiornate periodicamente. Consideriamo che dal 1996 a oggi ne sono uscite otto versioni e siamo in attesa della nona. Risultato: le persone comuni ottengono messaggi del tipo "quest'applicazione richiede le directX versione x.xx" oppure "l'applicazione ha provocato un errore irreversibile all'indirizzo xxx:yyyy:zzzz". In particolare quest'ultimo errore è uno dei più sconcertanti perchè anche il più arguto dei medium users rimane mortificato da un errore irreversibile. E' irreversibile, definitivo, per sempre. Fino all'epoca Windows ero convinto che solo la morte fosse un evento irreversibile.
Su questa serie di premesse si è innestato il ragionamento portato avanti dall'inviato di Microsoft alla GDC. Il gruppo di sviluppo delle DirectX, distratto per circa due anni dall'impegno su Xbox, ha ripreso in mano la cosa-PC preparando l'avvento delle DirectX 9 e del successivo supporto in Longhorn.
Quello che più ha attirato la mia attenzione è la proposta fatta da Microsoft di catalogare i sistemi hardware in fasce di prestazione, dalla Fascia 1 (sistemi datati poco performanti, o low-end) alla Fascia 3 o 4 (sistemi recenti più performanti, o hi-end). Rispetto all'attuale concetto di "Requisiti minimi di sistema consigliati" forse il concetto di "Fascia" è molto più approssimativo, ma vince senza dubbio sull'immediatezza. Inoltre agganciando il metro di valutazione all'anzianità del computer oltrechè alla potenza dei componenti, diventa più facile per un utente medio capire se il videogioco in questione potrebbe funzionare o meno sul suo sistema.
In più, sulla scia del servizio Windows Update, potrebbe nascere una specie di "centro patches e drivers per videogiochi" sponsorizzato da Microsoft. Chiaramente lo sforzo per ottenere collaborazione da tutte le software house e publisher sarà notevole, ma sono convinto che a Bill non manchino gli argomenti di discussione.
Più o meno questa nuova realtà dovrebbe prendere vita intorno al 2005-2006.
Alla luce di queste prime indiscrezioni su Longhorn, potremmo per l'ennesima volta scandalizzarci di fronte al monopolio-Windows oppure felicitarci che qualcuno semplifichi (o addirittura elimini) l'anomalia delle patches, disgrazia infinita che grava su coloro che acquistano videogiochi per PC. Questione di punti di vista.

Andrea Pucci, editore Multiplayer Network