Diario del capitano
Ieri girando pigramente tra i siti americani ho letto una nota in cui veniva "denunciata" la legge contro l'editoria online recentemente varata in Italia. I nostri cugini d'oltreoceano sono rimasti letteralmente scandalizzati, abituati come sono a vivere nel più estremo dei liberismi, e soprattutto in una società in cui la parola "Internet" è conosciuta (e apprezzata) altrettanto come "Pane". Quindi è stato divertente osservare come la loro discussione si sia rapidamente mossa verso una generalizzazione dei fatti, arrivando a parlare di Radio Vaticana e di altri argomenti che non fossero affatto riferiti alla famosa legge. Un mio intervento nella discussione ha messo a tacere un po' di pareri "estremi". Se è vero, come credo dopo aver letto quella famosa intervista al relatore della legge Giulietti, che l'obbligo di registrazione è solo per chi "vuole accedere ai benefici di legge", allora siamo fuori pericolo. Non posso però essere certo del futuro, questo no. L'intervento di Giulietti potrebbe essere servito unicamente per calmare le acque, dando un'interpretazione larga e permissiva al testo (che altrimenti parrebbe molto chiaro in proposito, nel senso restrittivo). Possiamo aspettarci di tutto. Ma per ora, tutti tranquilli.