Diario del capitano
Questo diario potrebbe intitolarsi: "La crisi della pubblicità su Internet colpisce anche GetRight". E' interessante osservare che la carenza di investitori pubblicitari online non colpisce solo siti medio piccoli. Dopo tanti lamenti inviati da tutte le parti (compresi i grandi portali come Yahoo!), è apparso qualche giorno fa un messaggio sulla pagina dei download del sito del GetRight (il famoso programma per fare download) in cui veniva detto con una certa stizza che l'agenzia incaricata di vendere quei fastidiosissimi banner che appaiono sotto la finestra del download è andata fallita. Ergo, non solo loro hanno perso una montagna di quattrini che non gli verranno mai dati dall'agenzia fallita, ma oggi noi continuiamo a vedere pubblicità che non ha nessuno scopo. Fortunatamente il numero di registrazioni di utenti al GetRight sono sufficienti a garantire un futuro a questo storico programma.
Continuando sul tema, leggevo stamattina Business 2.0 che da sempre ha avuto un'attenzione particolare sull'andamento della pubblicità online. E' stato interessante l'intervento del direttore della Ada De Martini & Co (l'agenzia pubblicitaria che si è occupata del lancio del portale "Il Nuovo" della E.Biscom), che distingueva tra "pubblicità push" e "pubblicità pull" e degli errori commessi nella scelta dei messaggi e dei relativi siti. Detto in altre parole, il direttore dell'agenzia, sottolineava lo spreco di denaro nel fare pubblicità nel modo sbagliato e nel posto sbagliato. Un esempio: mentre navigate Multiplayer.it starete pensando a tutto fuorchè al lavoro (a parte gli operatori del settore); se vi apparisse un banner pubblicitario che vi suggerisse il miglior modo di investire i vostri soldi, come minimo lo ignorereste, altrimenti potreste anche sentirvi infastiditi perchè qualcuno ha interrotto la vostra "pausa" ricordandovi la triste realtà. Morale della favola: quell'inserzionista pubblicitario alla fine della campagna dirà "la pubblicità online non funziona" e diminuirà drasticamente i suoi investimenti online, tornando a preferire altri media più tradizionali.
Alcune volte, a causa della gran confusione che regna su internet, ci si dimentica del concetto di *target*. Avete mai visto pubblicità del Kinder Bueno su Il Sole 24 Ore? Oppure, avete mai visto la pubblicità dell'ultima moto Ducati su Donna Moderna? Probabilmente no. Questo concetto fondamentale dovrebbe essere recuperato su internet subito e soprattutto in modo sistematico. Non importa quant'è il click medio dei vostri banner. E' invece importante stabilire la *qualità* del click medio. E' importante sapere che chi ha cliccato sia realmente interessato a quello che gli avete detto e che non abbia cliccato giusto per curiosità e per sbaglio. Solo in seguito ad una seria ristrutturazione di questi concetti, ad un ridimensionamento delle grandi concessionarie online (Jerry Meguire insegna), ad una politica più attenta nella creazione dei banner si potrà tornare a vedere il sole.