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Dreams on a Pillow, il videogioco che racconta la Nakba e la bellezza della Palestina

Mentre è in corso la campagna di crowdfunding di Dreams on a Pillow, abbiamo parlato con Rasheed Abu-eideh del potere dei videogiochi e dell'importanza del suo progetto.

INTERVISTA di Giulia Martino   —   26/12/2024
Dreams on a Pillow

"Quando è iniziata la guerra a Gaza e ho visto le foto dei bambini morti tra le braccia dei loro genitori sono rimasto sotto shock. Ho provato un'emozione strana: una combinazione di tristezza, paura, empatia e rabbia. L'unica cosa che riuscivo a pensare era 'E se succedesse a me?'". Sono parole del creative director e game designer palestinese Rasheed Abu-eideh, riportate nella pagina itch.io del suo videogioco Liyla & The Shadows of War, sviluppato per riflettere sul destino dei tanti bambini uccisi durante la guerra di Gaza nel corso dell'operazione israeliana Margine Protettivo del 2014.

Per poter diffondere il più possibile il messaggio veicolato da Liyla & The Shadows of War, Abu-eideh pubblicò il videogioco nel 2016 in via completamente gratuita. Nonostante gli accorgimenti di Abu-eideh nel design e l'assenza di simboli politici, il gioco venne rimosso dall'App Store in quanto considerato non come un videogioco, bensì come un "prodotto politico". Una forte mobilitazione dal basso sull'allora Twitter fece in modo da far tornare Apple sui suoi passi: da allora, Liyla & the Shadows of War è stato scaricato quasi due milioni di volte, ha una valutazione media di 4.9 stelle su 5 sulle varie piattaforme su cui è disponibile e ha raccolto più di un milione di dollari donati a organizzazioni che si occupano di supportare il popolo palestinese.

Dopo l'inizio della terribile guerra a Gaza in seguito agli eventi del 7 ottobre 2023 e l'intensificarsi delle violenze in Cisgiordania, Rasheed Abu-eideh ha deciso di tornare a sviluppare videogiochi, dedicandosi a un progetto incentrato sulla Nakba del 1948. Ce lo ha raccontato nel corso di una intervista, in collegamento da Nablus, città della Cisgiordania in cui vive con la sua famiglia.

Una madre e un cuscino

"L'idea per Dreams on a Pillow nasce da una storia popolare palestinese", racconta Abu-eideh. "L'ho ascoltata per la prima volta nel corso di uno show televisivo che parlava della Nakba su un canale televisivo palestinese. Quella di Umm non è una grande storia; era per così dire secondaria nell'economia complessiva dello show, ma per me fu scioccante". La parola "Nakba" vuol dire "catastrofe" in lingua araba: è il termine con cui si indica la cacciata dei palestinesi dai territori dell'allora Mandato britannico della Palestina nel 1948 da parte delle milizie sioniste e, in seguito, dell'esercito israeliano. Da questo evento drammatico ha avuto origine lo status permanente di rifugiati dei palestinesi. Non solo: la Nakba è un trauma collettivo che definisce l'identità del popolo palestinese.

Protagonista di Dreams on a Pillow è Umm ('madre' in lingua araba), una donna che fugge dal villaggio di al-Tantura nel 1948 portando con sé un cuscino scambiato per suo figlio
Protagonista di Dreams on a Pillow è Umm ("madre" in lingua araba), una donna che fugge dal villaggio di al-Tantura nel 1948 portando con sé un cuscino scambiato per suo figlio

È in questo contesto che si inserisce la storia di Umm ("madre" in arabo). Dopo l'uccisione del marito durante la Nakba, Umm corre a casa e in tutta fretta prende suo figlio neonato per scappare. Una volta giunta in un luogo sicuro, si rende conto di aver preso dal letto un cuscino, invece del suo bambino. "La relazione tra una madre e suo figlio è la relazione più forte di tutte", commenta Abu-eideh. "È un qualcosa che non puoi rompere, perché è basata sull'amore incondizionato. È impossibile immaginare ciò che questa madre si trova a soffrire. La storia di Umm ha risuonato in me per molti anni e desideravo parlarne in maniera profonda, trattandola come un simbolo della storia della Nakba - non soltanto delle sofferenze dei palestinesi nel lasciare forzatamente le loro case, ma anche dell'impatto psicologico che questi eventi drammatici hanno avuto sul popolo palestinese".

Il gameplay di Dreams on a Pillow

Le meccaniche di Dreams on a Pillow sono progettate in modo tale da coinvolgere il giocatore nel viaggio personale di Umm, senza però perdere di vista il più ampio contesto in cui la sua storia individuale si inserisce. Ad esempio, il viaggio di Umm si svolge sulle strade che i rifugiati percorsero dal villaggio di al-Tantura fino al Libano. Abu-eideh ci ha parlato della struttura bipartita del gioco: "Una parte è ambientata nel 1948, anno della Nakba, mentre l'altra è ambientata negli anni Trenta del Novecento. I livelli di Dreams on a Pillow si alternano, seguendo prima gli eventi del 1948, poi quelli degli anni Trenta, quando Umm era una ragazzina. Da un lato c'è il massacro e la cacciata dei palestinesi; dall'altro mostriamo la bellezza della Palestina, la cultura e le usanze delle persone che vivevano in quei territori".

Il gameplay di Dreams on a Pillow è fortemente fondato sulla relazione tra Umm e il cuscino: convinta che sia il suo bimbo neonato, Umm avrà forte difficoltà a lasciare il cuscino, ma ciò sarà necessario per risolvere enigmi e avanzare nel suo cammino
Il gameplay di Dreams on a Pillow è fortemente fondato sulla relazione tra Umm e il cuscino: convinta che sia il suo bimbo neonato, Umm avrà forte difficoltà a lasciare il cuscino, ma ciò sarà necessario per risolvere enigmi e avanzare nel suo cammino

Il cuscino è l'elemento centrale delle fasi di gameplay che si svolgono nel 1948: a causa del disturbo da stress post-traumatico, Umm è convinta che quel cuscino sia il suo bambino. "Il cuscino limita Umm nei suoi movimenti", spiega Abu-eideh. "Umm sarà talvolta costretta a poggiare il cuscino a terra per poter compiere delle azioni, ma quando lo farà inizierà a soffrire di problemi dal punto di vista psicologico. Dopo quello che è successo, lei non vuole lasciare il suo bambino un'altra volta". Umm viene tormentata dagli incubi legati all'abbandono della sua terra natale e alla perdita dei suoi familiari: deve tornare a stringere il cuscino prima di perdere conoscenza a causa del progressivo degrado del suo stato psicologico. Non solo, perché gli incubi di Umm interferiscono con il suo senso della realtà, introducendo pericoli, ostacoli e nemici che andranno a complicare ulteriormente il suo percorso.

Prima e dopo

Le due linee temporali convergeranno nel finale del gioco, ambientato all'inizio della Nakba ad al-Tantura, nel luglio del 1948. Gli episodi che parlano della giovinezza di Umm mirano a ricostruire il passato della Palestina, le sue città e la maestosità dei tramonti sul Mar Mediterraneo. "Spesso si dice che la Palestina era una terra senza popolo per un popolo senza terra", racconta Abu-eideh. "È un'affermazione falsa: per questo vogliamo mostrare la Palestina e la sua gente. Mostrare la bellezza della Palestina è uno degli elementi chiave di Dreams on a Pillow". Abu-eideh è ben consapevole che questa rappresentazione della sua terra va in controtendenza rispetto alla gran parte delle rappresentazioni del Medio Oriente nei videogiochi. "Si tratta di una delle cose per cui soffriamo di più. Sai, quando si vuole rappresentare un nemico nei videogiochi tripla A, spesso si utilizza il Medio Oriente. I videogiochi sono uno degli strumenti che alcuni governi utilizzano per deumanizzare il mondo arabo e le persone di fede islamica. Ci si trova in Paesi arabi a uccidere persone che urlano in continuazione 'Allah akbar!' [traducibile come "Allah è il più grande", N.d.A.], parole che pronunciamo ogni giorno nelle nostre preghiere. In uno di questi videogiochi mi sono trovato a dover uccidere una persona con il mio stesso nome, Rasheed. Ho dovuto uccidere me stesso".

Rasheed Abu-eideh e il resto del team di Dreams on a Pillow desiderano sottolineare con forza la bellezza della Palestina, evidenziando anche le peculiarità della cultura e delle usanze palestinesi
Rasheed Abu-eideh e il resto del team di Dreams on a Pillow desiderano sottolineare con forza la bellezza della Palestina, evidenziando anche le peculiarità della cultura e delle usanze palestinesi

Ai ricordi del passato di Umm si affianca la linea temporale del suo tempo presente, che si svolge nel corso della Nakba. Umm non è una soldata, bensì una semplice civile priva di armi. In questa fase, sarà essenziale evitare i soldati e adottare un approccio stealth all'esplorazione per sopravvivere, facendo sempre attenzione quando si deve lasciare il cuscino: presto gli incubi assaliranno la mente di Umm. Il cuscino è forse il simbolo più importante di Dreams on a Pillow. "Rappresenta non soltanto il sogno di serenità di Umm, ma quello di tutti i palestinesi", spiega Abu-eideh. "È il sogno di poter tornare nelle loro case, e di poter ricominciare a inseguire le loro aspirazioni più profonde".

Vivere in Cisgiordania

Rasheed Abu-eideh vive con la moglie e i loro cinque figli a Nablus, una delle più grandi città della Cisgiordania, occupata dall'esercito israeliano durante la guerra dei sei giorni e controllata dall'Autorità Nazionale Palestinese dal 1995. Dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, la Cisgiordania è stata interessata da varie operazioni dell'esercito israeliano e da un notevole incremento delle colonie israeliane nella regione. Ciò ha un impatto concreto sulla vita di Abu-eideh e dei suoi concittadini. "La Cisgiordania è piena di colonie. Il loro numero aumenta di giorno in giorno", racconta Abu-eideh. "Ieri ho dovuto viaggiare da Nablus a Ramallah. Rispetto all'ultima volta in cui ero stato a Ramallah, più o meno quattro o cinque mesi fa, ho notato una notevole espansione delle colonie".

I livelli ambientati nel 1948 evidenziano l'impatto che la Nakba ha avuto non soltanto sulla geografia della Palestina e sui suoi insediamenti, ma anche sui corpi e sulle menti dei palestinesi, costretti a fuggire dalla loro terra
I livelli ambientati nel 1948 evidenziano l'impatto che la Nakba ha avuto non soltanto sulla geografia della Palestina e sui suoi insediamenti, ma anche sui corpi e sulle menti dei palestinesi, costretti a fuggire dalla loro terra

Nablus e Ramallah distano 73 chilometri l'una dall'altra. Il viaggio è notevolmente complicato dalla presenza di numerosi checkpoint israeliani. "Qualsiasi aspetto della nostra vita è rigidamente controllato dall'autorità israeliana", spiega Abu-eideh. "Elettricità, acqua, strade, connessione Internet: tutto è soggetto al controllo israeliano. Siamo osservati ventiquattr'ore su ventiquattro: le strade sono piene di telecamere che registrano ogni movimento utilizzando le tecnologie più avanzate". Abu-eideh ci racconta che fin da piccolo ha preso l'abitudine di controllare quali strade fossero chiuse prima di andare a scuola. "Oggi controllo dove possiamo passare prima di portare i miei figli a scuola. Quando ero giovane, spesso mi trovavo a camminare per chilometri e chilometri per raggiungere la scuola o l'università. Nulla di nuovo per noi: siamo nati in questa situazione e viviamo così, giorno dopo giorno. Non abbiamo il controllo delle nostre giornate e delle nostre vite; non possiamo fissare degli appuntamenti ed essere sicuri di poter essere presenti".

Il potere dei videogiochi

Laureato in ingegneria informatica, Rasheed Abu-eideh è fermamente convinto del potere dei videogiochi come esperienza attiva e intimamente coinvolgente. "Considero il videogioco come uno dei migliori media per condividere esperienze", spiega. "Il coinvolgimento diretto fa sì che il giocatore entri in uno stato mentale in cui si immedesima nel personaggio, sentendo le sue emozioni. È un'esperienza attiva, più coinvolgente e profonda rispetto a un racconto visto in un film o letto in un libro". Come game designer, si è trovato a riflettere sui modi in cui il gameplay impatta sulla psiche dei videogiocatori. "Sono stato molto toccato da videogiochi come The Last of Us, INSIDE e Hellblade: Senua's Sacrifice: mi hanno dimostrato che è possibile proiettare emozioni e sentimenti autentici nei giocatori".

Abu-eideh è fermamente convinto del potere specifico dei videogiochi nel veicolare storie ed esperienze attraverso l'interattività: per questo desidera fortemente portare alla vita Dreams on a Pillow
Abu-eideh è fermamente convinto del potere specifico dei videogiochi nel veicolare storie ed esperienze attraverso l'interattività: per questo desidera fortemente portare alla vita Dreams on a Pillow

Nel corso degli anni, si è interessato sempre di più al mondo dello sviluppo indipendente. "Penso che i videogiochi indie siano più incentrati su chi li crea, piuttosto che sull'aspetto commerciale", afferma Abu-eideh. "Le piccole storie che provengono dai videogiochi indipendenti sono molto importanti. Hanno significati profondi. Mettono in campo tanta creatività, unita al coraggio di prendersi dei rischi e provare soluzioni nuove, al contrario di molti videogiochi commerciali che preferiscono andare sul sicuro e replicare ciò che ha già funzionato in precedenza". È con queste convinzioni che Abu-eideh ha deciso di dedicarsi allo sviluppo di un videogioco sulla Nakba: "Penso che un videogioco sia per me il modo migliore per mostrare il male fisico e psicologico patito dal popolo palestinese", conclude.

La costruzione di un team

Abu-eideh ha raccolto intorno a sé un team fidato per realizzare la sua visione: si tratta di Rami Ismail (Project Advisor), Samer Abbas (Producer), Jules Merkle (Environmental Artist), Gada Jermy (Character Artist), Ahmad Mostafa (Game Programmer), Omar Gilani (Environmental Artist), Salwa Najim (Artist) e Islam Alaghbar (Concept Artist). "Ho conosciuto Rami Ismail quando ho pubblicato Liyla & The Shadows of War", racconta Abu-eideh. "È stato molto supportivo nell'aiutarmi a risolvere i problemi legati al lancio del gioco. Ci siamo poi incontrati di persona alla GDC 2017. Per una persona che vive in Palestina, nella mia situazione, è stato molto importante. Ho conosciuto di persona anche Samer Abbas, mentre non ho mai incontrato gli altri membri del team. È un viaggio straordinario e sono felicissimo di averlo intrapreso. Ciò che conta è che tutti siamo molto coinvolti nell'idea alla base del gioco: la amiamo e vogliamo vederla diventare viva".

Il team messo in piedi da Rasheed Abu-eideh è fortemente determinato a realizzare la visione creativa di Abu-eideh, condividendone valori e aspirazioni
Il team messo in piedi da Rasheed Abu-eideh è fortemente determinato a realizzare la visione creativa di Abu-eideh, condividendone valori e aspirazioni

Completato il prototipo, Abu-eideh e il team lo hanno proposto a vari publisher, sperando di ottenere appoggio finanziario, ma senza ottenere alcun risultato. "La storia di Umm riguarda la pulizia etnica della Palestina e genera paura di prendere posizione", spiega Abu-eideh. "Per le aziende è un grosso rischio: le compagnie sono focalizzate sul loro successo commerciale. Anche nel mondo dei videogiochi abbiamo assistito a un diffuso silenzio sulla situazione palestinese da parte delle aziende. Non parlo degli individui: molte persone nel loro privato supportano anche in maniera forte i palestinesi, ed è una cosa meravigliosa. Tuttavia, dal punto di vista aziendale restano silenziosi e non vogliono prendersi il rischio di parlare del popolo palestinese. Per me è molto triste, perché al contrario si parla molto di ciò che sta accadendo in Ucraina".

La scelta di LaunchGood

Impossibilitato a finanziare la produzione di Dreams on a Pillow tramite un publisher, Abu-eideh ha deciso di avviare una campagna su LaunchGood, piattaforma che fornisce un forte supporto al popolo palestinese e, più in generale, a progetti provenienti dal Medio Oriente. "Finanziare questo videogioco senza LaunchGood sarebbe stato impossibile", spiega Abu-eideh. "Piattaforme come Kickstarter o Indiegogo non riconoscono la Palestina. Per loro, è come se non avessi una casa. Il team di LaunchGood ci aiuta anche dal punto di vista legale, dandoci una mano a superare ogni problema. Arrivano dal nostro stesso background, quindi capiscono perfettamente i nostri problemi e ci permettono di superarli".

La piattaforma di raccolta fondi LaunchGood sta supportando in maniera concreta Rasheed Abu-eideh e il resto del team nei delicati aspetti legali legati al crowdfunding di un progetto che parte dalla Cisgiordania
La piattaforma di raccolta fondi LaunchGood sta supportando in maniera concreta Rasheed Abu-eideh e il resto del team nei delicati aspetti legali legati al crowdfunding di un progetto che parte dalla Cisgiordania

Al momento in cui scriviamo, Dreams on a Pillow è stato finanziato da 2021 persone, raccogliendo 132.423 euro su un obiettivo di 187.204 euro e quindi superando la percentuale di finanziamento del 70%. La campagna si chiuderà il 13 gennaio 2025. Tanti i commenti da parte dei finanziatori: "Una storia che deve essere raccontata, prima che si perda nei meandri del tempo. Buona fortuna, fratello". "Possa Allah garantirti successo nei tuoi sforzi. Come studente di ingegneria informatica, vederti usare le tue capacità per creare un progetto così speciale e importante mi ha commosso". "Sono fiero di te. Dobbiamo abbracciare il potere della narrazione, dei giochi e dei media per promuovere l'empatia verso il nostro popolo, che ha sofferto nell'ombra per così tanto tempo". "Questa storia deve essere raccontata, e spero che raggiunga molti giocatori in tutto il mondo". "Ti auguro ogni bene. L'unico modo per salvare il mondo e noi stessi è iniziare dalle piccole cose. La nostra fantasia può cambiare la realtà".

I commenti dei backer sulla pagina LaunchGood di Dreams on a Pillow dimostrano chiaramente come il progetto di Rasheed Abu-eideh sia riuscito a toccare profondamente la sensibilità di un gran numero di persone provenienti da tutto il mondo
I commenti dei backer sulla pagina LaunchGood di Dreams on a Pillow dimostrano chiaramente come il progetto di Rasheed Abu-eideh sia riuscito a toccare profondamente la sensibilità di un gran numero di persone provenienti da tutto il mondo

Dinanzi a questo risultato, Rasheed Abu-eideh avverte chiaramente il forte supporto che Dreams on a Pillow sta ricevendo da tutto il mondo. "Provo un forte senso di responsabilità", commenta. "Devo farlo per davvero. A volte capita di avere un'idea e pensare che sia eccezionale, ma mostrandola al mondo si ottiene un responso negativo. Vedere la risposta del mondo a Dreams on a Pillow mi fa desiderare ancora di più di portarlo alla vita, inshallah ["se Allah vuole", N.d.A.]. Secondo i progetti del team, Dreams on a Pillow vedrà la luce negli ultimi mesi del 2026: potete consultare la pagina LaunchGood di Dreams on a Pillow per ulteriori informazioni. Ringraziamo di cuore Rasheed Abu-eideh per questa intervista.