L'esplorazione di mappe open world è ormai una colonna portante dell'industria videoludica: dai primi esperimenti pionieristici degli anni '80, basati sulla creazione di un mondo aperto esplorabile, la caratteristica puramente legata alla struttura della mappa si è successivamente codificata fino a ricevere una serie di elementi distintivi tipici, che hanno portato i giochi con questa impostazione a essere tra le esperienze più apprezzate dal pubblico moderno. A questo punto c'è forse anche un po' di stanchezza per quanto riguarda la costruzione ormai standardizzata dell'open world: il canone imposto dalle produzioni più famose, a partire da quelle Ubisoft, comincia a mostrare segni di usura ma questo non significa che sia tempo di pensionare il sogno di un mondo digitale liberamente esplorabile, anzi.
L'idea che si sta affermando è quella di continuare a sperimentare all'interno di sandbox sempre più ampi e caratteristici, seguendo regole e concetti nuovi ma vissuti sempre con la libertà di spostamento ed esplorazione come elementi fondamentali. Detto questo, i numerosi open world usciti nel 2023 afferiscono in buona parte a generi e tipologie ben conosciute e solo alcuni tentano di sperimentare qualcosa di veramente nuovo, ma abbiamo cercato di selezionare alcuni titoli che si distinguono per la ricerca di alcune interpretazioni diverse del mondo aperto o che, semplicemente, eseguono il loro compito molto bene, raggiungendo una qualità notevole. Vediamo dunque un elenco dei migliori giochi open world usciti nel 2023.
Starfield
Chiamarlo open world è riduttivo, considerando che si tratta di un gioco che mette nelle mani dei giocatori un bel frammento di universo con circa 1000 mondi da esplorare, ma è indubbio che la matrice da cui deriva Starfield è il tipico open world perfezionato da Bethesda a partire da The Elder Scrolls: Arena nel 1994. Un open world all'ennesima potenza, che consente di esplorare una varietà di ambientazioni veramente inedita, facendoci vivere in prima persona il sogno dei viaggi interstellari e la scoperta di nuovi pianeti e sistemi in giro per lo spazio. Nonostante sia stato accolto con valutazioni contrastanti, anche per via della grande attesa che ha preceduto il lancio, non c'è dubbio che Starfield sia uno dei maggiori giochi-evento del 2023 e forse l'open world più ampio e impressionante tra quelli presenti in questo elenco, almeno in termini di estensione, respiro e ambizione. L'epopea spaziale di Todd Howard può avere elementi controversi, ma merita sicuramente di essere almeno provata.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom
Se Breath of the Wild rappresentava l'apice raggiunto dal concetto di open world, The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è una ulteriore evoluzione che va a migliorare quello che sembrava non potesse essere superato. Mondo di gioco e meccaniche sono qui un po' derivative, perché è indubbio che questo sia un seguito diretto del precedente, dunque inevitabilmente di impatto minore in termini di innovazione, ma le novità apportate soprattutto al gameplay sono davvero significative e di fatto costruiscono un'identità molto specifica per questo capitolo, nonostante i palesi legami con quello del 2017 che ha di fatto caratterizzato l'intera esperienza di Nintendo Switch. The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom espande l'open world di Hyrule portandoci a esplorare il cielo sopra il regno e anche varie ambientazioni sotterranee, incrementando in maniera notevole le possibilità di scoperta e interazione con gli scenari. Per molti, è a tutti gli effetti il miglior open world di sempre, avendo evoluto una formula già considerata perfetta, ed è una teoria non facile da confutare.
Hogwarts Legacy
Quello che può essere considerato una sorta di vincitore silenzioso del 2023, Hogwarts Legacy è a sua volta anche un ottimo esempio di open world, sebbene in questo caso ci sia da lodare soprattutto l'esecuzione più che l'estensione o le idee alla base di questo. Il gioco di Avalanche è in effetti un titolo piuttosto canonico, che offre un'ampia mappa esplorabile liberamente costruita secondo regole ben note, che porta avanti in maniera diretta una tradizione consolidata già dalla generazione precedente. Ha dalla sua il fatto di mostrare in maniera quanto più estesa, fedele e definita possibile il castello Hogwarts e le sue vicinanze, dando vita al Wizarding World in una maniera rimasta inedita finora, e questo è un grande punto di forza di Hogwarts Legacy. Con un materiale di partenza dotato di questa importanza, la missione di Avalanche non era semplice viste le grandi aspettative, ma si può dire perfettamente riuscita: il mondo che abbiamo conosciuto con Harry Potter risulta finalmente esplorabile e vivibile in prima persona, cosa che ha consentito al gioco di conquistare praticamente tutto il mondo nonostante un 2023 pieno di titoli di enorme calibro.
Dredge
Una delle rivelazioni dell'anno in ambito indie, Dredge può essere inserito anche nella selezione dei migliori open world visti in questi mesi, oltre a rientrare tra le esperienze horror di maggiore impatto, sebbene punti ad atmosfere e sensazioni meno intense e repentine rispetto ad altri titoli del genere, ma di impatto non minore. Forse solo Sunless Sea aveva messo in scena un'esperienza simile in precedenza, ma sono veramente pochi i titoli in grado di dare sensazioni del genere: in Dredge ci troviamo ad esplorare un vasto arcipelago in gran parte sconosciuto, facendo i conti con la ristrettezza delle risorse e con la necessità di misurare attentamente le mosse da fare, alla ricerca di pesci e di segreti nascosti da scoprire. Proprio questi possono portare a qualcosa di inaspettato, alla base dell'atmosfera costantemente minacciosa e oscura che incombe sulla nostra piccola barca ogni volta che ci addentriamo di qualche chilometro in più nelle aree più sconosciute del mare, con il rischio di incappare in antichi misteri che sarebbe meglio lasciare sepolti.
Avatar: Frontiers of Pandora
Sebbene sia stato accolto senza grandi entusiasmi da critica e pubblico, non c'è dubbio che Avatar: Frontiers of Pandora sia un open world da tenere in seria considerazione per chi è affascinato da questa tipologia di giochi.
Se non altro, tecnicamente il nuovo titolo di Ubisoft è una produzione impressionante, che davvero sembra gettarci nel fantastico mondo di Pandora creato per la serie cinematografica di James Cameron, riprodotto con una fedeltà incredibile. Anche in questo caso, gran parte del lavoro di costruzione del mondo è stato fatto in precedenza, dalla casa di produzione dei film e dagli addetti alla computer grafica che hanno stabilito l'estetica e l'aspetto di Pandora, ma i grafici di Massive Entertainment hanno davvero saputo riprendere quegli stessi elementi e renderli interagibili in un videogioco. Di fatto, Avatar: Frontiers of Pandora è una piena estensione dei film cinematografici in versione interattiva, trasformando quelle avventure in un'esperienza in prima persona forse non di enorme impatto sul fronte del gameplay ma sicuramente memorabile dal punto di vista tecnico e per i grandi appassionati della serie.
Season: a letter to the future
Tra le interpretazioni più originali dell'open world viste quest'anno troviamo sicuramente Season: A Letter to the Future, una particolare avventura che si potrebbe definire pre-apocalittica, che mette in scena una situazione praticamente opposta rispetto a quella che siamo soliti trovare in molti videogiochi. Questo innesca una meccanica differente ma anche tutto un altro tipo di atmosfera, che diventa malinconica e crepuscolare come ne abbiamo viste veramente poche in ambito videoludico. In Season: A Letter to the Future troviamo a guidare la protagonista Estelle mentre esplora in bicicletta varie ambientazioni di una zona non molto ampia ma comunque in grado di offrire panorami emozionanti e scenografie diverse, andando dalla natura incontaminata ad ambientazioni che svariano tra il mediterraneo, il nordico e l'asiatico, rendendo difficile una definizione precisa di quello che esploriamo. Lo scopo è fotografare e documentare il mondo prima dell'arrivo di un misterioso cataclisma, raccogliendo ricordi e testimonianze degli ultimi superstiti per una ipotetica prossima generazione post-apocalittica.
Marvel's Spider-Man 2
In una selezione dei migliori giochi open world del 2023 non poteva certo mancare il terzo atto dell'opera di Insomniac sull'Uomo Ragno, con Marvel's Spider-Man 2 a ribadire come il team sia ormai uno dei maggiori esponenti tra gli autori di titoli a mondo aperto. Nonostante anche qui l'ambientazione sia in gran parte la stessa vista già nel primo capitolo e in Miles Morales, si registrano comunque diverse aggiunte che ampliano il raggio d'azione dei protagonisti andando a comprendere alcuni quartieri adiacenti a Manhattan come il Queens e Brooklyn. Anche in questo caso, la riproduzione di New York è davvero notevole, con una ricostruzione molto accurata di edifici, strutture, landmark e in generale luoghi di interesse che ci fanno davvero immergere in una Grande Mela simulata in tutti i suoi dettagli. Anche in Marvel's Spider-Man 2, insomma, la semplice esplorazione delle ambientazioni è un motore importante all'azione di gioco, con il piacere della scoperta della mappa e dei vari segreti in questa contenuti che diventa una parte fondamentale del gameplay.
Sons of the Forest
Piuttosto lontano dalle dimensioni da blockbuster di vari titoli precedenti, Sons of the Forest si conquista comunque un suo spazio in questa selezione come una delle migliori interpretazioni dell'open world sul fronte più puramente survival, per l'occasione con ottime venature horror. Rappresenta il seguito e la sostanziale evoluzione di The Forest, che già aveva riunito una community di giocatori piuttosto folta su Steam, ma proponendo un'esperienza ben più intensa ed estesa. Oltre all'evidente evoluzione tecnica, Sons of the Forest presenta un gameplay più profondo, derivato da maggiori possibilità di interazione e azione, inserendo il tutto in una mappa più grande e costruita in maniera decisamente migliore, con notevole attenzione al dettaglio e una riproduzione realistica di flora e fauna. La cosa si riflette anche in una rappresentazione decisamente più inquietante delle aberrazioni mutanti, incrementando l'effetto orrorifico degli elementi più oscuri, cosa che gioca ulteriormente a favore di tutto il complesso.
Tchia
Una delle esperienze più rilassanti e piacevoli, se si parla di esplorazione libera e contemplazione dell'ambiente, è probabilmente Tchia, opera del team Kepler Interactive che ha messo proprio tali elementi alla base del progetto. L'idea comprendeva infatti anche la volontà di promuovere agli occhi del mondo il paese natale del team, ovvero la Nuova Caledonia, vera protagonista della fantastica avventura di Tchia, la protagonista, alla ricerca del padre rapito dal crudele tiranno Meavora, sovrano dell'arcipelago. Il percorso ci porta a navigare su catamarani, esplorare isole, trasformarci in animali e ovviamente anche suonare l'ukulele all'interno di varie sfide da avventura classica, ma quello che conta soprattutto è la meraviglia ambientale che ci circonda in questo paradiso tropicale, riprodotto con una grafica un po' stilizzata ma in grado di trasfigurare la natura in una sorta di sogno interattivo. I colori, la luce e l'atmosfera generale riescono perfettamente nell'intento di trasferirci in questa Nuova Caledonia stilizzata, facendo anche la conoscenza della cultura locale.
Assassin's Creed Mirage
Concludiamo con un vero classico del genere, nuovo capitolo della serie che ha contribuito a codificare l'open world come elemento caratterizzante di un certo tipo di gameplay per l'action adventure: parliamo di Assassin's Creed Mirage, il titolo uscito quest'anno e che ha rappresentato il risultato di un'esplicita volontà di tornare alle origini del franchise da parte di Ubisoft. Questo è stato effettuato sia attraverso la scelta dell'ambientazione, che torna al medio oriente classico con la Baghdad del IX secolo, sia proprio nella scelte effettuate sul fronte del gameplay, che si sviluppa in un'area più circoscritta sebbene sempre aperta, e con un'azione più centrata sugli elementi tradizionali di Assassin's Creed. Il risultato è stato convincente e potrebbe essere veramente quello di cui aveva bisogno la serie: sebbene non si tratti di uno dei massimi vertici raggiunti dal franchise di Ubisoft, Assassin's Creed Mirage riesce comunque nel suo intento, proponendo un gioco che gli amanti della serie sentiranno subito particolarmente vicino ma anche nuovo e perfezionato.