Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a uno strepitoso rinascimento dei videogiochi metroidvania. La formula generata dal successo di capolavori come Metroid: Samus Returns o Castlevania Symphony of the Night è infatti maturata a velocità folle in epoca recente, prima sfociando nella creazione di generi inediti nati da inaspettate contaminazioni, poi alzando il sipario su nuove correnti creative figlie della ricetta tradizionale.
È stata la scena degli sviluppatori indipendenti a comprendere per prima il potenziale nascosto dietro il genere, una tela perfetta per dipingere grandi mondi profondamente caratterizzati e meccaniche di gameplay che sanno risultare sempre fresche e appaganti.
Del resto in tutte le produzioni moderne è ravvisabile un pizzico della magia alla base di questa antica ispirazione, che sia nel segmento della pura e semplice esplorazione, in quello dei combattimenti contro i boss, o più semplicemente nell'ottenimento di strumenti volti a modificare le interazioni con l'ambiente.
Oggi vogliamo proporvi una selezione dei 10 migliori videogiochi ispirati al genere metroidvania che hanno brillato sui fondali della moderna corrente, celebrando la tradizione in modo impeccabile o introducendo novità e contaminazioni particolari.
Metroid Dread
Non potevamo non iniziare la selezione con Metroid Dread, l'ultimo capitolo bidimensionale nella saga di Metroid uscito in esclusiva per Nintendo Switch. Il padre di Samus Aran, Yoshio Sakamoto, non vedeva l'ora di mettersi in gioco nel pieno di questo rinascimento artistico per dimostrare al mondo di cosa fosse capace la sua eroina se affiancata da tecnologie moderne. Dread si presenta come un inno al passato di Metroid e alle meccaniche che oggi sorreggono il genere intero, ma ha potuto contare su un consistente potenziamento dell'apparato grafico e della direzione artistica, proiettando nel futuro le regole di un incantesimo radicato nell'antichità.
Il suo unico difetto risiede probabilmente nella volontà di rimanere estremamente fedele alla storia del brand, evitando di abbracciare grandi deviazioni. In ogni caso, non ha avuto alcuna paura di innovare, introducendo le fasi di gioco di forte stampo survival legate ai robot EMMI nonché scherzando con sequenze d'animazione sottese ai tanto discussi eventi in tempo reale. Insomma, Metroid Dread è un titolo imperdibile per gli amanti del genere, specialmente per coloro che restano ancora indissolubilmente legati alle sue origini.
Bloodstained: Ritual of the Night
Bloodstained: Ritual of the Night è nato dalla mente di Koji Igarashi, produttore della serie Castlevania fino agli anni duemila, che in seguito all'abbandono di Konami si è recato in cerca di fortuna sulla nota piattaforma Kickstarter. I risultati raggiunti dall'operazione di crowdfunding hanno permesso a Igarashi di coinvolgere nel progetto nomi altisonanti dell'eredità di Castlevania, come ad esempio quello della character artist Ayami Kojima, al fine di proporre al pubblico un'interpretazione moderna dell'architettura ludica che in passato aveva cambiato la storia.
Bloodstained: Ritual of the Night è un titolo vicinissimo alla classica esperienza meccanica offerta da Castlevania Symphony of the Night, rinnovata attraverso l'ambientazione della fortezza di Hellhold e un'atmosfera steampunk radicata nel tardo '700. La protagonista, Miriam, deve farsi largo nel castello presidiato da orde di demoni assorbendo di volta in volta le loro abilità; sta proprio qui, nel sistema di combattimento sospeso tra dozzine di armi e (letteralmente) centinaia di frammenti demoniaci, la particolarità dell'opera, che mette in scena una mimesi più che convincente dell'antica formula di game design.
Ender Lilies: Quietus of the Knights
Ender Lilies è un piccolo gioiello pubblicato da Binary Haze Interactive e scaturito dalla mente di Keisuke Okabe. Opera prima degli studi che l'hanno architettato, il titolo aderisce a buona parte degli stilemi del metroidvania tradizionale mettendo il giocatore nei panni della giovanissima Lily, l'ultima sacerdotessa sopravvissuta tra le macerie di un regno distrutto da una misteriosa catastrofe.
L'unicità di Ender Lilies si nasconde tutta nel sistema di combattimento: dal momento che la protagonista è una creatura indifesa, per combattere è necessario sfruttare gli spiriti di antichi guerrieri e creature cadute, pronti a intervenire in difesa della giovane proprio come farebbero i celebri stand de Le Bizzarre Avventure di JoJo di Hirohiko Araki. Le eccellenti battaglie d'azione e la caratterizzazione melancolica del mondo di gioco fanno di Ender Lilies una produzione perfetta per trascorrere una decina di ore all'insegna della scoperta e della malinconia. Ma attenzione: non bisogna farsi ingannare dall'aspetto di Lily, perché il livello di difficoltà è decisamente tarato verso l'alto.
Supraland
Supraland è il titolo perfetto per introdurre una variazione sul tema del classico metroidvania, ovvero quella dell'interpretazione in tre dimensioni fiorita a seguito di Metroid Prime per Nintendo GameCube. Oltre a svilupparsi lungo l'asse Z, questa peculiare produzione rappresenta uno dei rarissimi videogiochi realmente sandbox in circolazione, consentendo al giocatore di adottare ogni genere di soluzione creativa. Sviluppato dal solo David Munnich nell'arco di sedici mesi, è stato descritto dal suo autore come una fusione tra le ricette di Zelda, Metroid e Portal.
Supraland è un folle scatolone in prima persona, un cocktail di intramontabili meccaniche derivate dall'anima dei grandi classici dei videogiochi. Se il sistema di progressione resta strettamente legato all'ottenimento di nuove abilità tipico del metroidvania, il titolo vuole spingersi ben oltre i confini del genere, e la sua essenza risiede proprio nell'elemento sandbox. Si tratta, infatti, di un'opera che non conosce limiti, dal momento che ogni singolo ostacolo può essere completamente aggirato utilizzando solo l'ingegno e la fantasia.
Hollow Knight
Quando il Team Cherry presentò al mondo lo scheletro della prima versione di Hollow Knight, sarebbe stato impossibile prevedere l'impatto di quello che si sarebbe rivelato uno dei migliori metroidvania mai realizzati. Cresciuto esponenzialmente nel corso degli anni, Hollow Knight è giunto oggi alla "forma finale" rappresentata dall'edizione Cuore di Vuoto, che grazie all'apporto di numerosi DLC l'ha trasformato in uno dei titoli contenutisticamente più ricchi di tutti i tempi.
La Nidosacro di Hollow Knight è un mondo volenteroso di prendere gli assiomi del metroidvania e mescolarli con quelli alla base del soulslike, disegnando un mastodontico universo interconnesso che vive di splendidi paesaggi e grandi personaggi. È un'opera che abbraccia la commistione fra una straordinaria componente esplorativa e un riuscitissimo sistema di combattimento, mettendo in scena un'esperienza che conosce rari comparativi, uno dei pochi videogiochi che nessun appassionato dovrebbe lasciarsi sfuggire. Senza ombra di dubbio, Hollow Knight rappresenta l'epitome della corrente moderna del genere.
Ori and the Will of the Wisps
Se il primo Ori and the Blind Forest di Moon Studios poteva contare su una splendida direzione artistica, su una resa estetica ispirata e su una colonna sonora di altissimo livello, mostrava invece il fianco a più di qualche critica sul piano del giocato, risultando eccessivamente stilizzato per lasciare la sua impronta tra i giganti del settore. Gli sviluppatori, dal canto loro, sono riusciti a riscattarsi con gli interessi attraverso il lancio di Ori and the Will of the Wisps.
Il sequel dell'avventura del piccolo Ori è una grande sintesi dei numerosi guizzi creativi emersi prima di lui - specialmente degli insegnamenti impartiti da Hollow Knight - volti a colorare il suo già coloratissimo mondo con elementi di level design e meccaniche di gioco degne di un'eccellenza del genere. Il mondo di Ori and the Will of the Wisps si è fatto più vasto, più curato, più coerente, caratterizzato da sezioni di pura azione uniche nel medium e pregno di contaminazioni pescate dal passato, mettendo un meraviglioso punto fermo in fondo all'affascinante odissea dello spirito della foresta.
The Messenger
The Messenger di Sabotage Studio è un videogioco molto particolare. All'inizio, infatti, il titolo adotta una formula d'azione a piattaforme che ricorda straordinariamente da vicino i classici Ninja Gaiden, ed è in tale segmento che risiede la sua reale identità. Proseguendo nella tana del Bianconiglio, The Messenger si trasforma costantemente, adottando la formula del metroidvania e stravolgendo tanto le premesse narrative quanto le meccaniche a cui aveva abituato il giocatore, srotolando un inaspettato tappeto di variopinti contenuti.
The Messenger non si vuole presentare come un metroidvania in senso classico, ma come una creatura ibrida che tenta di prendere il meglio di due mondi al fine di mischiarli su un fondale tecnico altrettanto eccentrico. Le atmosfere dell'opera, infatti, mutano costantemente fra gli 8 e i 16 bit, tratteggiando i confini di un progetto che non solo si posiziona in equilibrio fra due generi, ma addirittura fra due generazioni di console per videogiochi. Dalla follia delle fucine di Devolver Digital, d'altra parte, non ci si poteva aspettare niente di meno.
Unsighted
Unsighted è il primo videogioco del duo brasiliano che costituisce il cuore dello studio Pixel Punk, una piccola bottega creativa che ha esordito attraverso questo gioiello d'azione con elementi metroidvania, raccontato attraverso una classica visuale a volo d'uccello. Gli elementi cardine del genere sono stati posizionati lungo un'architettura vicina alla storica eredità di The Legend of Zelda, tratteggiando i contorni di un vasto mondo aperto costellato di dungeon da esplorare e di nemici da affrontare.
L'elemento distintivo di Unsighted risiede nella narrativa e nel fitto tessuto di meccaniche che ne derivano. La protagonista Alma fa parte di una comunità di androidi tenuti in vita a tempo determinato da una particolare polvere meteorica. Dal momento che il timer scorre inesorabile mentre si gioca, non sarà solamente necessario ricaricare l'energia di Alma, ma addirittura scegliere chi salvare e chi abbandonare a un triste destino fra i tantissimi personaggi incontrati, aprendo a un complesso dilemma morale. Unsighted è un diamante grezzo maturato nella scena indipendente che punta dritto verso l'innovazione, ed è un'esperienza che non bisogna lasciarsi sfuggire.
Axiom Verge
Axiom Verge del 2015 è una delle opere che per prime hanno inaugurato la seconda ascesa del videogioco metroidvania nella sua forma più candida e pura. Sviluppato da Thomas Happ, il titolo pesca ispirazioni da Metroid, da Bionic Commando e dalla serie Contra, al fine di riportare in vita quell'esperienza side-scroller a base di dura azione che aveva raggiunto il grande successo trent'anni prima di lui. Di recente è uscito anche il sequel, Axiom Verge 2, ma non ha raccolto il medesimo plauso del predecessore, probabilmente in ragione della scelta di costruire una narrativa autosufficiente.
In Axiom Verge si vestono i panni dello scienziato Trace, che dopo aver perso i sensi nel suo laboratorio si risveglia sul pianeta alieno Sudra, facendo la conoscenza della specie biomeccanica dei Rusalki e confrontandosi con i pericoli del mondo sconosciuto. Durante la ricerca del terribile Athetos, individuo responsabile della catastrofe che ha decimato il pianeta, Trace dovrà farsi largo in un labirinto costellato di segreti e strambi potenziamenti, nel mezzo di un vortice di piccanti colpi di scena. Potente, asciutto e a fuoco, Axiom Verge rappresenta l'opera ideale per soddisfare i più nostalgici appassionati del genere metroidvania.
Dead Cells
Dead Cells non è assolutamente un metroidvania, ma è stato uno fra i primi titoli a generare una nuova deriva che ultimamente sta dando vita a opere molto interessanti, ovvero quella del roguevania. Questi titoli, che strutturalmente appaiono come dei roguelite e restano sovente ancorati a formule basate sulla generazione procedurale, adottano però alcuni elementi tipici del metroidvania, come ad esempio l'acquisizione di oggetti volti a semplificare l'esplorazione e mutare l'interazione con la mappa.
In Dead Cells, tale ispirazione è sfociata in un impegnativo roguelite legato a un forte senso di sviluppo del personaggio, che pian piano alza il sipario su nuovi sentieri, nuovi avversari e inedite implicazioni narrative. La medesima filosofia ha guidato la mano di Housemarque nella realizzazione di Returnal; il pianeta Atropo vive infatti della contaminazione dell'esperienza procedurale con minuti elementi metroidvania volti a modificare radicalmente l'interazione con la superficie. L'avventura di Selene Vassos su PlayStation 5 ha tratto enormi vantaggi dall'esposizione alle radiazioni del metroidvania e, proprio come accaduto nel caso di Dead Cells, è arrivata a brillare abbagliante nei confini del suo genere di riferimento.
Il futuro
C'è una vecchia battuta che circola nelle comunità di videogiocatori che afferma: "Tutti i videogiochi belli sono in parte metroidvania". Ed è indubbiamente vero: dozzine di titoli si sono avvicinati all'orbita del metroidvania partorendo deviazioni originali e riuscite. Soulslike, roguevania, open-map: i grandi capolavori che hanno segnato tali derive hanno pescato manciate d'ispirazione dall'eredità di Metroid e Castlevania per poi cucirsele addosso con estrema facilità.
Persino opere come Batman Arkham Asylum e God of War del 2018 hanno cercato le radici della propria rinascita in questo immortale sottobosco, ma ultimamente il genere sembra somigliare eccessivamente a sé stesso. Da dove arriverà la nuova spinta innovativa? All'orizzonte c'è Hollow Knight: Silksong, il sequel dell'opera del Team Cherry; abbiamo recentemente recensito Ghost Song, titolo d'esordio di Old Moon; in entrambi i casi si tratta di produzioni moderne e antiche al tempo stesso, mentre il prossimo grande balzo filosofico resta ancora avvolto nel mistero. Quanto dovremo aspettare per scoprire ancora una volta il futuro del metroidvania?