Chissà cosa avranno pensato negli uffici di Supermassive Games quando Tarsier ha annunciato Reanimal. Quella di Little Nightmares 3 è una situazione anomala, se non addirittura scomoda: da un lato c'è Supermassive Games che deve portare avanti l'eredità della serie e dimostrare ai fan di riuscire a non snaturarne l'essenza; dall'altro c'è Tarsier, lo sviluppatore originale dei primi due capitoli, che dopo essere stati acquisiti da Embracer, hanno presentato durante la Gamescom un gioco estremamente simile.
Proprio la fiera tedesca ci ha però permesso di passare un po' di tempo in compagnia di Little Nightmares 3, capendo sia le sottili differenze che ci sono tra le due produzioni, sia in che modo lo sviluppatore inglese dietro Until Dawn e la Dark Pictures Anthology terrà viva la fiaccola di una serie che conta tantissimi fan.
Così diverso, così simile
Quando lo scorso anno venne mostrato per la prima volta il trailer di Little Nightmares 3, alcune novità nell'ambientazione avevano preoccupato gli appassionati del mondo cupo, chiuso e buio degli episodi precedenti. In particolare veniva mostrato un deserto, un livello illuminato dalla luce del sole, e il timore era che proprio scenari come questo potessero smorzare pesantemente il senso di ansia e timore.
Piuttosto che farsi condizionare dai feedback e nascondere questa parte del gioco sotto al tappeto, Bandai Namco ha deciso di dedicare una delle due demo della Gamescom proprio a questa ambientazione, con i due protagonisti che iniziano attraversando il deserto e si trovano a esplorare le rovine di una vecchia necropoli. Ed è vero: la luce che passa attraverso mura diroccate, archi e feritoie rendono il gioco meno tenebroso; eppure, la paura del buio lascia il posto a un altro tipo di inquietudine, tra manichini deformi e figure pietrificate che rendono lo scenario sospetto in maniera disturbante. Quando poi un gigante dall'aspetto di un (orribile) neonato comincia a sfondare le mura e cerca di afferrare i due protagonisti, la sensazione è di trovarsi non più in un'antica città nel deserto, bensì in una terrorizzante casa delle bambole in rovina.
La seconda demo che abbiamo provato aveva atmosfere ben più familiari ai fan di Little Nightmares. Degli interni bui, che attraversano quelle che sembrano stanze d'ufficio, ripostigli, condotti d'aria, passano per una fabbrica di caramelle e arrivano fino a quella che sembra più una discarica. La calda palette di colori del deserto lascia il posto a corridoi bui e freddi, da attraversare nascondendosi e cooperando con l'altro personaggio.
Incubi familiari
L'utilizzo di due personaggi non è una novità per la serie Little Nightmares, ma nel terzo capitolo l'interazione che è possibile tra Low e Alone viene un po' più approfondita sia che si stia giocando da soli, che in compagnia di un amico online. Nel primo caso viene chiesto di scegliere all'inizio del gioco quale dei due personaggi controllare, con l'altro che viene guidato dall'intelligenza artificiale.
Molte dinamiche sono riprese direttamente da Little Nightmares II: alcune porte e grate vanno aperte da entrambi i personaggi, per salire su una piattaforma alta bisogna aiutarsi a vicenda e alcuni enigmi vedono uno dei co-protagonisti tirare una leva o girare un ingranaggio mentre l'altro procede a raccogliere una chiave o tirare una corda.
Per quello che abbiamo provato nelle demo, i nuovi gadget a disposizione dei personaggi non sembrano avere utilizzi particolarmente inaspettati: Low può usare il suo arco per attivare un interruttore dall'altro lato della stanza o per far cadere un oggetto appeso con una corda, mentre Alone ha una chiave inglese che serve ad attivare grossi pulsanti sul pavimento oppure a sfondare delle travi di legno che bloccano il passaggio. Anche l'ombrello che si raccoglie nella necropoli può essere utilizzato - un po' in stile Mary Poppins - per planare su piattaforme distanti o usare correnti ascensionali e raggiungere la cima di una torre.
Quando si gioca da soli, il personaggio controllato dall'intelligenza artificiale affianca perfettamente il giocatore senza essere mai troppo invasivo nell'aiutarlo e nell'anticipare la risoluzione degli enigmi, ma è anche vero che non ci si è mai trovati davanti a situazioni troppo articolate nell'uso degli oggetti. La speranza è che Supermassive abbia previsto delle interazioni più originali, posto che nessuno dei gadget può essere utilizzato per difendersi dai grossi mostri.
Orrore cooperativo
A proposito dei mostri, se la prima demo ha messo alle prese con il raccapricciante bambolotto gigante visto nel primo trailer, la seconda era puro Little Nightmares, con Low e Alone che dovevano procedere da una stanza all'altra nascondendosi dalla vista di un'anziana e slanciata signora con sei braccia.
In questo caso abbiamo giocato in compagnia di un'altra persona in carne e ossa, dialogando e confrontandoci per capire come superare un puzzle, dove nascondersi e quale fosse il momento giusto per scattare in avanti e uscire allo scoperto. Il supporto al multiplayer era stato chiesto dai fan già ai tempi del secondo capitolo, ma giocato spalla a spalla con un'altra persona, Little Nightmares è un'esperienza sicuramente diversa: non solo si condivide il senso di tensione - rendendo meno opprimenti anche i momenti più sinistri o quelli in cui si viene inseguiti da un boss - ma se i due giocatori non hanno lo stesso livello di abilità, il rischio è che l'avventura possa essere frustrante per uno dei due. Alcune sequenze richiedono un certo tempismo e precisione, e non è raro che ci si trovi a ripetere la stessa sequenza svariate volte per un errore di uno dei due giocatori.
Va precisato che, a differenza di Reanimal, Little Nightmares 3 non supporterà il multiplayer locale (le due postazioni su cui abbiamo provato la demo erano collegate online), quindi l'esperienza potrebbe essere sensibilmente diversa a seconda che lo si giochi da soli o in compagnia, con chat vocale o senza, assieme a una persona più o meno abile col pad. Ma dopotutto, avere la libertà di scegliere come affrontare l'avventura è sicuramente cosa gradita.
Man mano che si avvicinerà l'uscita è ovvio che i confronti tra Little Nightmares 3 e Reanimal si sprecheranno. L'impressione è che Supermassive Games non abbia voluto allontanarsi troppo da quello che è stato fatto nei capitoli precedenti, realizzando un episodio che sarà forse poco originale nel design dei mostri o nelle situazioni da affrontare, ma che di sicuro non dovrebbe scontentare i fan preoccupati dal passaggio di testimone. Con l'uscita prevista al 2025 manca ancora un bel po', le due demo provate alla Gamescom ci hanno rassicurato proprio su questo fronte: Supermassive ha chiaramente fatto i compiti a casa, e chi temeva che l'addio di Tarsier potesse snaturare la serie è probabile che alla fine dormirà sogni tranquilli (o piccoli incubi?).
CERTEZZE
- Fedele ai pilastri della serie
- Alcune ambientazioni davvero da brivido
DUBBI
- Per ora non abbiamo visto guizzi particolarmente originali
- Multiplayer solo online