Quando un publisher del calibro di 2K presenta un nuovo gioco è inevitabile raddrizzare tutte le antenne. D'altra parte parliamo dell'etichetta di capolavori del calibro di Borderlands, Bioshock, Civilization o Mafia, e questo senza nemmeno scomodare Rockstar e i suoi GTA e Red Dead Redemption.
Non che l'azienda sia nuova alle sperimentazioni, anzi: Marvel's Midnight Suns, LEGO 2K Drive o The Outer Worlds, quest'ultimo attraverso l'etichetta Private Division, dimostrano come ci sia sempre stato il coraggio e il desiderio di provare a trovare la nuova gemma da inserire nel primo catalogo. Il problema, al massimo, è la capacità di intercettare i gusti del mercato.
Project Ethos è un nuovo sparatutto in terza persona free-to-play sviluppato da 31st Union. Questa nuova esperienza prova a mescolare diversi elementi presi di peso da prodotti come Fortnite o Overwatch, per un'esperienza finale che punta tutto sul divertimento.
Le modalità di Project Ethos
Dopo averlo provato, infatti, l'impressione che abbiamo avuto è quella di un gioco divertente, realizzato in maniera competente. Una volta connessi al server, siamo stati accolti all'interno di un hub popolato da altri giocatori nel quale alcuni personaggi secondari ci hanno introdotto a due delle tre anime di Project Ethos: la modalità Trials e quella Gauntlet.
Trials è una modalità PvPvE. In altre parole verrete gettati in una mappa -momentaneamente come membro di una squadra da tre componenti - nella quale è possibile imbattersi in avversari reali, ma anche in altri controllati dal computer. A questo punto l'obiettivo non sarà semplicemente quello di sopravvivere in stile battaglia reale, ovvero esplorando i dintorni alla ricerca di potenziamenti delle armi o dell'armatura, ma sarà fondamentale anche sviluppare il proprio alter ego nel modo migliore.
All'inizio di ogni partita, infatti, occorre selezionare uno dei sei eroi disponibili, ognuno caratterizzato da armi e abilità uniche, in stile Overwatch. C'è quello che cura, quello più incentrato sui danni e quello in grado di muoversi più velocemente: la rosa iniziale garantisce già una buona varietà, ma sarà possibile poi personalizzare la propria scelta durante la partita e indirizzare le sue capacità a seconda del proprio stilo o dell'andamento del match. In stile roguelike, infatti, gli eroi possono evolvere e acquisire sempre più potenziamenti. Quali, dipenderà un po' dal caso e un po' dalle vostre decisioni. Ogni volta, infatti, sarete messi di fronte a tre alternative, dalle quali pescare quella che riterrete la migliore. A questo punto l'obiettivo sarà quello di portare a termine gli obiettivi presentati sulla mappa e poi resistere agli assalti nemici, non importa se umani o sintetici, in attesa dell'estrazione.
Diversamente da Trials, Gauntlet è un'arena competitiva 3v3v3v3 senza possibilità di fuga, in cui la prima squadra a ottenere tre vittorie si aggiudica la partita. Si tratta di una rivisitazione dei deathmatch a squadre nella quale, anche in questo caso, la novità risiede negli eroi, nelle loro strategie e nella possibilità di evolverli durante lo scontro con nuovi poteri e potenziamenti. Con meno libertà rispetto a Trials, in Gauntlet emerge il bisogno di bilanciare al meglio le armi e le abilità degli eroi, magari con un sistema a carta, forbice e sasso, in modo da non trovarsi sempre contro le stesse formazioni e avere le contromisure per determinati personaggi.
Un hero shooter roguelike free-to-play
Ci verrebbe da definire Project Ethos un hero shooter roguelike free-to-play. Questo lunghissimo (e un po' brutto) scioglilingua serve, però, a sottolineare come la prima fatica di 31st Union, in realtà, sia un collage di esperienze già codificate e viste in altri lidi.
Nel test pubblico che 2K ha organizzato qualche giorno fa tutto è andato liscio: la connessione di rete è stata piuttosto stabile e performante, non abbiamo incontrato bug invalidanti e il motore di gioco non è particolarmente spinto, ma sembrava già essere ben ottimizzato. Quella che sembra mancare a Project Ethos è la personalità.
Il design degli eroi sembra essere preso di peso da Overwatch, il gameplay mette insieme pezzi dello sparatutto di Blizzard, con Fortnite e uno shooter a estrazione a caso. Su tutti spolverate un po' di roguelike e il gioco, letteralmente, è fatto. Solo che questo potpourri sembra arrivare sui nostri piatti qualche anno troppo tardi. Il mestiere c'è, ma sembra mancare quella scintilla per emergere in un mercato tanto, troppo saturo. Il rischio è quello di avere un nuovo Concord e l'ennesima dimostrazione che i grandi publisher o hanno perso il polso del mercato, o sono vittime di tempi di sviluppo troppo lunghi per poter star dietro a un panorama in costante e vorticosa evoluzione.
31st Union è stato fondato nel 2019 dall'ex co-fondatore di Sledgehammer Games Michael Condrey e probabilmente è da allora al lavoro su Project Ethos. Solo che in questi 5 anni molto è cambiato: riuscirà lo studio a trovare quel qualcosa di particolare per consentire al suo gioco di emergere?
Project Ethos sembra essere divertente: mescola meccaniche da sparatutto in terza persona con eroi a elementi roguelike e da estrazione, per un mix perlomeno originale. Quello che, invece, non colpisce particolarmente è lo stile grafico, che deve molto a Overwatch e il fatto di arrivare in un mercato ipersaturo, nel quale esperienze similari abbondano. I dubbi, quindi, arrivano più da fattori esterni che da quelli interni: è ancora tempo per esperienze di questo tipo? C'è da dire che l'iter di pubblicazione del progetto è ancora lungo e il pedigree dello studio e del publisher non si discutono: Project Ethos ha ancora tutto da dimostrare, ma anche tutto il tempo per farlo.
CERTEZZE
- Tre modalità al prezzo di uno
- Tecnicamente è già piuttosto leggero e ottimizzato
- Divertente da giocare
DUBBI
- Manca di personalità
- Arriva troppo tardi?