Inpreditore di successo, politico, visionario e per alcuni anche una figura controversa. Elon Musk può piacere o meno, ma tutti conoscono il magnate dietro SpaceX, Tesla, X e tantissime altre aziende e progetti multimiliardari. In questo articolo, però, vogliamo concentrarci e approfondire esclusivamente un lato poco conosciuto di questo personaggio e più interessante dal punto di vista di un sito come il nostro. Musk, infatti, è anche un grandissimo appassionato di videogiochi, ha persino un passato da sviluppatore e potrebbe avere un ruolo di primo piano nel futuro di questo settore grazie all'intelligenza artificiale.
Passato: l'Elon Musk videogiocatore e sviluppatore
Prima dei grandi e ambiziosi progetti legati allo spazio con SpaceX e alle auto elettriche con Tesla, Elon Musk è stato (ed è tuttora) rapito dal fascino dei videogiochi. A tal punto che nel 1984, dopo aver studiato la programmazione da autodidatta per circa due anni, a soli dodici anni crea Blastar, uno sparatutto basilare ispirato a Space Invaders e ambientato nello spazio (a quanto pare una costante nella vita del magnate), dove il giocatore prende il controllo di una navicella con l'obiettivo di eliminare gli alieni che gli si parano davanti.
Sia chiaro, parliamo di un progetto squisitamente amatoriale e che non verrà annoverato tra le pietre miliari dei videogiochi. Per sua stessa ammissione al portale WaitButWhy è stato "un gioco triviale... ma meglio di Flappy Bird". Eppure, denotando già all'epoca un grande spirito imprenditoriale, riuscì comunque ad attirare l'interesse della rivista sudafricana PC and Office Technology, che decise di pubblicare le 167 righe che ne componevano il codice sorgente pagando al giovanissimo Musk ben 500 dollari per la licenza. Siete curiosi? Allora sappiate che è stata realizzata una versione web del gioco, completamente gratuita, che trovate a questo indirizzo.
Stando alla ricostruzione della biografia di Elon Musk realizzata da Walter Isaacson (che citeremo più volte nel corso dell'articolo), Blastar "ha dato inizio alla sua dipendenza a vita dai videogiochi". Negli anni successivi Musk realizzò e vendette allo stessa testata le licenze di altri due giochi, "uno simile a Donkey Kong e l'atro simulava roulette e blackjack".
Facciamo un salto temporale al 1994, quando nel pieno degli stage universitari, Musk entra tra i ranghi di Rocket Science Games, uno studio di sviluppo californiano che ha operato tra il 1993 e il 1997. La sua mansione era quello di programmatore per sparatutto su rotaia FMV (molto in voga in quel periodo) come Cadillacs and Dinosaurs: The Second Cataclysm e Loadstar: The Legend of Tully Bodine.
La compagnia avrebbe anche voluto assumere Musk a tempo pieno, tuttavia è proprio in questo periodo che "ha realizzato che amava i videogiochi e aveva le abilità per farci dei soldi creandoli", ma che avrebbe dovuto puntare più in grande. "Volevo avere un impatto maggiore", ha detto Musk nella biografica realizzata da Isaacson. Fu così che, abbandonato l'impiego presso Rocket Science Games e gli studi in fisica applicata, nel 1995 fondò con il fratello Kimbal la sua prima azienda, Zip2, una software house che realizzava e vendeva guide cittadine online per l'industria editoriale.
Presente: la passione per Elden Ring e Diablo 4
Negli anni successivi Musk fonda e mette le mani in tantissime aziende miliardarie, come PayPal, Space Exploration Technologies Corporation (o SpaceX per gli amici), Tesla, Solar City, l'azienda di infrastrutture The Boring Company, OpenAI, Twitter (ora X) e xAI. In tutto ciò non ha comunque mai abbandonato la sua passione per i videogiochi, un settore che segue con grande interesse e di cui parla spesso sui social senza peli sulla lingua. Non tutti pareri condivisibili o apprezzati, come quando ha affermato di non giocare a GTA perché non vuole commettere crimini neppure in un gioco oppure le aspre critiche ad Avowed, a suo avviso reo di aver preso una deriva troppo woke. Spulciando in rete, inoltre, è possibile trovare tantissimi aneddoti sul suo rapporto con i videogiochi, alcuni anche piuttosto strambi.
Uno dei più famosi riguarda la visita agli studi di CD Projekt RED per accompagnare l'allora compagna e cantante Grimes, ingaggiata dallo studio polacco per doppiare il personaggio di Lizzy Wizzy in Cyberpunk 2077. Quella che doveva essere una visita di cortesia si è trasformata in una situazione surreale, dato che Musk ha avuto la bella idea di presentarsi letteralmente armato di pistola (seppur con intenti non violenti), chiedendo agli sviluppatori di avere una parte nel gioco sotto forma di personaggio non giocante. Non è mai stato chiarito se effettivamente la proposta sia stata rifiutata da CD Projekt o se il team abbia accettato per avere poi dei ripensamenti, fatto sta che nella versione finale di Cyberpunk 2077 di Musk non vi è traccia.
È ben nota anche la sua passione per Elden Ring, tanto da portarlo a condividere su X le strampalate build del suo personaggio, apparentemente fatte a casaccio e diventate un vero e proprio meme nella community del soulslike di FromSoftware. Non solo, citando nuovamente la biografia di Isaacson, nel 2022 Musk giocò fino alle 5:30 del mattino al soulslike di FromSoftware per allentare lo stress, dopo aver fatto un'offerta formale per l'acquisizione di Twitter.
Ora, l'esempio di Elden Ring potrebbe dare l'idea che Elon Musk sia un videogiocatore appassionato, ma occasionale. Niente di più sbagliato. Come abbiamo riportato anche sulle nostre pagine nelle scorse settimane, tra la gestione di un'azienda multimiliardaria e l'altra, il magnate ha prima raggiunto la top 20 dei migliori giocatori di Diablo 4, per poi conquistare il record per il completamento più rapido di un Pit di livello 150. Un'impresa da speedrunner e non alla portata di tutti insomma, per quanto a suo avviso "per giocare a Diablo 4 non serve alcuna abilità particolare".
Futuro: streaming di videgiochi su X e studi di sviluppo basati sull'IA
Potremmo continuare con questi curiosi aneddoti, ma preferiamo piuttosto concentrarci sul Musk imprenditore e del suo coinvolgimento nell'industria videoludica. Come sicuramente saprete, nel 2022 ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, cambiandone il nome in "X". Nei piani del magnate questo passaggio doveva essere solo un primo passo in un piano a lungo termine per trasformare la piattaforma social in una sorta di app "tuttofare", allineandosi ad esempio al popolare WeChat in Cina, includendo anche funzionalità di messaggistica e sistemi di pagamento.
A questo proposito, Musk a ottobre del 2023 ha annunciato di voler integrare in X il supporto allo streaming di videogiochi su PC e console PlayStation e Xbox, alla stregua di quanto avviene su Twitch e YouTube. Sappiamo che questa funzionalità è effettivamente in corso d'opera, e lo stesso Musk lo ha dimostrato giocando in diretta streaming Diablo 4 in più occasioni. Tuttavia, da mesi ormai non ci sono stati più aggiornamenti significativi sul progetto, che forse potrebbe essersi addirittura arenato, considerando che recentemente PlayStation e Nintendo hanno dismesso l'integrazione di X per la condivisione di contenuti dalle proprie console.
Arriviamo infine a poche settimane fa, quando Musk ha annunciato l'intenzione di fondare uno studio di sviluppo di videogiochi in larga parte basato sull'intelligenza artificiale tramite la sua startup xAI. A sua detta, il progetto mira a rivoluzionare il settore videoludico, creando opere innovative in grado di "rendere di nuovo grandi i videogiochi", qualsiasi cosa significhi.
"Troppi studi di sviluppo di videogiochi sono posseduti da corporation enormi. xAI avvierà uno studio basato sull'intelligenza artificiale per rendere di nuovo grandi i videogiochi."
Sia chiaro, Musk non è il primo e non sarà neppure l'ultimo a suggerire un uso sempre più massiccio dell'IA nei videogiochi, che anzi è uno dei temi più caldi per il settore negli ultimi anni. Ad esempio, anche Microsoft è molto attiva su questa integrazione, tanto da aver stretto una collaborazione con Inworld AI per creare degli strumenti per gli sviluppatori di Xbox che permettano di creare personaggi, storie e quest tramite l'intelligenza artificiale generativa, giusto per far capire l'impatto che questa tecnologia potrebbe avere sul processo creativo, i tempi di produzione e i costi. Tuttavia, Musk potrebbe avere tutte le carte in regola per farsi portavoce e pilastro di questa "rivoluzione": ha la passione per il medium, le risorse e le infrastrutture, i fondi e soprattutto, che piaccia o meno, la capacità di sfidare le convenzioni e introdurre cambiamenti radicali in qualsiasi settore. Solo il tempo ci dirà se sarà una scommessa vinta o un buco nell'acqua.