Come si gioca?
Resident Evil Outbreak ci porta nell’inferno di una city americana, Raccoon City, devastata da un terrificante morbo che riporta in vita i morti e trasforma gli animali in sanguinarie creature da incubo affamate di carne umana. I fatti narrati in questa ennesima avventura del survival horror più famoso e più longevo di sempre sono ambientati poco prima e durante gli avvenimenti vissuti dai videogamers in Resident Evil 2. Concettualmente, la struttura di gioco della nuova fatica Capcom, ricorda per certi versi il recente FF X-2 di Square: un’avventura divisa in missioni, unite fra di loro da una trama semplice e lineare che funge da filo conduttore. In Resident Evil Outbreak, infatti, il videogiocatore dovrà affrontare cinque missioni (Outbreak, Below the freezing point, The Hive, Hellfire e Decision, Decision’s), alcune delle quali sono rivisitazioni di aree presenti in precedenti capitoli, come il Raccoon City Hospital, allo scopo di portare in salvo da una zona “infestata” se stesso ed i propri compagni. Ogni missione è autoconclusiva, e alla fine di ognuna di esse vi verrà assegnato un punteggio dopo aver assistito ad un finale diverso a seconda del personaggio “interpretato”. In base agli oggetti raccolti, ai cosiddetti SP Item (Special File’s), etc, potrete sbloccare decine e decine di oggetti, che svariano dai filmati in CG a nuovi costumi, dai personaggi nascosti (una ventina in tutto, compresa una nostra vecchia conoscenza da RE2…) a delle gallery colme di artwork. Finire più volte una missione, insomma, in REO è un obbligo, se si vuole davvero completare il gioco al 100% e assaporare al meglio ogni singolo dettaglio. Completando poi i cinque scenari, potrete assistere al finale generale, anche questo influenzato dai personaggi stessi e da alcune scelte fatte durante l’avventura. Ovviamente non voglio svelarvi nulla per non rovinarvi la sorpresa. Vi possiamo solo anticipare che esistono finali multipli, buoni o cattivi.
Otto personaggi in cerca d’autore…
In REO ci sono otto personaggi selezionabili all’inizio di ogni missione. Ognuno di questi personaggi ha abilità ed IA proprie che lo rendono unico e che ne influenzano il comportamento durante le fasi più calde dell’avventura. Così, ad esempio, il nostro agente di polizia Kevin, armato di pistola non esiterà ad aprire il fuoco su ogni creatura gli si parerà di fronte per attaccarlo, mentre l’abile giornalista Alyssa non lesinerà nessuna energia per forzare la serratura di una porta oltre la quale trovare la fuga. Gli altri personaggi sono George, un paramedico abile nella creazione di erbe curative, Yoko, una deliziosa ragazza genio dell’informatica, la quale nasconde un piccolo segreto che non voglio rivelarvi, David, l’esperto d’armi, che riesce a combinare fra loro diverse parti di pistole e company per potenziarle e renderle ancora più distruttive, Jim, un ferroviere appassionato di puzzle ed enigmi, Cindy, una barista molto perspicace ma rompiscatole, spesso incline a non obbedire ai vostri ordini per paura di venire attaccata, e Mark, una guardia di sicurezza, ex marine che ha combattuto in Vietnam e che dunque ha grande esperienza specie nella lotta corpo a corpo e nella organizzazione di tattiche di difesa. In base al personaggio che sceglierete di impersonare, la Cpu vi assegnerà due compagni di default. Il quarto, nell’off-line mode, o non c’è oppure è presente come zombi, quasi fosse stato ucciso fin da subito. Ad esempio, se selezionerete David in modalità Easy, avrete come compagni di avventura Mark e Kevin, cioè un agente di sicurezza ed un poliziotto. Ovviamente cambiando personaggio cambieranno i compagni di avventura e anche alcuni aspetti del gioco, dalla introduzione ai filmati “in- game”, al concetto stesso di gameplay, visto che diversi personaggi significano diverse abilità e diverso approccio all’avventura. Le combinazioni fra personaggi e situazioni sono molteplici e consentono al titolo Capcom una certa rigiocabilità, elemento questo fondamentale per un gioco altrimenti troppo poco longevo. Provate a salvare Bob, l’amico ubriaco di Mark (con quest’ultimo nel team). A livello Easy lo vedrete, ferito, farla finita sul terrazzo sparandosi un colpo alla tempia. Fatelo a livello Hard e lo vedrete trasformarsi improvvisamente in uno zombi! Come potete notare ogni personaggio ha delle caratteristiche inerenti proprio allo stile di gioco della serie Resident Evil: sparatutto, risoluzione puzzle e enigmi, uso dei computer, manipolazione e potenziamento armi, miscellanea di erbe curative. Solo che mentre negli altri episodi della saga eravate voi stessi con il singolo personaggio (o al massimo con l’aiuto di un secondo character controllabile in brevi sezioni di gioco) a poter compiere tutte queste azioni, in REO esse saranno ridistribuite all’interno del team.
Innovazione che passione…
Oltre all’introduzione di un nuovo engine grafico simil- 3D (alla Resident Evil: Code Veronica per intenderci) che alterna inquadrature fisse ad altre più mobili, la vera novità di REO in se è la giocabilità, l’approccio stesso che dovrà avere il videogamer all’avventura, che è ora incentrata quasi del tutto sulla cooperazione fra i vari elementi che compongono il gruppo di sopravvissuti.. Inutile sottolineare come questo elemento aggiunga alla serie e al titolo in questione una certa componente strategica atta a migliorare il gameplay e a rinnovarlo senza però stravolgere troppo il concetto stesso del capolavoro Capcom: lotta se vuoi sopravvivere. Per comunicare con i vostri sventurati compari ed impartirgli degli ordini (semplici) potrete usare la voce del personaggio che controllate, con tutte le limitazioni del caso. Muovendo la levetta analogica Destra, infatti, il vostro Pg esclamerà: “Com’n”, “Go”, “Help Me”, “Thanks”, mentre col Tasto Quadrato dirà frasi generiche a seconda delle circostanze (compresa qualche sana parolaccia!!). I vostri compagni, in base al proprio carattere, eseguiranno o meno i vostri ordini. Certo, se chiederete aiuto, qualcuno correrà in vostro soccorso, a patto di trovarsi almeno a portata di udito… Tuttavia fate attenzione a chi avete vicino. Come accennato poco fa, ogni NPCs ha caratteristiche proprie anche nel modo di comportarsi e di reagire al pericolo. Se ad esempio affidate ad una tremante Yoko il compito di sorvegliare l’ingresso di una stanza mentre voi vi accingete a esplorare l’area, non è detto che la ragazza esegua correttamente il compito assegnatole. Presa dal panico per essere rimasta sola la ragazza potrebbe fuggire oppure non riuscire a respingere l’assalto di qualche creatura costringendovi così a tornare indietro per salvarla o peggio ancora ad affrontare improvvisamente dei nemici che vi giungono alle spalle! Ma le novità introdotte da Capcom non finiscono qui. Cosa accade se disgraziatamente si rimane senza munizioni per le nostre armi e senza un qualsiasi oggetto contundente (pensate, ci si può difendere perfino con una scopa trovata in uno sgabuzzino!) fra le mani? Semplice, ci si nasconde sotto ad un letto per evitare di essere attaccati, oppure, emuli di Solid Snake, dentro ad un armadietto, nella speranza di non essere visti o sentiti dai cari estinti semoventi. Se poi non dovesse bastare tutto questo è sempre possibile barricarsi dentro ad una stanza sigillando le porte con assi di legno e chiodi, oppure difendersi a mani nude rifilando dei calcioni o delle spallate ai nemici. E gli zombi? Stupidi si, ma anche tanto affamati. Anche loro avranno delle nuove “abilità” come quella di sfondare le porte se in grande numero, mentre si registrano la presenza di alcune nuove creature e la rielaborazione di quelle vecchie, come un più umanoide Licker, ma molto più letale che in passato… Altra aggiunta di rilievo è inoltre l’infezione dei personaggi: ognuno dei membri del gruppo è debilitato dal T-Virus, e man mano che procederete nel livello, esso aumenterà lo stadio dell’infezione fino a condurvi a morte certa. Un suggerimento: tenete d’occhio l’indicatore azzurro in basso a destra dello schermo: segnala lo stato di avanzamento del T-Virus nel vostro organismo. Potete rallentare o fermare il contagio utilizzando una delle pillole che troverete sparse per gli scenari, tuttavia basta poco per farvi riprendere l’infezione, il che, come detto, porterà ad una atroce fine il vostro alter-ego virtuale e al Game Over. A proposito di GO, l’unico aspetto negativo autentico del gioco che va evidenziato è l’insulso sistema di salvataggio del gioco: alla Capcom devono essere degli autentici masochisti, in quanto lo hanno concepito davvero male. Infatti è si possibile salvare in determinati punti delle missioni, ma non si potrà continuare da li una volta uccisi. In pratica dovrete ricominciare daccapo ogni livello se verrete eliminati, una cosa davvero frustrante se giocate a livello avanzato oppure in scenari particolarmente lunghi e difficili come Hell Fire. In definitiva i Save Point fungono solo da punto di ripartenza se decidete di fare una pausa di gioco e fermarvi un attimo SENZA spegnere la console… Per il resto, se escludiamo i caricamenti un po’ troppo lunghi (praticamente assenti per i possessori di hard disk), il gioco sembra destinato a colmare l’assenza sulla Ps2 della serie originale.
Note conclusive
Concludiamo il nostro viaggio nei meandri di Outbreak dando una breve occhiata agli aspetti grafici e sonori. I personaggi in generale e gli scenari sono molto dettagliati e curati in ogni aspetto. La scelta di utilizzare colori soft, quasi pastello, contribuisce poi a rendere molto più realistico il contesto in cui si svolge la nostra avventura. Soprattutto in determinate aree cupe, questo permette di rendere al meglio l’atmosfera grigia e angosciante delle periferie sub-urbane delle metropoli americane. Ottimi gli effetti di luce e quelli corpuscolari, come i vapori che fuoriescono dalle condutture rotte o le fiamme. Tutta questa abbondanza estetica non sembra influire più di tanto sulla fluidità delle animazioni, tranne in qualche caso raro. I filmati in CG sono realizzati con la consueta maestria di “mamma” Capcom e servono a rendere più drammatica e vera l’esperienza del videogiocatore. Le musiche prodotte da Akihiko Matsumoto sono degne di un film, così come da una pellicola del genere sembrano tratti tutti i campionamenti inerenti i vari grugniti, lamenti e rumori emessi dalle creature e l’atmosfera sonora generale che si respira durante l’avventura è da incubo. A questo punto non ci resta che attendere impazienti l’uscita del gioco in una lingua più comprensibile per noi occidentali, in modo da potervi offrire una recensione completa e dettagliata di quello che è destinato a diventare “il gioco che cancellerà l’amarezza dai cuori dei fan’s della saga su Ps2”.
…E passiamo alle notizie locali. Il Sindaco di Raccoon City non ha voluto commentare le assurde voci riguardanti presunti casi di “resurrezione dei cadaveri”. “Non siamo in un film dell’orrore” ha detto indispettito. Tuttavia ha poi invitato i cittadini a non uscire di casa…
Ma non poteva dirlo prima? E’ questo quello che devono aver pensato i protagonisti di Outbreak, l’ultima fatica videoludica targata Capcom. Ma bando alle ciance. Dopo una introduzione dal taglio cinematografico, verrete catapultati all’interno del J’S Bar, dove un gruppo di avventori è intendo a sorseggiare un drink o a rilassarsi dopo una dura giornata di lavoro. Improvvisamente nel locale fa irruzione uno strano individuo, ed è il caos.