Animal Crossing: New Horizons ci sta piacendo da pazzi, e ve lo abbiamo ripetuto talmente tante di quelle volte che forse avrete già da tempo iniziato ad odiarci. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare questo video all'unica alternativa possibile al gioco per Nintendo Switch, ovvero Stardew Valley. Parliamoci chiaro, oltre a essere giocabile solo dai possessori di Switch, Animal Crossing non è adatto ad ogni palato: il fatto di funzionare in tempo reale allunga ogni attesa di ore, se non giorni e settimane. Per questo stesso motivo, ciò che è possibile fare nel gioco giapponese, si esaurisce spesso in trenta o poco più minuti: prendi la legna, consegni un po' di insetti al museo, raccogli qualche Punto Nook e poi sei pronto per salutare e tornare più avanti, magari in serata, magari la mattina seguente. È un concept straordinario, quello di Animal Crossing, perché spalma le sue sorprese lungo un intero anno e forse anche di più, ma che poco si adatta a chi vuole un gioco più intenso, complesso e soprattutto capace di tenerti attaccato allo schermo per ore ed ore.
La storia di Eric Barone
Stardew Valley somiglia molto ad Animal Crossing, ma pesca a piene mani anche da giochi come Rune Factory e soprattutto Harvest Moon di cui è, paradossalmente, il miglior esponente. Questo perché il designer, il programmatore, il grafico nonché musicista di Stardew Valley, Eric Barone, puntava proprio a questo: realizzare il miglior Harvest Moon di sempre e dannazione se c'è riuscito in pieno, rischiando tantissimo in prima persona. Quando Barone ha lasciato un lavoro sicuro (ma decisamente poco interessante e in linea con i suoi studi da informatico) per inseguire questo sogno, non si è solo lasciato alle spalle uno stipendio fisso: i suoi genitori lo hanno continuamente attaccato ripetendogli di aver fatto una grande scemenza, e nello stesso modo si è comportata la sua fidanzata arrivando persino a lasciarlo. Quando un prodotto nasce da un simile background (descritto nel dettaglio e con toni epici nel libro Blood, sweat, and pixels) al suo interno nasconde sempre una scintilla di vita particolarmente luminosa, il proverbiale quid che ti rende speciale. Il destino di Stardew Valley rispetta la regola alla perfezione, ed è anche per questo che in pochissimi anni è arrivato a piazzare la ragguardevole cifra di dieci milioni di copie vendute (che ora potrebbero essere molte di più).
Gameplay sopraffino
Al contrario di Animal Crossing e le sue partite da 30 minuti, a Stardew Valley si può giocare per 30 ore al giorno senza battere ciglio, gestendo una fattoria che verrà plasmata da tutti i vostri/nostri sforzi. È a dir poco pazzesco quanta profondità nasconde ogni singolo aspetto di questo gioco: c'è un sistema di pesca tra i più semplici e divertenti di sempre (ma mica è facile farli abboccare), tantissimi NPC con i quali stringere amicizia e naturalmente c'è la fattoria da gestire ed espandere, costruendo anche nuove strutture come silos per immagazzinare il grano da usare in inverno e stalle da riempire di animali. Le mucche potranno essere munte, e il latte ricavato potrà essere venduto subito per un incasso veloce, oppure lavorato qualche giorno in più per trasformarlo prima in formaggio, e lo stesso è possibile fare con le uova delle galline, processabili in ottima maionese. C'è persino una grutta che potremo trasformare in fungaia. E poi potremo allargare e arredare, scaldarci con un animale da compagnia, costruire e pensare nuovi sistemi di irrigazione sempre più performanti, esplorare dungeon procedurali e addirittura sposarci e figliare. Misteri da risolvere, logistica da approfondire, sorprese quasi ogni giorno che andranno a comporre un'altra di quelle vite parallele di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Smettere di giocare a Stardew Valley è davvero difficile, quasi impossibile.
In più, e forse sono le quattro cose più importanti: è disponibile praticamente su ogni piattaforma, costa poco, è adatto ad ogni età e... c'è l'italiano.