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I videogiochi tratti da manga e anime stravolti in occidente

C'è stato un periodo in cui manga e anime erano poco conosciuti in occidente, e così diversi giochi tratti da quelle opere sono stati stravolti prima di arrivare.

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   08/04/2024
I videogiochi tratti da manga e anime stravolti in occidente

Il concetto di gioco su licenza, in particolare per le produzioni basate su manga e anime, è decisamente cambiato nel corso del tempo, complice la generale maturazione del medium videoludico e l'avvento di tecnologie in grado di ricreare lo stile, le atmosfere, i personaggi, le trame e le sequenze stesse delle opere di riferimento.

Sentir parlare oggi di un nuovo titolo basato su questa o quella serie giapponese è assolutamente normale, come accadrà col prossimo SandLand, ma c'è stato un periodo, più o meno a cavallo fra l'epoca dei sistemi a 8 bit e quella dei sistemi a 16 bit, in cui la situazione era ben diversa. Quelle storie erano poco conosciute in occidente e dunque alcuni publisher hanno pensato di... adattarle al nostro mercato.

Fra censure, riscritture e modifiche più o meno rilevanti, ecco un breve elenco dei videogiochi tratti da manga e anime che sono stati stravolti in occidente.

Black Belt (Hokuto no Ken)

Hokuto no Ken a confronto con Black Belt
Hokuto no Ken a confronto con Black Belt

Dal manga di Hokuto no Ken, meglio conosciuto in Italia con il titolo di Ken il Guerriero, sono stati tratti numerosi videogiochi, in particolare una lunga serie di picchiaduro a incontri per SNES che tuttavia non hanno mai goduto di una distribuzione ufficiale in occidente. Prima di allora, tuttavia, l'opera di Buronson e Tetsuo Hara è approdata in qualche modo anche da noi con Black Belt e Last Battle.

Pubblicato su SEGA Master System nel 1986, Black Belt è una versione profondamente modificata di Hokuto no Ken, con personaggi e scenari ridisegnati al fine di eliminare qualsiasi traccia della licenza originale. Kenshiro nel gioco diventa dunque un "normale" esperto di arti marziali, le sue tecniche non provocano l'esplosione dei nemici e anche lo scenario post-apocalittico dell'anime viene rimpiazzato.

Last Battle
Last Battle

Qualcosa di simile accade con Last Battle, uscito nel 1989 su Mega Drive: sebbene l'ambientazione non venga modificata e la grafica rimanga per lo più intatta, Kenshiro e tutti gli altri personaggi cambiano nome, la storia viene riscritta, i nemici volano via anziché esplodere a mezz'aria e alcuni boss vengono colorati perché sembrino degli alieni, così che il loro scoppio non provochi particolari fastidi.

Chubby Cherub (Obake no Q-Taro)

Chubby Cherub e Obake no Q-Taro: WanWan Panic a confronto
Chubby Cherub e Obake no Q-Taro: WanWan Panic a confronto

La leggendaria coppia di autori giapponesi Fujiko Fujio ha dato vita nel corso degli anni a tantissime opere di enorme valore: dal classico Doraemon a Carletto il Principe dei Mostri, da Superkid a Nino il mio amico ninja. Uno dei loro primi successi risale però al 1964: stiamo parlando del buffo Obake no Q-Taro, da cui sono state tratte ben tre serie animate e il videogioco conosciuto in occidente col titolo di Chubby Cherub.

Pubblicata su NES nel 1985, la versione rimaneggiata di Obake no Q-Taro: WanWan Panic apporta pesanti cambiamenti rispetto all'originale, sostituendo il fantasmino col terrore dei cani protagonista del manga con un... angioletto biondo. Per il resto, però, il gioco è uguale: un semplice platform in cui bisogna raccogliere oggetti e stare alla larga da vari antagonisti a quattro zampe.

Circus Caper (Moeru! Oniisan)

Moeru! Oniisan (a sinistra) e Circus Caper (a destra)
Moeru! Oniisan (a sinistra) e Circus Caper (a destra)

Scritto e disegnato da Tadashi Sato, Moeru! Oniisan è un manga del 1987 e racconta la storia di un ragazzo selvaggio, cresciuto sulle montagne, che un giorno si trova a fare i conti con un mondo civilizzato di cui ignorava completamente l'esistenza. Il successo della serie fa sì che venga subito realizzato un anime e subito dopo, nel 1989, un videogioco per NES.

In occasione della distribuzione occidentale del titolo, tuttavia, Toho decide di eliminare qualsiasi riferimento all'opera di Sato e così il gioco diventa Circus Caper: un platform privo delle montagne e delle strambe creature che popolavano le scene di Moeru! Oniisan, sostituite da scenari circensi e clown malvagi. In questo caso anche lo scontro in stile RPG col boss finale viene tagliato.

Cratermaze (Doraemon)

Abbiamo parlato poco fa del celebre duo Fujiko Fujio e del loro grande classico, Doraemon. Ebbene, il gatto-robot proveniente dal futuro, "che non ha mai paura di farsi male", dotato di una "tasca magica" da cui può tirare fuori letteralmente di tutto, è stato protagonista di un puzzle game in stile Bomberman per PC Engine, Doraemon: Deikyu Daisakusen.

Il gioco approda anche in occidente nel 1989, ma in una versione pesantemente modificata: viene intitolato Cratermaze, la schermata di avvio finisce per essere completamente ridisegnata e Doraemon viene sostituito da un anonimo ragazzino in tuta blu, che all'inizio della partita vola nello scenario utilizzando un jetpack al posto dell'iconica elica a ventosa.

Dragon Power (Dragon Ball)

Dragon Ball e Dragon Power a confronto: le modifiche riguardano soprattutto gli sprite dei protagonisti.
Dragon Ball e Dragon Power a confronto: le modifiche riguardano soprattutto gli sprite dei protagonisti.

Dragon Ball si pone senza alcun dubbio come uno dei franchise più popolari di sempre, in tutto il mondo, ma all'inizio la situazione era ovviamente diversa: il manga di Akira Toriyama è stato pubblicato a partire dal 1984 e nel 1986 sulle reti giapponesi ha fatto il proprio debutto la serie animata, che però avrebbe varcato i confini nipponici solo più tardi.

Contestualmente arriva su NES il gioco Dragon Ball: Shenron no Nazo, distribuito un paio di anni dopo in occidente col titolo di Dragon Power, probabilmente per evitare i costi della licenza ufficiale. Come ormai da tradizione, i personaggi vengono modificati, la storia rimaneggiata (specie la celebre sequenza iniziale fra Muten e Bulma...), le Sfere del Drago diventano Sfere di Cristallo ma resta intatta la piacevole formula in stile Zelda del tie-in.

Ninja Kid (GeGeGe no Kitaro)

Ninja Kid e GeGeGe no Kitaro: Yokai Daimakyo
Ninja Kid e GeGeGe no Kitaro: Yokai Daimakyo

GeGeGe no Kitaro, conosciuto anche in Italia con il titolo di Kitaro dei Cimiteri, è un classico del 1959 firmato Shigeru Mizuki, diventato talmente popolare da godere di trasposizioni animate ricorrenti: ben sei, di cui l'ultima risalente al 2018, che conta la bellezza di novantasette episodi ed è disponibile sulla piattaforma streaming Crunchyroll.

Chiaramente anche i tie-in videoludici sono stati numerosi ma ci interessa in questo caso solo il primo, uscito su NES nel 1986 con il titolo di GeGeGe no Kitaro: Yokai Daimakyo e trasformato in un semplice Ninja Kid in occasione dell'approdo in occidente: un simpatico platform che avrebbe potuto fare da apripista per l'opera di Mizuki, e che invece è stato riconfezionato al fine di eliminare qualsiasi riferimento all'originale.

Street Combat (Ranma 1/2)

Ranma 1/2: Chonai Gekitohen a sinistra e Street Combat a destra
Ranma 1/2: Chonai Gekitohen a sinistra e Street Combat a destra

Con i suoi 55 milioni di copie vendute in Giappone, Ranma 1/2 si pone come l'opera in assoluto più celebre della leggendaria Rumiko Takahashi, creatrice anche di serie come Urusei Yatsura (da noi Lamù) e Inuyasha. A questa incredibile popolarità, consolidata da due anime e diversi lungometraggi, sono ovviamente corrisposte numerose trasposizioni videoludiche, ma la prima ad approdare su SNES è stata pesantemente rimaneggiata per il debutto negli USA.

Stiamo parlando di Ranma 1/2: Chonai Gekitohen, un picchiaduro a incontri del 1992 realizzato sull'onda dello straordinario successo di Street Figthter 2, come accadeva spesso in quegli anni, ma che Irem ha pensato fosse il caso di modificare per il mercato americano, chiamandolo Street Combat e sostituendo Ranma e gli altri personaggi con un manipolo di combattenti dal design anonimo.

Tecmo Cup Soccer Game (Captain Tsubasa)

Captain Tsubasa per Famicom a confronto con Tecmo Cup Soccer Game su NES
Captain Tsubasa per Famicom a confronto con Tecmo Cup Soccer Game su NES

Captain Tsubasa, in Italia Holly & Benji, non poteva ovviamente mancare in questa lista di trasposizioni occidentalizzate. Parliamo del resto di un manga capace di vendere oltre 90 milioni di copie, da cui sono state tratte diverse serie animate e videogiochi, anche di recente produzione. Nel 1988, ai tempi del primo tie-in firmato Tecmo per NES, la situazione era però diversa e così si è proceduto a un profondo rimaneggiamento.

Il risultato è Tecmo Cup Soccer Game, un accattivante RPG sportivo che nelle intenzioni originali riprendeva le situazioni mostrate durante le partite di Captain Tsubasa, con i personaggi che potevano scegliere quale azione eseguire di volta in volta e piacevoli sequenze di intermezzo a premiarne gli sforzi, ma che nella versione occidentale sostituisce i protagonisti con generici calciatori biondi.

U.N. Squadron (Area 88)

Se è vero che la qualità media delle trasposizioni occidentalizzate di cui abbiamo parlato finora non è altissima, U.N. Squadron alza senza dubbio il livello e lo fa grazie al ben noto talento e all'esperienza di Capcom, che nel 1989 ha portato nelle sale questo tie-in di Area 88, il manga di Kaoru Shintani pubblicato in Giappone a partire dal 1979.

Forte anche di una conversione per SNES, U.N. Squadron è uno spettacolare sparatutto a scorrimento orizzontale in cui è possibile scegliere fra tre differenti personaggi, ognuno alla guida del suo aereo da combattimento. In questo caso le differenze fra l'originale e l'edizione realizzata per USA ed Europa sono poche, ma purtroppo oltre al titolo coinvolgono anche gli artwork di Shintani.