Spin-off della celebre saga Project Zero, Spirit Camera: Le Memorie Maledette è un titolo assolutamente encomiabile nella sua ricerca dell'innovazione. Anziché proporre una versione ridotta del gameplay della serie principale, infatti, Tecmo Koei ha preferito battere un sentiero ancora largamente inesplorato, unendo elementi classici del genere survival horror ad uno sfruttamento estensivo della fotocamera del 3DS e del relativo supporto per la realtà aumentata. Un progetto senza dubbio affascinante, che purtroppo però non è stato assolutamente in grado di convertire le proprie idee in un prodotto soddisfacente dal punto di vista ludico.
Camera Obscura senza paura
Il primo dei (tanti) problemi di Spirit Camera: Le Memorie Maledette coinvolge l'impianto narrativo, inconsistente, raffazzonato e sbrigativo soprattutto nelle premesse: l'utente viene informato da poche righe di testo di essere lo sfortunato destinatario di un pacco anonimo contenente una macchina fotografica ed uno strano diario (ovvero il 3DS ed il libretto compreso nella confezione): da qui in poi la trama si dipana fra i più banali e ritriti clichè dell'horror di matrice nipponica, senza concedere nemmeno un brivido lungo la schiena. Non esattamente una partenza con il turbo per un titolo che punta così tanto sull'atmosfera, anche se -come vedremo- non è certo questo il peccato più grave del prodotto Tecmo Koei. Nelle intenzioni degli sviluppatori, Spirit Camera: Le Memorie Maledette avrebbe dovuto rappresentare una nuova frontiera nell'utilizzo della realtà aumentata nel videogioco, alternando sequenze di gameplay più classiche ad interazioni fra la fotocamera del 3DS e il cosiddetto Diario Viola, un libretto costituito da 16 pagine di immagini.
Fondamentalmente, per proseguire nell'avventura è necessario anzitutto inquadrare la pagina giusta tramite l'obiettivo della console: a livello teorico tale processo dovrebbe sottostare all'analisi degli indizi raccolti, peccato però che lo spessore esiguo del libretto ed il suo essere quasi sempre sequenziale agli eventi nel gioco riducano la cosa ad una mera azione meccanica priva di qualsivoglia gratificazione. Le limitazioni tecniche della fotocamera della console, poi, non fanno che peggiorare le cose, costringendo l'utente a dover giocare in una stanza perfettamente illuminata tendendo le pagine ferme con le dita ed evitando il più lieve riflesso di luce, pena lo smarrimento del sensore. Quando funziona, perlomeno, Spirit Camera: Le Memorie Maledette lascia intravedere alcune soluzioni interessanti: le immagini del libretto prendono vita dando origine a brevi filmati o a modelli poligonali che si mescolano con l'ambiente circostante inquadrato dall'obiettivo del 3DS, per un effetto che -se non propriamente spettacolare- senz'altro ha pochi eguali nell'attuale panorama ludico dell'hardware Nintendo. Anche in questo caso, però, un potenziale punto forte del prodotto viene svilito da uno sviluppo evidentemente approssimativo e privo di idee davvero incisive, colpevole di far scemare subito la visualizzazione di eventi tramite realtà aumentata in una noiosa routine tutt'altro che spaventosa o minimamente inquietante.
L'effetto 3D
Come è noto, lo schermo tridimensionale della console Nintendo rende al suo meglio quando si tiene la console ben salda davanti a sé: ecco dunque che la necessità di muoversi continuamente in Spirit Camera: Le Memorie Maledette remi decisamente contro a questa funzione, costringendo l'utente ad abbassare completamente lo slider laterale pena un fastidioso sfarfallamento dell'immagine. Le poche volte che si riesce a stare fermi, comunque, si può apprezzare una riuscita profondità dell'immagine che ben si sposa con gli effetti in realtà aumentata.
Nota sul libretto
Quando non si litiga con la fotocamera per far sì che riconosca correttamente una pagina, Spirit Camera: Le Memorie Maledette colpisce per quanti pochi elementi strettamente ludici sia in grado di mettere sul piatto, al punto tale che viene quasi difficile definirlo un videogioco. Una buona parte dell'avventura si riduce nel girare su sé stessi e cercare il punto della stanza in cui si trova Maya, propria compagna di viaggio la cui unica funzione pare essere quella di allungare il brodo con linee di dialogo il più delle volte inutili e ridondanti. Il fatto stesso di dover ruotare costantemente la console costringe inoltre a giocare in piedi, o al massimo su una sedia girevole, sempre stando attenti a rimanere in una zona ben illuminata per i motivi spiegati nel paragrafo precedente. I "puzzle" che saltuariamente bisogna risolvere per sbloccare l'accesso a determinate pagine sono estremamente banali, e l'unico vero ostacolo alla loro risoluzione risiede nei frequenti bug in cui incappa il software. Di tanto in tanto, poi, il gioco offre delle sezioni in cui si abbandona momentaneamente la visualizzazione tramite la fotocamera per essere trasportati in scenari virtuali nei quali bisogna guardarsi attorno sfruttando il giroscopio della console e poco più.
L'unica componente vagamente attiva di Spirit Camera: Le Memorie Maledette è quella dei combattimenti, i quali sfruttano meccaniche ereditate direttamente dalla serie di Project Zero. Quando uno spettro ostile fa capolino, è necessario inquadrarlo e scattargli una foto per infliggere danni proporzionali al tempo in cui lo si è mantenuto nell'obiettivo: c'è anche un sistema di counter, che consente di annullare un attacco premendo l'otturatore un attimo prima che l'affondo vada a segno. Un ritmo sonnolento ed un livello di sfida pressoché nullo sono però gli unici elementi che spiccano durante questi frangenti, e parliamo delle sezioni meglio riuscite dell'intero pacchetto: in tal senso, si può accogliere quasi come un aspetto positivo il fatto che l'avventura abbia una durata incredibilmente breve (due-tre ore sono più che sufficienti per vedere i titoli di coda), ennesima riprova di come Spirit Camera: Le Memorie Maledette sia più una tech demo che un gioco vero e proprio. Una sensazione avvalorata dalla manciata di minigame che fanno da corredo alla campagna single-player, buoni per intrattenere un cuginetto per qualche minuto ma il cui valore ludico è di molto inferiore persino ai giochi dimostrativi per la realtà aumentata installati di default sul 3DS.
Conclusioni
Interessante come tech demo ma disastroso come videogame, Spirit Camera: Le Memorie Maledette fallisce nel tentativo di proporre un'avventura horror legata a doppio filo con la fotocamera del 3DS e gli effetti di realtà aumentata. Banale sotto il profilo narrativo ed incapace di incutere la benché minima inquietudine, il titolo Tecmo Koei è soprattutto un non-gioco, un'esperienza talmente breve, fallace e scarsamente interattiva che lascia a dir poco perplessi. Insomma, un'occasione sprecata malamente ed un triste monito per qualunque studio volesse cimentarsi nell'esplorazione delle feature alternative della console Nintendo.
PRO
- Idea di base originale
- Visivamente efficace
CONTRO
- Inconsistente a livello di gameplay
- Brevissimo e troppo facile
- Grossolani problemi tecnici