Dalle città di Morrowind alle segrete di Khorinis, da Baldur's Gate alle terre di Azeroth, il genere degli RPG si è negli anni circondato di una folta schiera di appassionati tra giovani e meno giovani. Eppure sarebbe interessante sapere quanti di loro hanno effettivamente avuto almeno un'esperienza con giochi di ruolo carta e penna, chi ha mai fatto anche solo una volta il Dungeon Master nascosto dietro a un grosso manuale di D&D, RuneQuest e Vampire the Masquerade. Realizzato dal team brasiliano Behold Studios, Knights of Pen & Paper nasce non tanto per ricreare le serate con gli amici seduti attorno a un tavolo, quanto più a omaggiare l'esperienza fatta di fantasia, interpretazione e completa libertà di scelta. Certo, parliamo pur sempre di un videogioco, ma il modo con cui viene presentato e alcune curiose idee riescono senza dubbio a fare breccia nei più nostalgici.
La compagnia del d20
Una volta creato uno o più personaggi, il giocatore realizza che la sua avventura si svolge in realtà all'interno di una spoglia stanza d'appartamento, in cui un gruppo di ragazzi sono riuniti attorno a un tavolo. È però nel momento in cui il Dungeon Master comincia a raccontare la storia che prende forma un'ambientazione fantasy popolata da creature ostili e dungeon pieni di trappole. L'utente si trova continuamente a passare dal ruolo di DM a quello degli eroi: non solo deve lanciarsi in una serie di combattimenti più o meno difficili o decidere il percorso da prendere, ma deve anche scegliere le missioni che coinvolgono di volta in volta i protagonisti o la tipologia di avversari che si trovano a dover eliminare.
Attenzione però a non fraintendere, perché tralasciando qualche piccolo privilegio e qualche infima scelta decisionale, la libertà di modellare l'avventura, tipica del Dungeon Master, non trova granché spazio in Knights of Pen & Paper, presumibilmente per andare incontro alla necessità di mantenere un gameplay e un'interfaccia intuitiva, semplice e accessibile anche al giocatore meno smaliziato. Complice una sorta di visuale in soggettiva, il sistema di combattimento a turni ricorda classici JRPG come Dragon Quest e Fantasy Star, ma chi ha passato ore e ore in sessioni di D&D sentirà probabilmente l'impossibilità di spostarsi tatticamente in una griglia di battaglia. Ovviamente le abilità e le caratteristiche dei propri eroi dipendono direttamente dalla classe scelta in fase di creazione del personaggio, spaziando dal paladino al mago, dal druido al guerriero, dal chierico al ladro, con altre che possono essere sbloccate nel corso dell'avventura. Proprio a proposito di contenuti sbloccabili, i ragazzi di Behold Studios si sono sforzati di aggiungere quanta più carne al fuoco, dando la possibilità di utilizzare le monete raccolte per acquistare abbellimenti per la propria cameretta, decorazioni per i personaggi e addirittura Dungeon Master del calibro di Yoda e Splinter; senza contare che, proseguendo nel proprio viaggio, si possono ottenere classi aggiuntive come il barbaro, il bardo e il necromante, oppure si possono sbloccare i cinque membri del team di sviluppo e utilizzarli come personaggi giocabili. La complessità dell'esperienza dipende molto dal numero di personaggi controllati e dalla loro classe, spingendo chi si è impratichito ad aggiungere al party nuovi eroi con classi meno tradizionali. Uno dei maggiori punti di criticità è rappresentato dall'immancabile presenza di acquisti in-app: sebbene non siano intrusivi e nonostante sia possibile terminare tranquillamente l'avventura senza ricorrere alla carta di credito, un minimo di grinding diventa necessario per accumulare abbastanza denaro da spendere in viaggi ed equipaggiamento. Pur non essendo free-to-play, il gioco ne eredita altri piccoli elementi quando si tratta di forgiare il proprio equipaggiamento dal fabbro: in questo caso viene imposto all'utente di attendere un certo tasso di tempo, ma se in parte è un'aggiunta curiosa e originale, dall'altro potrebbe far storcere il naso a chi invece odia i tempi di attesa tipici del modello freemium. Dove Knights of Pen & Paper vince è però nel suo innocente humour fatto di buffi dialoghi e dettagli estremamente nerd che palesano la passione degli stessi autori per i giochi di ruolo cartacei. La narrazione a volte incerta e con qualche errore da parte del DM è solo un esempio, ma non si può sorridere nel creare un party di giocatori composto da un hipster, da un alieno, dalla nonna e dal fattorino della pizza, ognuno caratterizzato da abilità coerenti e bizzarre. Le stesse modalità alternative vengono presentate attraverso veri e propri manuali di gioco, e il tutto viene raccontato attraverso una pixel art non troppo elaborata ma che ha senza dubbio vivacità e carisma, affiancata come al solito da una colonna sonora fatta di musiche chiptune e temi retrò.
Conclusioni
Ricco di humour, divertente e nostalgico, Knights of Pen & Paper riesce a omaggiare in maniera graziosa e riuscita le serate passate in compagnia di qualche amico, qualche dado e un paio di birre, tra lunghi viaggi immaginari e creature da combattere. Quello che però non può fare è invece offrire lo stesso tasso di creatività, imprevedibilità e libertà di scelta di un gioco di ruolo cartaceo, limitandosi a essere soltanto un buon JRPG di stampo classico. A patto che si chiuda un occhio su un po' di grinding e alcuni tempi di attesa.
PRO
- Premesse di gioco estremamente originali
- Piacevole pixel art
- Dialoghi e situazioni pieni di humour
CONTRO
- Sistema di combattimento assai semplificato
- Leggera influenza del sistema free-to-play