Versione testata: PC
Uno sparatutto multiplayer in terza persona dalle meccaniche piuttosto tradizionali. Ce n'era davvero bisogno? Da un certo punto di vista Lead and Gold: Gangs of the Wild West è un prodotto non necessario nel 2010, con buona parte degli shooter già dotati di una solida componente multigiocatore e alcuni titoli specificatamente pensati, come Team Fortress 2 e Counter Strike, che nonostante gli anni possono ancora contare su una solidissima base utenti e nuove leve costantemente attratte da esperienze oramai in grado di autoalimentare la propria leggenda. Dopo un paio di settimane di gioco sulla versione PC e in occasione del rilascio su PSN di quella per PlayStation 3, possiamo finalmente tirare le somme sul lavoro fatto da FatShark in collaborazione con Paradox Interactive.
La dura vita del selvaggio West
Le modalità di gioco sono pensate per essere godute da un totale di dieci giocatori, divisi in due squadre, ciascuno dei quali in grado di scegliere una tra le quattro classi disponibili. Si passa dal pistolero, veloce ed efficace dalla medio-breve distanza, fino al cecchino, passando per uno specialista nell'uso del fucile pompa, abile anche con i candelotti di dinamite, e da quello in possesso di un'arma buona tanto per colpire da lontano quanto negli scontri dalla media lunghezza.
Le scelte a disposizione dell'utente all'inizio e poi durante ciascuna partita si rifanno quindi a modelli decisamente standard, che si avvalgono però di un sistema di potenziamenti passivi piuttosto ingegnoso: ciascuna classe è dotata di un specifica miglioria alle proprie statistiche rispetto alle altre, come una maggior precisione o resistenza, che può trasferire automaticamente ai compagni nelle vicinanze. In questo modo - e considerando che, sempre quando si è nei paraggi di un alleato, si vede lentamente ripristinare la propria energia - si viene naturalmente stimolati a muoversi all'unisono, componendo un singolo fronte di fuoco oppure dividendosi in due gruppi, uno più avanzato mentre il secondo copre le retrovie. Il risultato, seppur non originalissimo, è immediato e nel contempo profondo, un misto di sparatorie furiose e attenzione a come ci si muove che ben si mescola a dei controlli decisamente azzeccati e a un uso della telecamera, piuttosto vicina all'alter ego del giocatore, che coniuga le necessità in fase di mira e quelle durante gli spostamenti. Le modalità sono piuttosto standard nelle loro regole di base passando dal team deathmatch fino a un cattura la bandiera, qui rivisto con una sacca d'oro, in cui una singola squadra difende mentre l'altra attacca, mentre l'introduzione di alcuni barili da trasportare e quindi far esplodere in determinati punti dona nuove prospettive a quello che in soldoni si rivela essere una variante della classica presa dei punti di controllo, anch'essa presenta nella sua formula più tradizionale. FatShark ha quindi lavorato bene, aggiungendo a partite note, di cui tutti conoscono le regole, elementi più originali e specificatamente pensati per restare in tema Far West.
C'è nessuno?
Alle quattro modalità competitive e a quella cooperativa, durante la quale uccidere ondate di nemici gestiti dall'intelligenza artificiale, corrispondono al momento sei mappe. I temi sono quelli che ci si aspetterebbe da un gioco ad ambientazione western con miniere d'oro, fortini, cittadine di confine, alte montagne e campi di grano a fare da sfondo a livelli in diversi casi molto ben fatti, ricchi di passaggi alternativi e dotati di una verticalità valorizzata dall'adozione della telecamera in terza persona.
Le arene, siano essere simmetriche oppure no, sono forse l'elemento di maggior pregio dell'intera produzione e competono senza grossi problemi con quelle dei migliori esponenti del genere. Dopo diverse note di merito, purtroppo, vanno registrati alcuni elementi a sfavore che si sommano alla già citata poca innovazione riposta in un titolo che punta tutto sul solo multiplayer. Il rilascio avvenuto su Steam, nonostante una buona comunicazione, pare non abbia portato risultati importanti in termini di vendite e questo causa una popolazione online decisamente bassa, che nei momenti di minor attività arriva a essere di appena qualche decina di utenti. A questo si aggiunge l'assenza momentanea dei server dedicati - dovrebbero arrivare entro breve - e l'implementazione di un net code per il gioco in peer 2 peer tutt'altro che perfetto, spesso causa di parecchia lag quando chi hosta la partita si trova a distanze notevoli dall'utente.
Graficamente il gioco è piuttosto valido, con lo stile da cartoon che maschera a dovere un conteggio dei poligoni non esaltanti e una cura complessiva per gli ambienti e i modelli, che peccano un po' di ripetitività essendo unici per ciascuna classe, tutto sommato accettabile considerando anche la portata della produzione.
Conclusioni
Lead and Gold: Gangs of the Wild West è un titolo divertente e capace di inserire alcuni spunti originali all'interno di una struttura estremamente classica. Il gioco di squadra funziona in modo naturale come auspicato dagli sviluppatori e la qualità delle mappe rende le modalità, già viste altrove negli ultimi anni, sufficientemente varie da mantenere alto il fattore divertimento. A meno di quindici euro in digital delivery, potrebbe essere una scelta adatta ai più avidi giocatori multiplayer, tenendo presente la popolazione online davvero esigua e gli attuali problemi di net code.
PRO
- Diverte e porta il fattore "Far West" nelle meccaniche classiche del genere
- Gioco di squadra suggerito a dovere dal sistema di power up passivi
- Mappe anche molto ispirate
CONTRO
- Non inventa e anzi a molti darà una sensazione di già visto
- Pochi utenti online
- Al momento mancano i server dedicati e il net code è mediocre