Il protagonista di Dementium II si risveglia in un manicomio criminale, dopo aver subito una non meglio identificata operazione al cervello. Ben presto la realtà si piega sotto i suoi occhi, distorcendo lo spazio e creando in pratica un varco verso un luogo differente, in cui le guardie e gli infermieri sono sostituiti da creature raccapriccianti e malvagie.
Un incipit interessante per il nuovo prodotto di Renegade Kid, che cita a più riprese i migliori episodi di Silent Hill e cerca in particolare di mettere il giocatore all'interno di un contesto simile, in un'atmosfera malata che nasconde bugie e verità sotto un tappeto fatto di morte. I medici dicono di averci rinchiuso dopo che abbiamo assassinato brutalmente nostra moglie, ma è la verità? E le voci che ci affollano la testa sono solo un altro modo per confonderci? Lo scopriremo attraverso cinque lunghi capitoli, ambientati non solo nel manicomio di cui sopra ma anche all'esterno, in una corsa disperata per salvare l'unica cosa che ancora ci lega a questo mondo: la famiglia.
Demenza senile
Il primo Dementium si distingueva senz'altro per il genere di appartenenza (non è cosa di tutti i giorni vedere un survival horror per Nintendo DS), per l'efficienza del motore grafico e per una serie di idee che riguardavano l'uso della luce negli ambienti bui. Fra i punti deboli del gioco c'erano una direzione non impeccabile (si arrivava troppo presto al "dunque", senza prima costruire la necessaria atmosfera) e un design dei mostri tutt'altro che convincente. Trovate qui la recensione completa.
Per questo sequel, gli sviluppatori hanno fatto dei grossi passi in avanti, in primo luogo dal punto di vista della trama e della regia. William, il personaggio che controlliamo, ricorre alla distorsione della realtà per uscire dalla sua cella e trovare una via di fuga dal manicomio, visto che proprio come in Silent Hill i due ambienti paralleli sono delimitati da margini differenti: se da una parte ci sono porte chiuse a chiave, ad esempio, dall'altra troviamo semplici assi inchiodate fra loro, che possono essere distrutte con qualche colpo di martello. Il passaggio da una dimensione all'altra viene gestito in modo sapiente, in un crescendo che come nei più classici film horror parte da un presupposto di normalità per poi sfociare nell'assurdo. Le voci del nostro misterioso antagonista, pronunciate completamente in Italiano (e il doppiaggio appare ben fatto, con una interpretazione di buon livello), talvolta ci guidano verso l'obiettivo di turno o comunque ci spronano ad accettare una determinata sfida. A tal proposito, fin dalle prime battute si nota un netto miglioramento nel design dei mostri, che pur non essendo "spaventosi" (evidentemente la cosa richiede modelli poligonali ben più complessi di quelli che può gestire un DS) riescono a svolgere il proprio ruolo in maniera convincente, con una discreta varietà e pattern d'attacco e di movimento precisi, che bisogna memorizzare per portare con successo la propria offensiva.
Il meglio di entrambi i mondi
William si sposta su due differenti piani della realtà, ma trova sempre ad aspettarlo delle minacce. Per difendersi può utilizzare le diverse armi raccolte in giro: dal coltello al martello, dalla pistola al fucile. Il sistema di controllo non è cambiato rispetto a Dementium: The Ward, e funziona ancora piuttosto bene: il d-pad muove il personaggio sulle quattro assi, la stilo sul touch screen ne controlla la visuale (e dunque anche il reticolo di mira) mentre il tasto dorsale sinistro aziona l'arma equipaggiata.
Si tratta di una configurazione ampiamente collaudata su Nintendo DS, che si rivela efficace ma che alla lunga tende a stancare molto la mano che impugna la console, anche e soprattutto per via dell'uso simultaneo del d-pad e del tasto dorsale. Se i controlli non sono cambiati, lo stesso non si può dire dell'interfaccia grafica, completamente rivoluzionata: l'energia vitale del personaggio viene rappresentata sul touch screen da una barra anziché da un diagramma cardiaco, al cui posto troviamo invece una comoda mappa della zona, che ci indica i luoghi che abbiamo già visitato, i punti di salvataggio e le eventuali porte che attendono di essere aperte. Le due icone presenti nella parte destra dello schermo servono per accovacciarsi e saltare, con quest'ultima azione che può essere effettuata anche tramite un doppio tap con la stilo. La gestione dell'inventario è stata cambiata ma rimane semplice e intuitiva, con gli oggetti più importanti sempre a portata di mano. Passando a un discorso prettamente tecnico, l'ottimo motore grafico del primo episodio conferma con Dementium II tutta la sua potenza e versatilità, garantendo sessanta frame al secondo senza incertezze anche durante le situazioni più complicate. Come già accennato, è stato fatto un ottimo lavoro per quanto concerne la realizzazione dei mostri, e anche gli scenari vantano un buon design e un buon livello di dettaglio.
Conclusioni
Pur essendo un discreto survival horror, il primo Dementium soffriva per una serie di mancanze che rendevano l'esperienza forse un po' troppo "ingenua", evidenziando dei limiti proprio negli elementi più importanti (la trama, l'atmosfera, i nemici). Fa dunque molto piacere constatare che per questo sequel i ragazzi di Renegade Kid si sono rimboccati le maniche e hanno risolto praticamente tutti i problemi, confermando un comparto tecnico di prim'ordine e aggiungendo alle prestazioni anche un bel po' di stile e una direzione artistica di valore. Il gioco è piuttosto lungo, appassionante, con una buona progressione e un sistema di controllo efficace (anche se stancante, alla lunga). Dementium II si pone dunque come un titolo davvero interessante e ben fatto, che merita senz'altro l'acquisto se avete voglia di un'esperienza decisamente diversa dal solito su Nintendo DS.
PRO
- Grafica molto fluida e ben disegnata
- Trama avvincente e buona atmosfera
- Ottimo sistema di controllo...
CONTRO
- ...ma stancante alla lunga
- Enigmi piuttosto semplici