Nippon Ichi, Idea Factory e Gust, tre dei team dietro il divertente Cross Edge (gli altri erano Namco Bandai e Capcom) e svariati altri ottimi RPG fra i quali Disgaea (PS2/PSP), Generation of Chaos (PSP) e Ar tonelico (PS2), realizzati questi ultimi singolarmente da ogni sviluppatore, tornano con un nuovo progetto comune, un gioco di ruolo tipicamente alla giapponese in esclusiva per PlayStation 3. Proprio col sopraccitato Cross Edge, Trinity Universe divide un certo richiamo indiretto sia per il concept assolutamente fuori di testa che per la presenza di personaggi tratti da altre famose serie di videogiochi. Nel nostro caso essi provengono dalle saghe di Atelier Iris e Disgaea (Violet, Etna, Flonne, etc).
In una galassia chiamata Netheruniverse in cui finiscono una grande quantità di oggetti di varia natura, da quelli inoffensivi come per esempio ciambelle al cioccolato o porzioni di sushi, a quelli più grossi e pericolosi come edifici o atolli vaganti, sorge un asteroide centrale su cui è posizionata la città di Empyria.
Essa è costantemente minacciata proprio dagli elementi di cui sopra che rischiano di entrarvi in collisione. Qui vivono anche i protagonisti della vicenda, e cioè Kanata, discendente di una prestigiosa stirpe il cui compito è sacrificarsi per mantenere l'equilibrio del Netheruniverse proteggendolo dalle insidie provenienti dagli altri sistemi, e la guerriera valchiria Rizelea che ha giurato di difendere il suo mondo ed è quindi sulle tracce di Kanata, che proprio non ha voglia di dedicare la propria vita al ruolo che invece il fato (e la famiglia) gli hanno assegnato.
Proprio nei panni di uno dei due improbabili eroi i videogiocatori possono vivere l'avventura da due punti di vista differenti, visto che Nippon Ichi, Idea Factory e Gust offrono loro la possibilità di interpretarli entrambi (uno per volta e in partite diverse) e avere tra le altre cose due storie distinte l'una dall'altra.
Esplorare l’Universo
Trinity Universe come accennato nell'introduzione è un tradizionale JRPG a turni strutturato secondo i canoni classici del genere, pur con qualche lieve modifica. A partire dall'evolversi dei fatti e delle situazioni che è diverso rispetto ad altri prodotti del genere: l'avventura può essere affrontata in maniera più o meno libera, senza cioè vincoli alla Final Fantasy XIII, decidendo da sé quali dungeon esplorare e in quale sequenza. Almeno per quanto riguarda quelli normali. Alcuni di essi infatti sono da completare obbligatoriamente per far avanzare la storia ma solo per non far perdere il filo conduttore della narrazione, caratterizzata da una interazione con gli altri personaggi tramite dialoghi che avvengono via testi e disegni semi-animati in stile manga.
Queste fasi per qualcuno potrebbero rappresentare un autentico trauma vista forse l'eccessiva lunghezza e frequenza. Però a conti fatti possono viceversa essere apprezzati da coloro che vogliono godersi tutte le scenette a cui daranno vita i vari personaggi. Ma vediamo ora come funziona il tutto: da una schermata principale che rappresenta il piccolo universo del gioco si può scegliere quale locazione raggiungere, se i classici negozi dove rifornirsi oppure le taverne o uno dei tanti oggetti in orbita attorno alla città, almeno i più grandi, con relativo dungeon. Fatta la propria scelta l'utente conduce il suo party di quattro personaggi a esplorare l'area desiderata in cerca di oggetti e tesori nascosti, sfruttando quando serve l'apposita funzione di ricerca e l'energia a essa correlata che produce una linea guida colorata fino al punto in cui sono celati nemici particolari o artefatti speciali. Il colore della linea generata cambia a seconda dell'oggetto ritrovato, per esempio nel caso di un tesoro essa sarà gialla mentre sarà bianca se vengono ritrovati gli elementi chiamati Gravity Core. Questi ultimi devono tra l'altro essere distrutti per allontanare da Empyria l'oggetto e relativo dungeon all'interno del quale ci si trova. Da segnalare che è sempre possibile abbandonare un luogo che si sta esplorando semplicemente dirigendosi alla porta d'ingresso, anche se a volte bisogna fare in fretta visto che può capitare un distacco orbitale da Empyria della struttura ospitante, col rischio di rimanervi bloccati. Per ovviare al problema esistono comunque particolari elementi adibiti al compito di ancorare il dungeon alla città.
Le battaglie
Durante le fasi di esplorazione non mancheranno logicamente le battaglie contro simpaticissimi ma agguerriti nemici. Il sistema di combattimento di Trinity Universe è basato sugli scontri casuali e usa come accennavamo all'inizio una struttura a turni dove però l'azione viene regolata e velocizzata dalla possibilità di gestire direttamente mosse da attacco o difesa tramite la pressione rapida dei pulsanti del pad al posto dei canonici menu. Dalla combinazione di alcuni di essi possono essere poi sviluppati una serie di attacchi stile picchiaduro comprese delle terribili combo anche di gruppo.
Questa interessante novità (per lo stile delle software house coinvolte nel progetto -Ndr) introdotta dagli sviluppatori per ravvivare il gameplay durante le battaglie costituisce a nostro parere un punto a favore di questa produzione poiché alla solidità e staticità tipica del sistema a turni aggiunge un elemento dinamico che impreziosisce e ravviva la fase di scontro. Così come fa l'altro elemento cardine che regola le battaglie, cioè i cosiddetti Action Points (AP). Questi, rappresentati con un numero all'interno di un indicatore circolare posto solitamente sulla destra dello schermo, determinano la tipologia di azione che può compiere un personaggio e si consumano proprio in rapporto a quanto eseguito (una magia normale consumerà un certo numero, una combo molti di più, etc). Per certi versi ricorda un pò l'Active Time Battle di Final Fantasy. Gli AP possono essere anche accumulati semplicemente saltando il proprio turno, così che al successivo sarà possibile averne di più e quindi eseguire mosse ancora più potenti e lunghe, nonché quelle speciali legate alle abilità specifiche di arma o personaggio. Grazie al sistema denominato dagli sviluppatori Fury Chain si può, premendo R1, passare l'attacco da un personaggio al successivo, in modo che questi possa sfruttare il tutto per eseguire una mossa molto più potente del normale. Inoltre in determinate condizioni è possibile dare luogo ad attacchi di coppia o di squadra. Per il resto tutto invariato: durante la battaglia si eseguono singoli attacchi fisici, magie e colpi. Alla fine del combattimento si viene premiati da oggetti e punti bonus AP o HP.
Trofei PlayStation 3
I Trofei disponibili in Trinity Universe sono in totale 37 così suddivisi: 22 di Bronzo, 9 d'Argento, 5 d'Oro e 1 di Platino. Per averli bisogna soddisfare le specifiche richieste del gioco come per esempio creare almeno 100 mostri o spendere 100000G nei negozi per racimolare i premi più semplici, fino a ottenere il finale vero oppure levellare tutti i personaggi oltre 100 e prendere tutti i Trofei per quelli più preziosi rispettivamente in oro e platino.
Un mondo colorato
Dal punto di vista grafico Trinity Universe non è certo da considerare un capolavoro. E forse non ci si poteva aspettare diversamente visto che da sempre le software house dietro a questo progetto hanno privilegiato gameplay e storia piuttosto che l'orpello estetico nei loro prodotti. Puntando decisamente sul collaudato stile di design che caratterizza dalla notte dei tempi i loro lavori.
Tuttavia nonostante la povertà generale degli scenari in cui prevale la presenza di forme spigolose e squadrate, e delle texture che non sembrano certo adatte a una produzione per PlayStation 3, la visione di insieme sembra funzionare grazie alla scelta da parte dei grafici di una palette di colori molto vivace, alla varietà degli ambienti proposti e allo stile manga-anime inerenti i vari modelli poligonali, compresi i personaggi. Questi ultimi poi vantano delle discrete animazioni e degli splendidi avatar in alta definizione che servono a rappresentarli durante i tanti dialoghi del gioco.
Per quanto riguarda invece il comparto audio il titolo presenta un ottimo doppiaggio disponibile nelle versioni sia Inglese che Giapponese, con quest'ultimo che spicca sull'altro per qualità, brillantezza ed efficacia soprattutto durante le scenette più comiche, mentre i testi su schermo sono disponibili solo nella lingua di Albione. Buoni poi gli effetti in game mentre la colonna sonora è come quasi sempre in questi prodotti orecchiabile e gradevole, con musiche che caratterizzano ogni tipo di ambiente (città, castello, astronave, etc) e che alla lunga entrano nella mente e nei cuori dei giocatori.
Conclusioni
Per chi ama i giochi di ruolo tradizionali in stile giapponese Trinity Universe rappresenta senza ombra di dubbio una sorta di "boccata di ossigeno" fra le tante produzioni ibride sempre più action e sempre meno ruolistiche apparse negli ultimi tempi su PlayStation 3. Non è un capolavoro, non è un prodotto alla Disgaea che ti spinge a giocarlo ore e ore, ma grazie a due storie ben strutturate con livelli di difficoltà differenti ed equilibrati, un sistema di combattimento a turni che fa ancora la sua bella figura e a un reparto audio di buona fattura, resta certamente un titolo godibile per tutti i fan del genere, anche se a causa di qualche pecca tecnica e di pochi elementi che lo distinguono dagli altri titoli del genere non riesce a guadagnarsi un voto decisamente più alto.
PRO
- Gameplay classico
- Buona caratterizzazione dei personaggi
- Livello di difficoltà ben calibrato
CONTRO
- Rivedibile a livello tecnico
- Dialoghi a volte troppo lunghi
- Mancata localizzazione in italiano