Il Gioco è disponibile per il download sul servizio Xbox Live
Il primo pensiero di qualche vecchio videogiocatore potrebbe automaticamente andare a Deep Fear, buon gioco pubblicato su Saturn da SEGA ormai più di un decennio fa, visto che non sono molte le avventure (con elementi survival) ambientate in mare che fanno dell'acqua l'elemento principale attraverso il quale ruota l'intera struttura del gameplay. Il motore grafico creato dagli inglesi di Dark Energy Digital, sviluppato in tre anni, è il primo ad occuparsi dei fluidi in modo dinamico, modellandoli senza script e interfacciandoli con il motore grafico e quello fisico Havok.
Salva il mondo, ucciditi
La prima avventura creata dal team inglese dopo numerose esperienze minori su PC e console delle precedenti generazioni è una sorta di survival-action ambientato su una grossa nave da crociera in un futuro prossimo nel quale il terrorismo internazionale è una minaccia costante. Lo sfondo sul quale si svolgono gli eventi, di per sè bizzarro, è abbastanza inedito da attrarre da solo la maggior parte delle nostre attenzioni e curiosità. Anche perchè sulla nave, chiamata Queen of the World, si verificano numerosi eventi e danneggiamenti che la portano in breve tempo ad imbarcare acqua a bordo, essere preda di fuoco, fiamme ed esplosioni che ci terranno abbastanza impegnati. Hydrophobia, il titolo dell'avventura della protagonista Kate Wilson, non è stato infatti scelto a caso. Kate è un ingegnere che si trova a bordo della nave proprio nel momento dell'attacco terroristico da parte dei Malthusiani, formazione che al grido di "Salva il mondo, ucciditi", predica l'eccessivo sovrappopolamento della Terra e la condanna di NanoCell. Le risorse fondamentali per la sopravvivenza del genere umano scarseggiano. Gli uomini più potenti della Terra decidono quindi di costruire l'enorma nave Queen of the World, dove il gruppo NanoCell ha il compito di cercare nuovi sistemi di depurazione dell'acqua.
Dopo quasi dieci anni la popolazione è divisa tra i Cornucopiani, che ripongono ancora speranze nella ricerca scientifica e gli estremisti Malthusiani, convinti che solo l'eliminazione di una parte dell'umanità possa favorire la salvezza del genere umano. Al decimo anniversario dall'inaugurazione della nave essi fanno esplodere un ordigno che la condannerà a breve all'affondamento, imbarcando sempre più acqua durante l'avventura di Kate. La storia, ben narrata e ricca di dettagli ed un background decisamente particolareggiato, non è però supportata da un gameplay vario ed eterogeneo: il gioco cresce e si sviluppa in modo decisamente iniquo, rimanendo ancorato al suo elemento di gameplay più importante, la sopravvivenza nell'acqua e sott'acqua, senza evolversi praticamente mai. Solo alcuni elementi cambieranno durante le 5/6 ore di questo primi capitolo (si, è un gioco a puntate): da action si trasforma talvolte in una sorta di survival-horror, in quanto Kate è affetta, per l'appunto, da un'idrofobia sin dall'età di 13 anni, quando vide affogare la sorella. E l'evoluzione dell'armamentario che passerà dalle pallottole stordenti alle rare bombe ad innesco. Nessun combattimento corpo a corpo, purtroppo, crea di tanto in tanto qualche problema nei passaggi più complicati e ricchi di nemici da sconfiggere. Anche la mancanza di una hud chiara e leggibile su schermo non ci fa rendere conto esattamente di quanta aria abbiamo a disposizione sott'acqua, oppure l'energia vitale rimasta prima di morire, creando spesso qualche imbarazzo.
Obiettivi Xbox 360
Come ogni titolo del Live Arcade, anche Hydrophobia mette a disposizione del giocatore i canonici 200 punti, da sbloccare attraverso 12 obiettivi. Completando questa prima parte dell'avventura otterrete praticamente tutto il bottino con facilità, in quanto gli obiettivi sono legati alle uccisioni dei nemici ed alla conquista degli oggetti collezionabili.
To be continued...
Gli sviluppatori, pur mantenendo il gioco saldamente sui binari acquatici, hanno cercato anche di dare un minimo di varietà a Hydrophobia: ci sono delle sezioni vagamente platform, alcuni enigmi abbastanza semplici, postazioni da decrittare manualmente ed elementi da scovare e collezionare attraverso l'avventura. La protagonista del gioco è anche dotata di un visore tecnologico chiamato M.A.V.I. (in perfetto stile Batman Arkam Asylum) che le permette di scovare elementi nascosti, cercare la strada, attivare porte e meccanismi a distanza e cosi' via. Tutti elementi decisamente secondari, però, che non contribuiscono a rendere variegata l'esperienza di gioco in modo decisivo, relegando il cuore del gameplay ad un mix di azione e sopravvivenza già visto e rivisto in tantissimi giochi. Il comparto grafico è però piacevole, pur non facendo gridare al miracolo e risultando perfetto per un titolo digital delivery. La dinamica dei fluidi poligonali, per molti, potrebbe valere da sola il prezzo del biglietto. Si tratta infatti di un middleware che si interfaccia con il motore grafico e fisico e che potrebbe essere inserito in qualsiasi titolo, e siamo sicuri che molti lo faranno visto la sua estrema bontà.
L'acqua si sposta, si muove, si alza portandosi via oggetti altrimenti fermi a terra, crea onde ed increspature con una naturalezza disarmante e un effetto visivo assolutamente inedito e convincente. Il resto del gioco è però abbastanza monotono: l'ambientazione è cupa e claustrofobica, perfetta per lo scopo, ma varia tra corridoi inondati a stanze di controllo poco ispirate. Il character design è un po' anonimo, e pur apprezzando il fatto di controllare una giovane eroina sexy (lo è?) Kate non possiede le giuste qualità per rimanere impressa a lungo nella memoria collettiva videoludica. Qualche incertezza anche nei controlli e nella telecamera, spesso un po' troppo ballerini e scattosi, ci faranno morire qualche volta di troppo contro il nostro volere. Per fortuna, pero', il gioco salva di continuo e quindi non si tratta di un problema frustrante. Piuttosto imbarazzante, invece, il fatto che alla fine non ci sia una vera fine, ma si concluda con un "to be continued": non leggendo tra le righe piccole può forse sfuggire a qualcuno che si tratta solamente di un capitolo della trilogia, e non del gioco completo (che, a quanto pare, uscirà anche pacchettizzato nei negozi un giorno). Hydrophobia, se non fosse per l'utilizzo estremamente convincente ed innovativo dell'acqua, sarebbe un titolo abbastanza mediocre e passerebbe forse inosservato al grande pubblico.
Conclusioni
Il primo titolo di grande respiro da parte dei Dark Energy, Hydrophobia, è un survival-action con elementi platform e vagamente horror che riesce a catturare l'attenzione del giocatore prevalentemente per il magistrale utilizzo dell'acqua all'interno delle meccaniche di gioco, che senza quest'elemento risulterebbero decisamente scarne e povere, o quantomeno basate su clichè prevedibili e già visti in molti altri titoli. Hydrophobia è diviso in tre capitoli, ognuno dei quali dura circa 5/6 ore e costa ben 1200 Microsoft Points. La recensione, prendendo in considerazione solo il primo uscito, giudica il gioco da un lato estremamente soddisfacente (quello dell'acqua), da un altro molto ripetitivo e lineare (il gameplay e l'ambientazione). In definitiva, da scaricare e giocare solo se non avete paura dell'acqua!
PRO
- Magistrale uso della dinamica dei fluidi
- Atmosfera cupa e claustrofobica
CONTRO
- Qualche incertezza in controlli e telecamera
- Decisamente ripetitivo e poco vario
- Un solo breve capitolo che costa troppo