Che storia ragazzi!
Marlow finisce nella Bad Company, un gruppo di quattro soldati che hanno il solo compito di fare da carne da macello, aprire il fianco delle truppe nemiche a qualsiasi costo, e permettere l’avanzata delle truppe regolari americane. Gli avversari sembrano essere Russi, in realtà, presto si scopre che a combattere i nostri eroi è un gruppo di mercenari spietati, il cui capo paga le truppe con dei lingotti d’oro. Una volta abbandonati ufficialmente dall’esercito regolare, per un evento che non stiamo qui a raccontarvi, ai quattro commilitoni non resta altro che salvare le penne e portare a casa quanto più oro possibile. La ricerca dell’oro, in realtà, è un pretesto piuttosto funzionale per spingere il giocatore ad esplorare ogni angolo delle mappe che sono le più vaste mai viste in un gioco single player di questo tipo su console. Ogni livello è ambientato su un’area, davvero immensa, che va esplorata per zone a seconda delle missioni da realizzare. Un indicatore ci dice dove sono gli obiettivi principali da raggiungere, ma il come e il quando sono a totale appannaggio di chi gioca, sempre restando nei limiti dell’area di volta in volta aperta per la singola missione.
Tornano i mezzi, ovviamente, dai carro armati ai cingoli pesanti, dalle barche agli elicotteri, passando persino per le macchinine elettriche che abitano i campi da golf di mezzo mondo. L’iniziale saliscendi collinare della prima ambientazione lascia spazio a canyon, fiumi e montagne su cui si è liberi di seguire il proprio percorso, abbattendo case e alberi, alla ricerca di armi, munizioni e, ovviamente, oro.
Ci si sente spesso completamente padroni della situazione, in grado di tracciare traiettorie e strategie, disponendo del fondale e potendolo piegare alla propria creatività con il rammarico di una scelta piuttosto discutibile in sede di game design. Quando si muore, infatti, i nemici che già abbiamo ucciso non tornano, consentendoci, salvo casi in cui si rischia di rimanere senza munizioni (che bisogna sudare per avere, in diversi casi), di gettarsi a capo fitto uccidendo tutti poco alla volta, senza dimenticare che Marlow può curarsi ad intervalli regolari, usando l'apposito kit che gli ripristina l'energia vitale e che non si esaurisce mai. Tanto che consigliamo vivamente di giocare Bad Company al livello di difficoltà più alto, anche per godere al meglio della discreta Intelligenza Artificiale dei terroristi che, salvo rare sbandate, permette davvero di mettere alla prova le proprie capacità strategiche. Il gioco si termina in una decina d’ore a livello base e, vista anche la presenza nella storia dei quattro militari, non si capisce perché il team di programmatori non abbia incorporato il coop a 4, cosa che sarebbe stata una ciliegina su una torta già davvero deliziosa.
La grande rete
Il fiore all’occhiello di Battlefield è da sempre il gioco online e anche questa volta fino a 24 giocatori possono sfidarsi divisi in due squadre da 12: una che difende quattro basi, ognuna con una coppia di casse d’oro; l’altra che cerca disperatamente di distruggerle. Le otto mappe sono molto vaste e, via via che le coppie di casse vengono distrutte nelle basi di difesa, si aprono su una porzione di terreno ulteriore, rivelando una nuova base difensiva e nuovi elementi geografici. La squadra che attacca ha un indicatore che decresce ogni volta che muore uno dei suoi membri, fino a quando il turno non termina o con la distruzione di tutte le 8 casse o con la vittoria della squadra che difende, a furia di uccisioni degli attaccanti. I Dice confermano per la versione finale del gioco una scelta davvero discutibile. Le squadre di 12 giocatori vengono divise automaticamente in 3 sotto team di 4 soldati, sotto team che non possono in alcun modo comunicare tra loro. Capiterà, quindi, piuttosto spesso di trovarsi a bordo di un carro pilotato da un proprio compagno, col quale, però, non c’è modo di parlare, per decidere una strategia o per segnalare la presenza di un nemico, perché fa parte di un altro sotto team. In Bad Company c’erano tutti gli elementi per andare ad impensierire sua maestà Call of Duty 4, sfruttando le caratteristiche uniche di questo nuovo capitolo, soprattutto sul fronte della strategia di gruppo. Questa scelta, di fatto, limita un po’, e proprio nel suo aspetto più importante, le possibilità di quello che resta comunque un gioco che sa essere esaltante come pochi altri, anche per l'ottimo sistema di progressione della carriera del proprio avatar persistente, che sale attraverso i vari gradi militari dopo ogni partita, sbloccando armi e accessori.
Carina la possibilità di scattare foto con la pressione della croce direzionale verso l’alto, foto che vengono immediatamente uploadate sui server di Electronic Arts. Occhio al lag, però, dato che l’operazione satura la banda in uscita, causando evidenti rallentamenti con attimi di panico e susseguente morte certa. Cercate, quindi, di non abusarne.
La grande rete
Distruzione (quasi) totale.
Le ambientazioni di BFBC sono davvero convincenti, vuoi per l’ottimo uso delle luci, vuoi per il design delle mappe che alternano fasi di furiosa lotta ad altre in cui ci si trova al tramonto al volante dei mezzi più diversi a godere di panorami e costruzioni o macerie. La sensazione di libertà è grande, a patto di sorvolare su qualche struttura che ogni tanto non reagisce come dovrebbe all’impatto di bombe e missili (non esplodendo, magari), e di superare la scoperta che, vista l’ampiezza degli scenari e la grande interattività, gli interni delle mille case siano tutti praticamente spogli di mobilia e quasi tutti con le stesse texture per carta da parati e superfici in legno. Vedere le mille particelle in cui si schiantano mattoni e pareti dona un vero e proprio piacere bellico, con il quale è doveroso passare diversi momenti di gioco puro, senza rallentamenti di sorta e con solo qualche problema di sincronia verticale dell’immagine nei momenti più caotici. Ma si tratta di eventi veramente trascurabili, per un gioco dal sicuro grande impatto, anche per il dettaglio con cui sono realizzati i modelli dei soldati che ci accompagnano per tutto il gioco.
Lo stesso livello di qualità è riscontrabile per l’audio, potente e preciso, con il subwoofer dell’impianto che piazza colpi importanti ad ogni parete che va in frantumi o container che si schianta. Senza dimenticare la colonna sonora, tutta orchestrata e con un paio di temi originali di ottima qualità, e la completa localizzazione in italiano che riesce a restituire l’ironia picaresca che pervade tutti i dialoghi dei nostri quattro antieroi che in testa, piuttosto che la salvezza del mondo, hanno l’oro e la pesca sportiva.
Commento
Dopo le orge grafiche ed emotive di titoli come Mass Effect e Metal Gear Solid 4, ecco che la nextgen su console cambia le regole del gioco, levando una delle poche certezze di un giocatore di fps: la sicurezza di un riparo indistruttibile. Quello che si ottiene è un titolo frenetico con un ottimo level design, una buona modalità single player e un comparto online che, pur non perfetto, regalerà tantissime gioie a quei giocatori che vorranno provare qualcosa di diverso dai soliti noti, con in più le mille possibilità strategiche offerte dall'interattività che consente l'engine dei DICE. Ci fosse stata la modalità cooperativa e un sistema più “cattivo” a gestire la morte del giocatore durante la campagna, ci saremmo trovati tra le mani un vero e proprio gioiello. Così com’è, comunque, Battlefield: Bad Company è un gioco esaltante, che vi consigliamo di giocare sia in rete che offline, a prescindere da qualsiasi piattaforma possediate.
Pro
- Distruzione totale
- Level Design delle mappe
- Mezzi, armi e longevità multiplayer
- Sistema di rinascita nel gioco singolo
- Niente chat per tutti i membri della squadra online
- Niente Co op
Xbox 360 - Obiettivi
A seconda che lo si giochi a livello Normale o Difficile, si può terminare BFBC con circa 350, o poco più di 420 dei 1000 punti obiettivo previsti. Per fare il punteggio pieno, oltre a trovare tutte le armi nascoste e tutto l’oro, bisogna necessariamente finire il gioco almeno due volte, dato che finirlo direttamente ad Hard non sblocca in automatico anche gli obiettivi dei livelli finiti a livello Normale. Poi, ovviamente, bisogna giocare in rete, e lì un po’ di tempo ci vuole.