The Legacy
Il Destino di Goku 2 inizia proprio dove finiva il prequel: dopo aver sconfitto il perfido Freezer, i nostri eroi hanno fatto ritorno sulla Terra e hanno ripreso a vivere normalmente. Di Goku, però, non c'è ancora nessuna traccia, e il coraggioso Saiyan sembra essere disperso nello spazio. Un bel giorno, mentre Gohan si ritrova a studiare sotto le pressioni della madre Chichi, un'aura portentosa coglie la sua attenzione e quella di tutti i Guerrieri Z. In men che non si dica Gohan, Piccolo, Crilin, Yamcha, Tenshinhan e Vegeta si ritrovano pronti ad affrontare l'invasione di un recidivo Freezer accompagnato da suo padre e da un esercito di alieni. Sul più bello, però, entra in scena un nuovo Super Saiyan, che sconfigge facilmente Freezer e i suoi scagnozzi e che sembra conoscere con precisione il luogo e il momento in cui Goku farà ritorno sulla Terra. Quando ciò accade, Goku scopre l'identità del giovane guerriero: si chiama Trunks, viene dal futuro, è il figlio di Bulma e Vegeta e il suo compito è consegnare a Goku una medicina che lo salverà da un attacco di cuore permettendogli di sconfiggere due androidi che, a due anni di distanza, distruggeranno il mondo. Come è facilmente intuibile da ogni appassionato della serie, la trama de Il Destino di Goku 2 segue fedelmente quella del manga e dell'anime, presentando gli stessi colpi di scena e imprevisti che porteranno Goku e company a confrontarsi con i perfidi androidi del Red Ribbon e con il temibile Cell in una battaglia disperata per la salvezza della Terra...
Z Warriors
Come il predecessore, Il Destino di Goku 2 si configura come un action/RPG piuttosto che come un picchiaduro, forse genere più adeguato a una serie d'azione come Dragon Ball, incentrata su infiniti combattimenti. Tuttavia, se il prequel soffriva di alcune gravissime carenze dal punto di vista del gameplay che ne minavo l'intera struttura, lo stesso non si può dire di questo nuovo episodio dove il tiro è stato notevolmente aggiustato in favore di una maggiore godibilità dell'avventura. Sostanzialmente, il giocatore ha la possibilità di utilizzare più personaggi man mano che procede nell'avventura, per un massimo di cinque (Gohan, Piccolo, Trunks, Vegeta e l'immancabile Goku), ognuno provvisto di un colpo da mischia base, uno più potente, un attacco energetico a distanza e un super attacco energetico. I combattimenti avvengono in real-time, come in un classico action/adventure, e nonostante il codice che gestisce il rilevamento di collisioni sia decisamente lacunoso, gli scontri dimostrano una notevole varietà, in confronto a un prequel dove ci si limitava ad eseguire sempre la stessa mossa. Inoltre, ogni personaggio adesso dispone della possibilità di trasformarsi in Super Saiyan o, nel caso di Piccolo, in Super Namecciano: in quel caso, tramite la pressione di un tasto, il personaggio otterrà pesanti bonus sulle proprie statistiche per un limitato periodo di tempo, decretato dalla lunghezza dell'indicatore dell'energia spirituale, necessario per effettuare qualsiasi azione che richieda tale potere. Tramite la pressione del tasto Start è poi possibile aprire un menù che consente di tenere sempre sott'occhio le tre statistiche fondamentali del proprio personaggio (Forza, Difesa e Velocità), di usare alcuni oggetti curativi e di controllare la mappa dell'area in cui ci si trova. Il gioco si sviluppa così, quindi, attraverso l'esplorazione di aree labirintiche ben strutturate e combattimenti nelle stesse, puntando anche notevole enfasi sull'esplorazione e sul Role Playing, costringendo il giocatore a risolvere semplici ma ripetitive quest per procedere nell'avventura. Tuttavia, la main quest è alternata da missioni secondarie totalmente opzionali che, nella loro banalità, offrono una certa varietà ludica, sopratutto nel caso di alcune intriganti subquest legate ai film di animazione dedicati a Dragon Ball (per esempio, la saga di Neo Namecc e Cooler).
Advance Power
Tecnicamente, dal punto di vista grafico Il Destino di Goku 2 rappresenta un notevole passo avanti rispetto allo squallido prequel e ai suoi sprite poco definiti, mal animati e poveri di colori. Innanzitutto, si nota fin dall'inizio la cura apportata alla realizzazione degli sprite dei personaggi, dotati di un discreto numero di animazioni e abbastanza dettagliati; ma quello che salta ancor prima all'occhio è la qualità delle location, davvero ottima: ricche di dettagli, colorate, definite e di ampio respiro, le ambientazioni in Il Destino di Goku 2 sono davvero ben realizzate, minate forse da una leggera ripetitività del tema di fondo. Anche gli attacchi energetici, diversi da personaggio a personaggio, hanno subito un pesante restyling, ed è un piacere trovarsi a vagare liberamente per una mappa del mondo in mode7 che ricalca fedelmente quella dell'anime. Rimane da chiedersi però perchè, nella versione Europea, sia stata eliminata la sequenza d'apertura iniziale, una semplice introduzione a cartoni animati che rammentava l'unico pregio del predecessore, ovvero la presenza di sequenze animate di buona qualità compresse magicamente nella cartuccia. Sul versante sonoro, si possono ascoltare motivetti ripetitivi ma non fastidiosi e un corollario di voci digitalizzate scarno ma non particolarmente mal realizzato. Insomma, benchè lontano della perfezione, Il Destino di Goku 2, tecnicamente, è più che sufficiente. E questo non può che essere un buon segno.
Commento
Di solito la regola del tie-in vieta di nutrire speranze in prodotti legati sopratutto al merchandising, che sfruttano nomi popolari e serie famose per vendere quella copia in più all'allocco di turno. Se ciò poteva dirsi per il primo lavoro Webfoot, non è altresì vero per Il Destino di Goku 2. Certo, è piuttosto inusuale trovarsi di fronte a un Goku che guadagna esperienza, aumenta di livello e affronta i nemici con una visuale a volo d'acquila; certo, di solito da un videogioco di Dragon Ball ci si aspetta un picchiaduro ricco di personaggi, arene e mosse speciali; ma se per quanto inusuale un titolo è ben realizzato, sia dal punto di vista tecnico che da quello ludico, è impossibile non guardare a questa sperimentazione con un certo ottimismo. Il Destino di Goku 2 non è un capolavoro del genere, intendiamoci, ma è un buon gioco che soddisferà i giocatori a caccia di avventure semplici e intuitive e che, sicuramente, si rivela un must-buy per i fan della saga di Toriyama. Ora, non resta che sperare che il prossimo episodio, dedicato all'ultima saga della serie Z (la battaglia contro Majin Bu), affini maggiormente l'aspetto ruolistico, magari implementando una serie di quest meno banali e più complesse. Se ciò si verificherà, insieme a un netto miglioramento dei controlli nell'ambito bellico, ci potremmo trovare di fronte a una piccola perla di programmazione per una volta lontana dalla sadica regola dei Tie-in orrendi a tutti i costi.
- Pro
- Buona veste grafica
- Sistema di gioco semplice e intuitivo
- Piacevolmente impegnativo
- Contro
- Rilevamento delle collisioni pessimo
- Ripetitivo
- Troppo semplicistico l'aspetto Role Playing
Dragon Ball, si sa, ormai è un tormentone. Da quando la serie animata ha cominciato ad essere trasmessa in Italia, alcuni anni fa, quello che poteva considerarsi un fenomeno di nicchia limitato al mercato fumettistico si è trasformato in una vera mania, talmente esposta al merchandising più subdolo e sfrenato da diventare insopportabile. Provate a guardarvi attorno. Lecca-lecca di Dragon Ball, zainetti di Dragon Ball, scarpette di Dragon Ball... C'è di tutto e di più. La cosa più triste è che il famoso manga realizzato da Akira Toriyama nel 1983 è stato in qualche modo trasformato, passando da un manga d'azione e avventura per ragazzi a quasi una bambinata, complice anche un adattamento italiano (per quanto riguarda l'anime) all'acqua di rose e lo sfruttamento delle compagnie costruttrici di giocattoli. Sul campo videoludico, invece, le cose vanno diversamente. Dragon Ball ha già fatto molte apparizioni dai tempi del NES, e mai una particolarmente brillante, eccetto forse Dragon Ball Z Hyper Dimension per SNES e Dragon Ball Z Tenkaichi Retsuden per Sega Saturn, due picchiaduro mediocri ma abbastanza fedeli allo spirito della serie, come sempre limitati al solo mercato nipponico. L'anno scorso, però, complice il boom occidentale della serie, qualcosa ha cominciato a muoversi. La cessione dei diritti da parte di Bandai ha portato software house più temerarie a realizzare nuovi videogiochi dedicati alla saga di Goku e company, in particolare a quella parte più adulta che, nel cartone animato, è contrassegnata dall'ultima lettera dell'alfabeto: Dragon Ball Z. Dopo il discreto Dragon Ball Z Budokai, picchiaduro tridimensionale per PlayStation2 (che vedrà peraltro un seguito multipiattaforma a breve), la Webfoot, sviluppatrice per Electronic Arts, ha prodotto un men che mediocre action/RPG per Gameboy Advance, puntando sulla prima parte della saga Z. Il riscontro del pubblico e della critica non è stato favorevole, ma una recidiva Webfoot ci riprova quest'estate e l'impegno, qualche volta, va' premiato.