Gunpey Ds -questo il nome del gioco- nient'altro è che un puzzle game dalle linee guida piuttosto semplici: all'interno di una griglia da cinque colonne in larghezza scorrono una serie blocchi diversificati tra loro a seconda della direzione e forma della linea in essi contenuta. Scopo unico del gioco è riuscire a formare blocchi di caselle in grado di realizzare un collegamento tra i due estremi della griglia, solo così si sarà in grado di eliminarle e proseguire nel gioco. L'unica azione eseguibile nel corso delle partite è quella relativa al movimento delle celle, possibile solo ed unicamente in verticale, come già provato in Meteos (altro prodotto della mente di Mizuguchi). La storia su cui gravita questo Gunpey Ds è pressochè inesistente: i personaggi in gioco si rincorrono tra pianeti ai limiti dell'universo (e spesso -triste dirlo- della decenza) per conquistare la taglia che pende sui propri avversari a suon di stanghette musicali. La modalità principale è rappresentata da "confine", in cui il giocatore alla stregua di meteos, muovendosi tra diversi pianeti (senza però la possibilità di scegliere) incontra uno dopo l'altro l'avversario da battere fino al confronto finale con il boss relativo. Questo tipo di modalità si presenta con due differenti stili di gioco -original e break- che modificano leggermente l'esperienza di gioco in base alle preferenze del giocatore: se con break le caselle eliminate forzeranno quelle subito superiori a "cadere" negli spazi liberati, in original queste non si muoveranno di un passo. Oltre alla modalità confine è inoltre possibile prendere parte alla sfida di Gunpey anche in modalità "infinito", in cui -come la parola indica- l'obiettivo è quello di giocare contro se stessi fino a quando non comparirà la classica scritta game over. Non si discostano molto dalle altre modalità anche gli scontri a tempo e a livello: nel primo si gareggerà contro il tempo e nel secondo contro un determinato avversario. Il single player di Gunpey -purtroppo- termina qui, lasciando al giocatore la possibilità di far scaricare ad un amico una versione demo di Gunpey, di sfidarlo in condivisione di gioco o in una versione ancora più completa se in presenza di un altro possessore della cartuccia. Concludono la desolante conta delle modalità la cosiddetta "galleria G-tone", luogo in cui vengono collezionate tutte le "mosse" di uno strano personaggio sbloccate nel corso del single player ed il sound box, una specie di piccolo editor musicale utile a creare il proprio pezzo da utilizzare poi nel corso del gioco (la canzone può essere creata sia da zero che partendo da una già esistente in Gunpey).
La fase di gioco può essere affrontata in diversi modi a seconda dell'abilità del giocatore e del suo personale stile, la regola che sta alla base di Gunpey (collegare i due estremi del campo di gioco con una linea) può essere infatti interpretata in molti modi: per un giocatore che preferisce puntare alla velocità e all'eliminazione dei blocchi con linee singole, una delle tattiche migliori è quella di preparare una griglia articolata e ramificata di linee da cancellare in un sol colpo in modo da eliminare quante più celle possibili. Per arrivare ad ottenere risultati complessi e remunerativi in termini di punteggio serve però molta abilità, pazienza e perseveranza, qualità che sono premiate da speciali condizioni (attivabili in maniera assolutamente random ed automatica dal gioco) per cui si applicherà un particolare status negativo al proprio avversario: "slot" cambierà la direzione di ogni pezzo, "no touch" inibirà il movimento dei blocchi, e così via. Il gameplay di Gunpey -purtroppo- finisce proprio qui: per quanto l'abilità del giocatore effettivamente apra diverse possibilità sul modo di condurre una partita, il fatto di ricondurre tutto il gioco al solo movimento delle caselle in verticale e soprattutto vista l'effettiva assenza di eventi utili a "movimentare" le partite, hanno il risultato di rendere Gunpey un gioco troppo poco longevo e troppo presto noioso. Graficamente parlando Gunpey delude oltremodo: Q? Entertainment è una software house di talento, in grado di tirare fuori dalle console su cui lavora prodotti sempre originali e soprattutto visivamente curatissimi. Meteos rappresentava probabilmente il punto più estremo toccato dalla softco giapponese, ma questo Gunpey ne esaspera ancora di più il look spaziale, mescolandone la visione planetaria con elementi che ricordano in parte Space Channel 5. Il risultato è confusionario, troppo particolareggiato e contemporaneamente poco delineato, troppo colorato e con personaggi che sembrano essere usciti dalla matita di un disegnatore amatoriale, non tanto per la qualità ma per l'eccessiva presenza di particolari inutili ed accessori. Se graficamente Gunpey non riesce ad essere "pulito" come Lumines o colorato Meteos, purtroppo anche sul fronte musicale le notizie non sono buone: il gioco risulta probabilmente uno dei meno ispirati in assoluto di Mizuguchi, dotato di una serie di motivi monotoni, troppo banali e nemmeno troppo orecchiabili. Probabilmente il claim che segue il gioco -music puzzle- mai è stato meno azzeccato per un gioco: la grafica è slegata dalla musica ed il puzzle è davvero labilmente associato agli effetti sonori e ai brani musicali. Gunpey oltre che essere realizzato per Ds è stato sviluppato anche su PSP con uno stile grafico decisamente differente ed un diverso comparto musicale, purtroppo Mizuguchi dimostra di non riuscire a sfruttare il massimo da un portatile -il Ds- che comunque in passato si è dimostrato più che ottimo per giochi che sanno fondere musica, rompicapi ed abilità.
L'operazione di Mizuguchi spinge al limite la sua visione per i giochi musicali basati sulla musica: lo schermo risulta infinitamente troppo pieno e ridondante di elementi di per se inutili al gioco e che distraggono più che allietare l'esperienza di gioco. Graficamente inadatto e musicalmente pessimo, Gunpey si dimostra probabilmente come uno puzzle game meno interessanti per Ds o perlomento uno dei più "poveri". Il gameplay in se non è comunque totalmente da buttare e riesce a divertire per qualche ora, soprattutto nelle sessioni multiplayer.
- Pro:
- Gameplay semplice e lineare
- Buona modalità multiplayer
- Contro:
- Troppo povero in tutto
- Musica e Grafica deludono
La figura di Gunpei Yokoi per il mondo dei videogiochi (ed in particolare dei portatili) è stata innegabilmente fondamentale: geniale mente dietro alla creazione dei Game&Watch, allo sviluppo di giochi come Donkey Kong, Mario bros, Kid Icarus e Metroid, ma soprattutto padre del Game Boy. Sfortuna vuole che dopo gli anni di grande successo alla guida di R&D1, studio di sviluppo interno a Nintendo, Yokoi dia vita ad una delle "console" meno comprese della storia, il Virtual Boy, dando inizio così ad una spirale negativa di eventi che lo porteranno alla creazione della sua software house Koto Laboratory, all'ideazione del WonderSwan (la console portatile di Bandai) e alla sua tragica morte in un incidente d'auto. In seguito a questo triste evento, su WonderSwan venne realizzato un puzzle game dalla struttura decisamente semplice ma accattivante -Gunpey-, riproposto di recente in una sua versione aggiornata e remixata dietro cui risiede un'altra delle menti più bizzarre e musicali dell'industria: Tetsuya Mizuguchi.