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Lost Planet: Extreme Condition - Recensione

Copritevi bene: si parte per Lost Planet...

RECENSIONE di Andrea Ranaldo   —   03/03/2008
Lost Planet: Extreme Condition
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Quando un golf non basta…

In un ipotetico futuro, l’umanità è costretta ad abbandonare la Terra per emigrare sul pianeta E.D.N III, un mondo totalmente sommerso dalle nevi abitato da una letale e insettiforme razza aliena: gli Akrid. Una coabitazione tutt’altro che pacifica, che vede le due forze in campo darsi battaglia per impadronirsi della fonte più preziosa: il calore. Le temperature sono infatti così basse da obbligare il giocatore a rifocillarsi continuamente, grazie alle numerose stazioni termiche presenti lungo il cammino.
Vestendo i panni di Wayne, un soldato dell’esercito che assisterà alla morte del padre per mano (o meglio, tentacolo…) di un enorme alieno, sarete così chiamati a liberare il pianeta dagli Akrid, e a fermare i perfidi propositi della Nevec, una società di scienziati che ha ideato il Progetto Frontiera: tale piano prevede la distruzione di tutte le formi viventi del pianeta. Umani compresi…

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Space Harrier incontra Transformers

Lost Planet si presenta come uno sparatutto di vecchia scuola, rievocando, addirittura, un classico come Space Harrier: la componente esplorativa è infatti molto marginale, e lascia all’azione il ruolo di assoluta protagonista.
La vera novità è rappresentata dall’introduzione dei Vital Suits, particolari Mech che potenzieranno la nostra capacità di fuoco, e permetteranno il raggiungimento di zone altrimenti inaccessibili. Esisteranno varie tipologie di Vs, tutti limitatamente customizzabili: lungo il percorso troverete infatti molti armamenti, e starà a voi selezionare quello più idoneo al vostro stile.
Un’altra interessante feature è la presenza dell’indicatore di calore. Tale valore numerico calerà incessantemente ad ogni secondo, obbligando il giocatore ad abbattere più nemici possibili: ogni alieno ha infatti intrinseca una quantità variabile di calore, utile al mantenimento dell’energia vitale. La barra assume così una duplice valenza: temporale, ed energetica.

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Spara, spara…e spara!

Il primo impatto è sicuramente mozzafiato. Il clima che si respira è di assoluta desolazione, merito anche dell’azzeccato accompagnamento sonoro: la scelta di limitare solo in determinate circostanze il sottofondo musicale, aiuta infatti il giocatore ad accusare un’ adrenalinica sensazione di solitudine.
Pad alla mano, il feeling è immediato: una volta presa coscienza della lentezza dei movimenti del protagonista, i controlli sono infatti molto precisi ed intuitivi.
Il vero tallone d’Achille di Lost Planet è negli scontri a fuoco, componente assolutamente fondamentale per il genere: il comportamento dei nemici, assolutamente privi di tattiche, denota un’intelligenza artificiale terribilmente deficitaria, e toglie mordente all’esperienza di gioco.
Il problema è acuito ulteriormente dalla discutibile implementazione dei checkpoint, molto distanti gli uni dagli altri, ma attivabili anche senza dover sprecare alcun un proiettile: non è infatti necessario sbarazzarsi dei mostri presenti in ogni area, ma è sufficiente scappare a gambe levate verso la zona successiva con la possibilità di passare addirittura inosservati agli occhi dei nemici.
Questo non fa altro che facilitare ulteriormente il gioco, già di per sé non particolarmente ostico. Il grado di sfida è dato più dalla quantità, che non dalla qualità dei nemici, risultando un pericoloso deterrente per la longevità, assestata intorno alle 7 ore di gioco.

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Spara, spara…e spara!

Di tutto altro tenore sono invece gli scontri con i boss di fine livello: i riflessi e l’astuzia del giocatore vengono finalmente messi a dura prova, obbligandolo ad intuire, e successivamente mettere in pratica, l’adeguata tattica di abbattimento. Data la maestosità, è consigliabile affrontare questi mostri a bordo dei VS, che con la loro devastante potenza di fuoco, abbinata alla possibilità di evitare le offensive nemiche con una certa efficacia, risultano essere il mezzo più fruttuoso per uscire indenni dallo scontro. Tuttavia, non è raro assistere alla distruzione del vostro amato mech: in tal caso, potrete comunque affrontare i boss a piedi, equipaggiando le armi montate precedentemente sul robot. Il tutto, ovviamente, a discapito dell’agilità del protagonista.

Guerra fratricida fino a 16 giocatori

La componente online del titolo è abbastanza sviluppata, anche se si lamenta l’assenza di una modalità cooperativa che avrebbe sicuramente innalzato il fattore divertimento.
Le quattro modalità presenti sono piuttosto canoniche, e vanno dal deathmatch in singolo e a squadre, alla cattura e al mantenimento di alcune postazioni sulla mappa, fino a quella più originale, denominata “Il Fuggitivo”, che è in sostanza un uno contro tutti.
In attesa che il gioco raggiunga gli scaffali europei, siamo riusciti a testare l’online solamente su server giapponesi, ravvisando un certo ritardo di risposta nei comandi.
Con la certezza che tali problemi verranno risolti una volta che saranno aperti anche i server nostrani, notiamo come i limiti presenti nel single player si facciano sentire anche in rete. Il titolo soffre di una spiccata ripetitività, e non bastano alcune feature presenti solo nel multiplayer, come il ciclo giorno/notte, alcune aree subacque e la casualità dei fattori climatici come le bufere di neve, per considerare l’online di Lost Planet pienamente soddisfacente.

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L’età si fa sentire…

Graficamente parlando, la versione Playstation 3 di Lost Planet è una conversione fedele del gioco uscito 13 mesi or sono su Xbox360, con tutti i pregi e i difetti del caso: se infatti lo scorso anno veniva catalogato tra i giochi meglio riusciti della NextGen, oggigiorno il mercato propone prodotti tecnicamente molto più avanzati.
Ci saremmo aspettati sicuramente dei miglioramenti, tuttavia non si può che rimanere ammagliati di fronte alla maestosità delle creature aliene, così come al cospetto della vastità di campo delle suggestive ambientazioni, il cui unico neo è forse nello scarso livello di caratterizzazione. Le location spoglie sono però il prezzo da pagare per avere un frame-rate ancorato, salvo rarissime eccezioni, a 30 fps.

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Commento

Lost Planet è un tuffo nel passato: la giocabilità così immediata, unita alla suddivisione in stage, con tanto di boss di fine livello, è un nostalgico ritorno ad una concezione di videogioco andatasi a mutare nel corso degli anni.
Tuttavia, alcuni difetti portanti, quali l’intelligenza artificiale deficitaria, e la monotonia imperante, impediscono al titolo Capcom di diventare un acquisto imprescindibile.

Pro

  • Design dei nemici strabiliante
  • I Vital Suits
  • Semplice ed intuitivo…
Contro
  • ...anche se un po’ monocorde
  • I.A. poco sviluppata
  • Longevità ai minimi storici

Lost Planet: Extreme Condition è disponibile su Pc, Playstation 3 e Xbox 360.
La versione testata è quella per Playstation 3.