Passare un pomeriggio in compagnia sul divano, mentre si inveisce amichevolmente davanti a uno schermo, è un rituale che, una volta ogni tanto, fa sempre piacere. Certo, trovare un videogioco che permetta a tutti di divertirsi, a prescindere dall'essere giocatori incalliti o totali inetti del controller, è un'impresa non sempre facile. Il rito del party game è qualcosa di molto delicato: serve bilanciamento, costante sfida e appianamento delle competenze. Tutti devono essere in grado di "fare le scarpe" agli altri, ma cosa più semplice a dirsi che a mettere in pratica: c'è chi è più portato per gli enigmi, chi per la cultura generale e chi per la coordinazione mano-occhio. Di conseguenza, come spesso accade, la serata non soddisfa tutti allo stesso modo, creando non poca frustrazione in chi non è riuscito ad adeguarsi alle regole. Tuttavia, esistono casi in cui, anche se non si è proprio in grado di ottenere un risultato che sia uno, l'esperienza finale risulta comunque gioviale, bilanciata nonostante i disequilibri. Non capita spesso di trovare un videogioco con tali caratteristiche ma, a volte, l'industria ci grazia con un titolo come quello sviluppato da Gameswing e Ubisoft Mumbai, non troppo originale, neanche troppo complesso, ma comunque, in qualche modo, maledettamente divertente.
Vediamone meglio pregi e difetti in questa recensione di OddBallers.
Divertimento senza impegno
OddBallers è un videogioco multigiocatore multi-evento basato a grandi linee sulla palla avvelenata. A grandi linee perché, alla fin fine, lo scopo è lanciarsi addosso tutto quello che viene fornito durante i brevi match tematici che compongono una partita. Il titolo ha preso a piene mani dai grandi successi degli ultimi anni, dai più recenti Mario Party, ai vari Fall Guys e compagnia, fino ad arrivare ai tempi d'oro di Windjammers (con tutte le rivisitazioni del caso).
Già dal menù si capisce che Oddballers è pienamente immerso nel tessuto iconografico contemporaneo della nostra industria. Infatti, troviamo ad accoglierci una struttura visiva che ricorda molto da vicino quella dei battle royale che hanno invaso l'immaginario collettivo negli ultimi anni, con tanto di doppia valuta, negozio con elementi cosmetici a tempo e linea dei progressi con ricompense varie. Insomma, il primo impatto che si ha è quello di trovarsi di fronte a un qualsiasi battle royale, ma la musica cambia immediatamente.
Indifferentemente dal fatto che giochiate online o in locale (su Nintendo Switch fino a sei persone utilizzando un solo Joy-Con a testa), la struttura è la stessa: scegliere una delle tre mappe disponibili, decidere se giocare in quattro o in sei (se non siete abbastanza, verrete abbinati a dei bot, ai quali potrete anche impostare la difficoltà), selezionare la durata dell'incontro tra breve, media e lunga (rispettivamente, il match point si raggiunge quando qualcuno arriva a quattro, sette o undici punti) e completare le sfide selezionate casualmente (ma c'è anche l'opzione per la partita personalizzata). Il resto sta ai giocatori, che verranno lasciati in una lobby liberamente esplorabile e completa di tutte le necessità per prepararsi alla partita, dal negozio dove comprare nuovi abiti, al guardaroba, ad alcuni passatempi, così da non dover ogni volta uscire dalla stanza creata per modificare singoli parametri.
A seconda della durata della partita, i giocatori devono competere in diverse sfide legate al tema del dodgeball, sia in squadra che singolarmente. Ogni round ha le sue caratteristiche e le sue regole, adeguatamente spiegate prima di ogni mini-gioco (in pieno stile Mario Party), così da permettere anche a chi non ha mai giocato di capire al volo l'obiettivo e i comandi e competere alla pari degli altri. Abbiamo il classico "tutti contro tutti", dove vince l'ultimo che rimane in piedi, ma anche rivisitazioni di modalità che abbiamo imparato a conoscere in altri contesti multigiocatore, come catturare la "bandiera" avversaria o rubare la taglia agli altri giocatori e cercare di sopravvivere il più a lungo possibile. In ogni caso, la costante è la stessa: sfruttare gli oggetti dello scenario per eliminare chi intralcia il vostro cammino verso la gloria. Che siano palloni, noci di cocco o polli poco importa: basta che mettano al tappeto i vostri avversari. Ogni round conferisce tre punti al vincitore e uno ai secondi in classifica (nel caso ci siano). Chi raggiunge il punteggio prestabilito all'inizio della partita, si aggiudica l'agognata coppa di OddBallers.
Il Rinascimento dei Rabbids
A livello grafico, OddBallers si difende bene, non tanto per lo stile o per la complessità dei modelli, quanto per la coerenza di fondo che lega il tutto. Insieme a dei personaggi caricaturali (che sono sicuramente in grado di dare inizio ad accesi dibattiti in merito alla loro qualità) troviamo, sorprendentemente, i Rabbids. Dopotutto, in un party game firmato Ubisoft, dove bisogna fare dell'ignoranza educativa la propria arma più affilata, non possono non essere presenti i conigli più irriverenti del mondo dei videogiochi. In quella che sembra a tutti gli effetti una vera e propria rinascita dopo un periodo abbastanza buio, finalmente queste mascotte tornano a solcare i mari di cristalli liquidi, riverberando i fasti d'un tempo con piccole produzioni come questa o con progetti più grandi, come i Mario+Rabbids.
A parte questa piccola soddisfazione personale, OddBallers gira abbastanza bene, anche se non è esente da qualche bug e da sostanziosi cali di fotogrammi, che si verificano principalmente durante i caricamenti o i cambiamenti di scenario, cosicché chi perde durante la partita vera e propria non può dare la colpa alla fluidità (ci riferiamo all'unica versione che abbiamo avuto modo di testare, ovvero quella per Nintendo Switch).
Conclusioni
Oddballers è un prodotto strano, "odd" nel vero senso della parola. Non è di certo alimentato da un'idea originale, né tantomeno da un approccio fuori dal comune (specialmente su Nintendo Switch, ne esistono a bizzeffe di titoli come questo). Eppure c'è qualcosa di stranamente inedito nel prendere tutti insieme di mira un giocatore-bersaglio, oppure nel giocare a ultimate frisbee o a una versione ridicolizzata del calcio. Sarà per lo stile polimorfo, sarà per l'immediatezza e per il caos che si viene a creare su schermo, sarà per quelle piccolezze che non servono a niente (come poter portare, alla fine della partita, il trofeo nella lobby e contenderselo a suon di spintoni e pallonate), ma questo piccolo party game, un vero patchwork videoludico, è in grado di far divertire per diverse ore in compagnia di chiunque abbia voglia di sedersi sul divano e fare una partita.
PRO
- Una partita tira l'altra
- Buon grado di personalizzazione, sia cosmetica che esperienziale
CONTRO
- Prestazioni non granitiche
- Qualche bug