Da blockbuster cinematografico qual'è stata negli ultimi anni, la trilogia di Gore Verbinski "Pirates of the Caribbean" non poteva rinunciare a numerosi tie-in videoludici, proposti praticamente su ogni piattaforma: un merchandising più che meritato, in fondo, per una delle saghe più affascinanti mai realizzate. E pensare che l'idea del film nacque semplicemente da un'attrazione di Euro-Disney! Di strada se n'è fatta tanta, e già dal secondo capitolo la serie aveva perso il tono tutto sommato fanciullesco abbracciando temi molto più "dark" e violenti. In questo terzo capitolo, per esempio, Jack Sparrow è morto: o meglio, è rinchiuso nel Forziere di Davy Jones, una specie di purgatorio nel quale è finito dopo che la bella Elizabeth l'aveva ingannato e lasciato uccidere dal Kraken alla fine de "La Maledizione del Forziere Fantasma". Ma ora la Compagnia delle Indie, in possesso del cuore di Davy Jones e in grado quindi di controllare la potentissima nave Olandese Volante, si prepara a spazzar via i pirati dalle acque del mondo: guidati da un redivivo Barbossa, l'ex-ciurma della Perla Nera si prepara a tirar fuori Jack dalla sua prigione per cominciare la guerra. Ma ognuno ha le sue ragioni per lottare, e spesso non coincidono affatto con quelle degli altri...
L'avventura programmata per DS da Amaze Entertainment segue fedelmente il plot del film, mettendoci di conseguenza nei panni dei vari protagonisti e, da metà in poi circa, anche in quelli tanto attesi di Jack Sparrow: da Singapore al Forziere di Davy Jones, fino alla battaglia finale sul Maelstrom.
Aye aye capitano!
L'avventura in realtà non inizia subito come il film: il tutorial è infatti basato sulla sequenza finale del prequel, e in certo senso funge da riassunto della storia finora narrata. E "Ai Confini del Mondo" in effetti è decisamente simile a precedente episodio videoludico, "La Maledizione del Forziere Fantasma", distribuito poco più di un anno fa: è un picchiaduro a scorrimento tridimensionale, appunto, ma la novità sono una serie di fasi d'esplorazione, condite con un po' di sequenze puramente platform, che lo rendono un po' più intrigante.
Il modello al quale Amaze si è ispirata per il design di questo prodotto è senz'altro Tomb Raider: in parecchi momenti il giocatore dovrà arrampicarsi su dei muri o aggrapparsi al volo a delle liane e corde, per raggiungere la piattaforma successiva e proseguire nel percorso stabilito dai designer, tra un combattimento all'arma bianca e l'altro.
Gli scontri sono estremamente semplici, perlopiù composti da ripetuti fendenti e occasionali parate, eseguibili tramite la semplice pressione dei tasti. In alcuni casi è possibile eseguire delle azioni speciali, come dei calci che spingeranno il nemico a terra o giù da un precipizio, o raggiungere di soppiatto un avversario senza farsi notare per prenderlo alle spalle: sono meccaniche estremamente semplici e quasi ingenue, che aggiungono giusto un po' di profondità a un gameplay lineare e talvolta banale, ravvivato da qualche puzzle a tempo o anche dai "boss" di fine stage: nel caso di questi duelli, nello schermo inferiore del DS tracceremo con il pennino delle linee che si tradurranno in stoccate e parate sullo schermo superiore, dove avrà luogo un combattimento più spettacolare e dinamico del solito. Il difetto in queste battaglie più importanti è purtroppo proprio il sistema di controllo via touch-screen, che è veramente poco reattivo, infatti l'animazione relativa al nostro comando è decisamente lenta e diventa frustrante affrontare il nemico di turno con un delay del genere tra input ed esecuzione.
Per fortuna gli enigmi, molto spesso con un tempo limite per risolverli, spezzano la monotonia dell'azione, frustrata anche da una posizione della telecamera fissa che spesso tradisce le effettive distanze tra una piattaforma e l'altra durante i salti: ne consegue che la maggior parte del gameplay è praticamente affidato alla fortuna, e perfino il mini-game con i dadi (ricordate il gioco del Bugiardo al quale Sputafuoco Turner e il figlio Bill sfidano Davy Jones nel secondo film?) richiede più abilità e intelligenza, nel momento in cui un salto va' eseguito dopo vari tentativi a vuoto per capire la distanza da coprire.
Commento
Tutto sommato non si può dire che Ai Confini del Mondo sia un brutto gioco: pur con i suoi notevoli difetti, non si avvicina ai tie-in disastrosamente commerciali che hanno spesso afflitto le ludoteche in concomitanza all'uscita di film più o meno attesi. Insomma, abbiamo visto decisamente di peggio: in fondo, Ai Confini del Mondo ripropone il gameplay del prequel, ma lo migliora con alcuni elementi ludici che lo rendono più interessante e vario, pur mantenendo quella monotonia di fondo causata dalle meccaniche di un beat'em-up a scorrimento con ben poche possibilità di azione. L'introduzione di elementi platform o esplorativi è purtroppo rovinata da un posizionamento della telecamera a volte incomprensibile, ma una volta intuite le distanze il gioco scorre abbastanza liscio e non è nemmeno spiacevole da giocare. Dal punto di vista tecnico, sono notevoli gli alti e bassi, sopratutto graficamente: peccato che la trilogia si sia conclusa, il margine di miglioramento era notevole. Ma chissà che Verbinski non giri un quarto film, e Amaze non abbia l'occasione di riscattarsi!
Pro
- Decisamente fedele al film
- Gameplay migliorato rispetto al prequel
- Discretamente longevo e divertente
- Tecnicamente molti alti e bassi
- Posizione delle telecamere infelice
- Gameplay troppo semplice e ripetitivo
3DS e i Pirati di Sparrow
L'engine tridimensionale con il quale Amaze ha ricostruito le sequenze del film non è niente male, va' detto: è una versione migliorata di quello proposto un anno fa con La Maledizione del Forziere Fantasma, impreziosito da una maggiore qualità delle texture e della resa visiva generale. I modelli poligonali restano ancora un po' grezzi, sopratutto quelli dei personaggi secondari o dei nemici, ma il dettaglio delle location e la fedeltà al film sono notevoli. Peccato per le animazioni dei vari personaggi, sopratutto dei tre protagonisti, che sembrano copiate e incollate da un modello all'altro, privandoli di almeno un po' di personalità: il frame rate scostante completa il quadretto, visto che talvolta i rallentamenti sono notevoli nelle sequenze più concitate.
Pollice in alto per la colonna sonora invece, quella del film praticamente: le splendide tracce musicali di Hans Zimmer sono riproposte davvero fedelmente, a volte intrecciate ad altre composte ad hoc e decisamente banali in confronto, proposte specialmente nella prima metà del gioco, e quando arriva Jack Sparrow (che come nel film, purtroppo, è assente per gran parte del gioco) non sembra casuale la scelta di riprodurre il tema portante della trilogia e i brani più esaltanti, sopratutto durante gli scontri finali.