Un gioco che cerca di mettere insieme il metroidvania e la simulazione d'appuntamenti andrebbe apprezzato a prescindere, se non altro per il coraggio e l'originalità dell'idea che non è comune nemmeno nell'attuale panorama indie foderato di strani amalgami di gameplay, ma la recensione di Romancelvania dimostra come l'obiettivo fissato da The Deep End Games sia forse troppo complesso da raggiungere in maniera convincente. In questa bizzarra reinterpretazione di Castlevania, il protagonista Drac è un vampiro chiamato a riscattarsi dopo un secolo di inedia e autocommiserazione per essere stato tradito e sconfitto dal suo amore, e per farlo non dovrà tanto mettere a ferro fuoco il mondo degli umani (anche se un po' sì, a ben vedere), quanto piuttosto fare il "tronista" in un reality show organizzato da Grim, il mietitore non molto tristo che si è riscoperto produttore televisivo glam e d'avanguardia.
Concettualmente è un'idea che non fa una piega: invece di vagare per un labirintico castello in cerca di vendetta, riscossa e gloria, lo facciamo in gran parte per conquistare i vari partecipanti al reality show, tra i quali dovremo poi selezionare i più "meritevoli di attenzione", diciamo. Come si suol dire, "tira più un pelo di licantropo..." O qualcosa del genere.
A dire il vero, si tratta di una motivazione anche più valida di molte altre premesse usate per missioni secondarie o interi giochi, aprendo la porta ad approfondimenti e anche diramazioni narrative in base alle selezioni che ci troviamo a fare. I soggetti in questione presentano una varietà impressionante, spaziando per creature sovrannaturali di ogni genere e sesso, tutte piuttosto ben caratterizzate. Sebbene si vada ovviamente a giocare un po' su alcuni stereotipi, viene fatto sempre con una certa intelligenza e profondità. La progettazione è dunque geniale e anche la messa in scena ha i suoi perché, il problema di Romancelvania è proprio nel suo gameplay, come vedremo, e purtroppo non è una cosa da poco.
Il vampiro tronista
Drac ha passato 100 anni a rimuginare sull'ex amante che l'ha tradito e sconfitto, lasciando il castello in rovina e restando lontano dai combattimenti e dall'azione per troppo tempo. Un misterioso invito da una cabala e l'incontro con Grim stravolgono la sobria normalità del vampiro scaraventandolo all'interno di una sorta di reality show a tema sentimentale, a cui è costretto a partecipare per riscattare il proprio nome e il controllo del suo castello. L'inizio è una chiara citazione di Castlevania: Symphony of the Night, con il nostro eroe che si ritrova a combattere alcuni mostri al massimo della propria potenza, salvo poi perdere i poteri una volta incontrato Grim che lo invita (volente o nolente) a prendere parte allo show. È ovviamente una parodia della premessa tipica dei metroidvania e in particolare del classico di Konami, con il protagonista che si ritrova a dover riconquistare le proprie abilità per aprire nuove strade attraverso possibilità di movimento e combattimento sempre più elevate.
La "produzione" si rivela subito pragmatica e inflessibile (con tanto di combattimento contro il boss addetto al budget) e Drac deve darsi da fare per invitare nuovi partecipanti allo show e cercare di mantenere vivo l'interesse coltivando le varie relazioni. Tra gli ospiti ci sono divinità, muse, demoni, streghe, licantropi e altre creature assortite, ognuna caratterizzata da una propria personalità e interessi specifici, spesso in contrasto una con l'altra.
In base alle scelte che facciamo possiamo approfondire la conoscenza di uno o l'altro ospite, di conseguenza anche sviluppando in maniera diversa la storia, sebbene con diramazioni marginali. Le relazioni si alimentano soprattutto durante i dialoghi e negli appuntamenti "tête-à-tête", che si svolgono secondo i crismi tipici di trasmissioni tipo "The Bachelor". In base al nostro atteggiamento e alle nostre risposte (generalmente schematizzate in categorie come "provocante", "sexy", "amichevole", "minaccioso"), il rapporto con l'interlocutore avanza in maniera differente, con tanto di selezioni da effettuare periodicamente per eliminare i concorrenti che giudichiamo meno interessanti.
Gameplay in stile metroidvania, o quasi
Al di là delle digressioni romantiche, Romancelvania è un metroidvania, anche se è probabilmente una delle interpretazioni più grezze del sotto-genere che ci sia capitato di vedere in questi ultimi tempi. Il riferimento più diretto è chiaramente Castlevania, del quale si pone come una sorta di parodia, viste anche le citazioni più esplicite come le tipologie di mostri da affrontare e le meccaniche di base del gameplay. Troviamo anche qui gli spostamenti tipici in stile platform 2D, con tanto di doppio salto da riconquistare e trasformazioni in nebbia o supervelocità, oltre a un sistema di combattimento incentrato su armi differenti da assegnare a tre tasti, scegliendo tra un ventaglio di svariate soluzioni d'attacco. In questo senso, la componente romantica ha riflessi effettivi nel gameplay perché, all'aumentare del livello della relazione con determinati personaggi, si sblocca anche la possibilità di acquistare dei perk specifici collegati, che incrementano le statistiche e le abilità di Drac.
Teoricamente gli elementi ci sono tutti, ma questi non riescono a tradursi in una meccanica di gioco convincente, per svariati motivi. I livelli, interconnessi in un'unica mappa come da tradizione, sono sufficientemente vari e ben caratterizzati, sebbene a volte confusionari anche a causa di una direzione artistica originale ma poco consistente. Assolutamente incomprensibile, in un gioco di questo genere, è la mancanza di una mappa da richiamare sullo schermo, cosa che costringe ad andare a memoria e rende il backtracking ancora più frustrante del dovuto. Si rileva inoltre una legnosità generale tra risposta ai comandi e animazioni che mortificano lo spirito classico del metroidvania, il cui gameplay dovrebbe esaltare l'agilità e velocità del protagonista, mentre Drac sembra spesso pachidermico nei movimenti. Tutto questo rende il gameplay action quasi un accessorio rispetto alla componente "sim date" ben più curata, quando dovrebbe forse essere il contrario.
Uno strano aspetto d Romancelvania
La direzione artistica riflette l'originalità generale di Romancelvania, mettendo in scena un gioco dotato di un aspetto davvero bislacco. La scelta della grafica 3D ha forse a che fare con la necessità di contenere i costi e le risorse, ma modellazione dei personaggi e animazioni restano piuttosto scarne, nonostante un ottimo design dei personaggi per quanto riguarda le illustrazioni in 2D. Per un gioco che fa leva sul carisma di questi, si poteva fare forse qualcosa di più per caratterizzarli al meglio durante il gioco e le scene d'intermezzo, anche perché il doppiaggio e la recitazione sono generalmente ben fatti (sebbene non in maniera uniforme, visto che alcuni personaggi non sono doppiati).
L'estetica scelta può apparire in certi casi un po' grezza e i forti contrasti cromatici e di luci e ombre fanno spesso l'effetto pugno nell'occhio, ma la ricerca di una resa d'impatto è un elemento chiaramente voluto dagli sviluppatori e anche apprezzabile, se si entra nella lunghezza d'onda del gioco. Altro discorso è la scarsa eleganza delle animazioni, che unita anche a una risposta non sempre ottimale dei controlli non fa che incrementare l'idea di una goffaggine generale di Drac e nemici, nonostante il personaggio dovrebbe suggerire invece eleganza e fascino letale.
Conclusioni
È facile ritrovarsi a voler amare Romancelvania ma non riuscire ad apprezzarlo totalmente. L'idea di unire il metroidvania con la simulazione di appuntamenti è geniale e intrigante, anche grazie all'ottima caratterizzazione applicata ai personaggi e al fatto di riuscire a integrare una stranezza del genere nel classico contesto gotico di Castlevania, ma è difficile passare sopra alle lacune del gameplay. Viene da pensare che la visione iniziale fosse troppo ambiziosa, visto l'impegno richiesto per costruire una struttura da metroidvania ben funzionante, e il team The Deep End Games si sia poi accontentato di un compromesso che punta forte sulla componente relazionale e "sexy". Resta comunque un gioco molto interessante, piacevole da seguire tra storia, personaggi e dialoghi ma decisamente meno apprezzabile come action a piattaforme classico.
PRO
- Metroidvania + Simulazione d'appuntamenti è un mix esplosivo
- Diversi personaggi sono interessanti e ben caratterizzati
- Situazioni di gioco imprevedibili e livelli sufficientemente vari
CONTRO
- Il gameplay è lacunoso, tra movimenti e combattimento
- Non è immenso ma è difficile orientarsi per la mappa
- La componente metroidvania aveva bisogno di più tempo per essere sviluppata al meglio