Se c'è una cosa sulla quale non possiamo certamente criticare Square Enix è sicuramente la voglia del publisher di rinfrescare alcuni dei franchise più di nicchia, riproponendo interessanti saghe al pubblico odierno in chiave rivista. Lo hanno fatto con Tactics Ogre, con l'universo di Secret of Mana, con SaGa, con i primi Final Fantasy (che di nicchia non erano, ma avete capito). Romancing Sara 2: Revenge of the Seven è un remake di un gioco per Super Nintendo, parliamo di circa 30 anni fa, magari molti di voi non erano ancora nati eppure il Giappone già partoriva JRPG sperimentali, come questo.
Una struttura non lineare, un meccanismo di avanzamento peculiare, la possibilità di attraversare attivamente generazioni di personaggi, un set di abilità da tramandare al proprio "erede". Sono cose intriganti, vero? Pensate a inserirle in un gioco del 1993, distribuirlo esclusivamente su territorio giapponese e condire il tutto con una difficoltà di fondo veramente alta.
Gli ingredienti per scavare nella nicchia della nicchia c'erano già tutti ed è per questo che plaudiamo alla scelta di Square Enix di riproporlo con una bella iniezione di quality-of-life.
Benvenuti ad Avalon, un impero di cui imparerete a goderne sempre di più mano a mano che... lascerete il trono ai vostri eredi!
JRPG ad albero
Lo diciamo e lo sottolineiamo di nuovo: la caratteristica più avvincente di Romancing Saga 2: Revenge of the Seven (un titolo che d'ora in avanti semplificheremo per comodità) è la sua proposta narrativa assolutamente non lineare. Ci saranno dei punti in cui attiverete avanzamenti automatici, ma la rete di ramificazioni narrative è interessantissima da esplorare e raccontare perché era una primizia al tempo e tale è rimasta oggi. Nei panni dell'Imperatore dovrete andare in giro parecchio, risolvendo problemi di altre nazioni e facendovi nuovi alleati nell'ordine e nel modo che volete, prestando quindi il fianco a un lungo elenco di variazioni narrative prestabilite che colpiranno la vostra partita e la modificheranno. La storia di base è semplice: sette eroi del passato sono diventati demoni e ora dovrete farli fuori: si, c'è dell'altro, ma questo è il fulcro e ci servirà saperlo perché, a ogni demone sconfitto, la storia avanza di qualche decina di anni, permettendovi così di lasciare il vostro party e affidarvi a quelli dei vostri eredi. Strano, vero? Una dinamica piuttosto unica nel panorama JRPG, che regala quantomeno un tipo di gameplay rarissimo da trovare altrove.
La scoperta del mondo e delle quest regala soddisfazioni proprio per la sua non linearità: accedere a determinate missioni vi permetterà di approfondire non solo l'ambientazione, ma anche delle diramazioni minori piene di idee carine.
Il problema, però, è proprio nel passaggio generazionale: detto che il sistema di fondo funziona, il fatto di dover abbandonare ogni tot ore i vostri personaggi li rende fondamentalmente delle marionette senza particolare anima. Come si fa ad affezionarsi a personaggi inseriti quasi esclusivamente per fini ludici sapendo che dopo qualche ora si salutano? Strano a dirsi, l'aspetto JRPG che meno funziona in Romancing Saga 2 è proprio quello dei personaggi, delle marionette - anche a livello di character design, non troppo ispirato - che fungono unicamente da lottatori negli scontri. Il resto, invece, funziona: la costruzione dell'impero, il passaggio delle abilità, le quest secondarie, l'esplorazione dei dungeon sono tutti elementi ben proposti, che anche a distanza di 30 anni hanno il loro senso, anche grazie a un rimodellamento attuato da Xeen, il team responsabile dello sviluppo (e del remake di Trials of Mana).
Tornano i turni
Il sistema di combattimento di Romancing Saga 2 può dare soddisfazioni, soprattutto a chi apprezza i turni, gli scontri veloci, la meccanica basata sulle debolezze e la linea temporale di azione, una caratteristica propria dei SaGa (ma non solo).
Ci saranno tante abilità, tanti nemici differenti, c'è una curva della difficoltà che - per quanto selezionabile all'inizio - tenderà a salire mano a mano che sconfiggerete nemici, andando sicuramente in controtendenza con il concetto di crescita del JRPG tradizionale. Le abilità andranno poi trasmesse, per questo il fulcro dell'avanzamento non è basato sull'esperienza, ma su una certa alchimia di fondo di aumento di parametri legati a più caratteristiche, il tutto all'interno di dungeon ridisegnati, ampliati e resi più interessanti nella loro esplorazione. Leggendo, avrete quindi notato quanti punti di differenza Romancing Saga 2 avesse con il genere cui appartiene e questo è un dato che già da solo contribuisce a farlo risaltare.
Circa 30 classi, 3 livelli di difficoltà, tantissimo materiale da cercare e sbloccare, insomma, questo remake è sicuramente tanto corposo e non mancherà di appagarvi a livello ludico. A livello artistico e di design, l'utilizzo dell'Unreal Engine 4 permette a un titolo normalmente a basso budget di risaltare più di quanto potessimo sperare, a patto di accettare - almeno su Nintendo Switch - dei tempi di caricamento più lunghi del previsto.
Il titolo fa un sapiente utilizzo della palette e dei poligoni a disposizione, proponendo aree sufficientemente dignitose in termini di caratterizzazione; l'appunto maggiore, ancora una volta, è proprio sui personaggi che, nonostante un buon numero di dettagli, peccano purtroppo per eccessiva banalità di design che in un JRPG - che fa di una certa standardizzazione di fondo la propria maggior eredità - sicuramente non aiuta. Lo sforzo fatto da Xeen per portare eroi che già 30 anni fa non brillavano per carisma nella modernità non è stato sufficiente: un design blando e poco ispirato era e tale rimane, contribuendo talvolta a spiazzare il giocatore tra il piacere che il gioco sa offrire a livello di gameplay e il dispiacere di non avere dei personaggi ai quali affezionarsi particolarmente.
Conclusioni
Square Enix e Xeen sono riusciti a proporre con dignità quello che a conti fatti è uno dei JRPG più strani, affascinanti e soprattutto sconosciuti della sua era. Intendiamoci, la parte più interessante è propria la narrativa non lineare, mentre gli altri aspetti sono assolutamente nella media. Ciò che purtroppo non contribuisce a portare in auge il prodotto di base - e quindi nemmeno questo remake - è la pletora di personaggi piuttosto piatti che il titolo per forza di cose offre. C'è comunque tanto da giocare, scoprire, esplorare e non possiamo sicuramente non consigliare questo remake a chiunque sia in cerca di un pezzetto di storia nascosta del genere, quegli esponenti che non sapevate esistessero ma che, a modo loro, hanno ancora qualche idea carina da trasmettere... tutto rigorosamente in inglese.
PRO
- La meccanica narrativa rimane molto interessante
- Scontro rapidi e impegnativi
- Tante migliore generale che aumentano la qualità dell'esperienza
CONTRO
- Personaggi blandi e non interessanti
- Il sistema di combattimento non offre nulla di realmente nuovo
- Peccato per l'assenza di localizzazione in italiano