Per quanto gli incontri tra i vari Kyo Kusanagi, Terry Bogard, Ryo Sakazaki ecc. siano sofisticati nella meccanica, si svolgono all’interno di una struttura estremamente limitata.
Evoluzione ed involuzione
Volendo scrivere di KOF2002 senza prodursi in impietosi paragoni, la cosa più logica da fare è procedere ad una analisi dei personaggi vecchi e nuovi, per vedere cosa è cambiato e cosa no nell’elemento principale del gioco. I lottatori sono circa cinquanta in tutto, e quelli più importanti (provenienti dalla stessa serie di The King of Fighters, da Fatal Fury, da Art of Fighting e da tanti giochi SNK di altro genere) sono ancora tutti presenti. Si conta anche qualche nuova proposta, che però non stupisce più di tanto né per l’originalità né per le capacità. Capacità che, in alcuni casi, si rivelano decisamente sproporzionate in senso negativo: se portare a termine il torneo con i personaggi classici è un’impresa tutto sommato fattibile, diventa praticamente impossibile con i lottatori meno “fortunati”. A complicare le cose ci pensa anche il bilanciamento generale della difficoltà: arrivare fino alle fasi finali del gioco è relativamente semplice (in alcuni casi anche troppo), ma poi si verifica un innalzamento improvviso e brusco della difficoltà. Il personaggio di Rugal, per fare un esempio, deve essere affrontato necessariamente stando sulla difensiva, visto che possiede mosse capaci di coprire tutto lo spazio intorno a sé e che si attivano nella metà del tempo rispetto alle nostre. Un duro colpo alla giocabilità: sarebbe stato preferibile un avversario più resistente ai colpi rispetto a uno che difficilmente ti fa anche solo avvicinare.
Una questione di Una questione di spazio
Il Neo Geo è il sistema da gioco più longevo in assoluto, e questo è dovuto anche al particolare approccio degli sviluppatori SNK. Nei titoli Neo Geo non ci sono sequenze animate o ingombranti full motion video: tutta la memoria è utilizzata per arricchire la grafica del gioco, ed è per questo che i vari Fatal Fury, Art of Fighting e via dicendo potevano vantare i fondali più belli che si siano mai visti in un videogame bidimensionale. E non è un caso se le ambientazioni di The King of Fighters 2002 rappresentano il punto di forza del gioco, a livello tecnico: come da tradizione il paesaggio cambia colore a seconda del momento della giornata, e sullo sfondo è possibile riconoscere luoghi famosi sparsi per il mondo (in questo caso possiamo vedere la torre di Pisa a rappresentare l’Italia), arricchiti da dettagli simpatici e da “camei” di personaggi apparsi in questa o altre serie SNK. Purtroppo anche questo aspetto del prodotto è soggetto ad alti e bassi: gli elementi poligonali introdotti nei fondali sono generalmente di buona qualità e conferiscono una migliore presenza “scenica”, mentre altri elementi, per assurdo messi in primo piano, denunciano una realizzazione davvero mediocre. Gli stessi personaggi sono più o meno gli stessi, non hanno subito modifiche rilevanti se non l’aggiunta di qualche animazione: un lavoro assolutamente insufficiente. Il tutto deve poi fare i conti con la grafica a bassa risoluzione, che a questo punto della storia di PS2 è improponibile e basta, non importa a quali problemi tecnici si andava incontro…
È ancora più triste commentare il comparto sonoro del gioco, purtroppo. I vecchi KOF ci avevano abituato a musiche eccezionali per fattura e per la capacità di creare un’atmosfera epica, mentre quelle udibili in questa edizione 2002 sono decisamente anonime e poco ispirate. Per non parlare degli effetti sonori, che sono gli stessi da anni e che oltretutto sono stati modificati in peggio per quanto concerne il parlato. [C]
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Commento
Un titolo per nostalgici. Spiace dirlo, ma The King of Fighters 2002 non può ambire a qualcosa più di questo: la realizzazione tecnica del gioco, per quanto perfetta nella conversione, non regge il paragone con i videogame attuali né, addirittura, con altri giochi SNK. I fan della serie ritroveranno la giocabilità che hanno sempre apprezzato, ma applicata a una struttura povera e oltretutto sprovvista anche del minimo accenno di trama! Proprio non ci siamo: SNK può e deve fare molto di più per rinverdire la propria (leggendaria!) produzione.
- Pro:
- La giocabilità è quella dei vari KOF
- Qualche personaggio nuovo
- Apprezzabile dai nostalgici e dai fan della serie
- Contro:
- Tecnicamente improponibile…
- …persino nelle musiche!
- Estremamente limitato
I classici sono classici, le buone idee sono praticamente immortali e via dicendo. Tuttavia, a vedere The King of Fighters 2002 girare su PS2 ci si chiede quali possibilità abbia ancora la “scuola del 2D” in ambito videoludico. L’ultimo titolo SNK (in ordine di arrivo su PS2, si intende), convertito in modo perfetto da Ignition Software, rappresenta l’esempio ideale per tale ragionamento. Per quanto gli incontri tra i vari Kyo Kusanagi, Terry Bogard, Ryo Sakazaki ecc. siano sofisticati nella meccanica, si svolgono all’interno di una struttura estremamente limitata, degna al massimo di un budget game per quelli che sono gli standard odierni. Viene data la possibilità di affrontare il torneo con un team di tre personaggi o da soli, oppure di cimentarsi con delle prove di resistenza in cui si affrontano in sequenza tutti gli altri combattenti conservando sempre la medesima barra dell’energia. Oppure, infine, si può sfidare un amico. E, di tanto in tanto, dare un’occhiata alle immagini che compaiono nella galleria ad ogni obiettivo raggiunto.