Finalmente ce l'abbiamo fatta. Siamo arrivati al momento clou di The Mandalorian 2, all'episodio della serie Disney + che aspettavamo sin da prima che iniziasse la stagione, quando abbiamo scoperto che l'ottima Rosario Dawson (è stata l'infermiera Claire Temple nelle serie Marvel di Netflix, fra le altre cose) avrebbe interpretato nientepopodimeno che Ahsoka Tano, un personaggio che i fan di Star Wars hanno imparato ad amare negli anni dopo un esordio non proprio convincente nel film Star Wars: The Clone Wars del 2008.
La sua presenza, lo sapevamo, avrebbe significato grandi cose per The Mandalorian e per l'universo multimediale di Star Wars tutto. In effetti, l'episodio 13 rappresenta un gigantesco, sfavillante incrocio in cui passano diversi media: scritto e diretto da Dave Filoni, il geniale marionettista dietro le quinte dell'universo di Star Wars da molti anni a questa parte, La Jedi è un episodio maestoso sotto praticamente ogni aspetto. Nella nostra recensione vi spieghiamo perché.
La Jedi
Mando e il Bambino arrivano finalmente su Corvus, il pianeta indicato da Bo Katan Kryze in cui si aggirerebbe una Jedi di nome Ahsoka Tano. L'obiettivo di Din Djarin è sempre lo stesso: consegnare il Bambino a uno di questi leggendari stregoni perché lo protegga dall'Impero che, come abbiamo scoperto la scorsa settimana, sta ancora cercando il piccolo per proseguire i suoi raccapriccianti esperimenti. Su Corvus, però, Mando deve decidere se accettare o meno una nuova missione da parte del Magistrato Morgan Elsbeth che presiede una città, torturandone gli abitanti: la ricompensa è una lancia di puro Beskar, il bersaglio è proprio Ahsoka Tano. In rotta di collisione con la Jedi, Mando scoprirà alcuni importanti informazioni sul Bambino... a cominciare dal suo vero nome.
Analisi di un episodio ricchissimo
Ahsoka Tano è ovviamente la grande protagonista di questo episodio. Compare proprio all'inizio, in una scena spettacolare che mette in risalto la sua ferocia e determinazione. Se non conoscete questo personaggio, il suo comportamento potrebbe sembrarvi strano e... molto poco Jedi, per così dire. Non avete tutti i torti. Ahsoka, infatti, non è esattamente una Jedi dato che ha abbandonato l'Ordine nel finale della quinta stagione di The Clone Wars. La storia di questa eroina è abbastanza complicata; vi suggeriamo un bel ripasso di Star Wars: The Clone Wars e Star Wars Rebels, oppure un'attenta lettura di qualche wikia, ma in generale è opportuno che sappiate questo: Ahsoka è stata la padawan di Anakin Skywalker e il suo allontanamento è stato una delle cause che hanno condotto il Prescelto sulla via del Lato Oscuro. In questo senso, Ahsoka Tano, pur non essendo mai comparsa in nessun film - eccezion fatta per la sua voce, che incita Rey insieme ad altri Jedi nello scontro finale de La ascesa di Skywalker - è un personaggio di straordinaria importanza per la saga di George Lucas.
Vederla in carne e ossa non ha avuto prezzo. Abbiamo seguito questa eroina per anni: l'abbiamo vista diventare una Jedi, poi una spia, l'abbiamo vista morire sotto i colpi del suo stesso maestro e poi tornare inaspettatamente in scena. Rosario Dawson la interpreta con una combinazione di grinta e pacatezza che ci restituiscono l'Ahsoka che abbiamo conosciuto, solo più adulta e saggia rispetto al passato, ma non meno letale con le sue spade laser bianche. La rivediamo in compagnia del gufo che i fan di Star Wars conoscono bene, su un pianeta diverso dal solito, in una palude deserta e misteriosa che ricorda tanto Dagobah.
Sotto questo punto di vista, The Mandalorian omaggia un'intera saga con una manciata di scene pregne di significato dal punto di vista visivo e narrativo. È Ahsoka, finalmente, a svelarci la storia del Bambino... che ora sappiamo chiamarsi Grogu. I retroscena ci aiutano a comprendere meglio quello che finora è stato una gag ambulante e un'icona del merchandising, aprendo uno spiraglio molto interessante sul suo futuro e su quello della serie Disney+.
Filoni riempie l'episodio di citazioni; mette in bocca di Ahsoka le parole di Obi-Wan Kenobi quando spiega a Mando che cos'è la Forza, menziona Yoda (finalmente!) e la purga di Coruscant, il Jedi "migliore di tutti" e il suo passaggio al Lato Oscuro. The Mandalorian torna a essere Star Wars: una saga generazionale di padri e figli, ora riflessa nel rapporto che hanno instaurato il Mandaloriano e il Bambino. Sul versante dell'azione, l'episodio non delude affatto. Dopo l'inizio al fulmicotone, prosegue lungo una sequenza centrale più compassata ma talmente densa di suggestioni e informazioni che i minuti scivolano via come acqua tra le dita. Paradossalmente, la sequenza finale non è un'esplosiva baraonda di computer grafica e piroette. In quella città, nel confronto tra Mando e il tenente Lang (Michael Biehn, il caporale Hicks di Aliens!) e tra Ahsoka e il Magistrato Elsbeth c'è tutto lo Star Wars di George Lucas: la combinazione del cinema western e del filone chanbara in uno space fantasy. Due scontri asciutti, un confronto tra pistoleri e un duello all'arma bianca, tanta tensione e sintetici dialoghi.
Già la città, orientaleggiante nell'architettura col suo torii all'ingresso, contestualizza la figura di Ahsoka, praticamente una ronin, un samurai vagabondo, come i Jedi erano i samurai dello spazio nell'immaginazione di Lucas. Come al solito Filoni dimostra una sensibilità e una conoscenza di questo universo che non ha eguali. L'episodio non è solo splendido da vedere e da ascoltare, ma anche da assorbire. In pochi minuti, Filoni canonicizza persino i videogiochi ambientati nella Vecchia Repubblica. I droidi HK-87, prima volta in live action, sono una variante del modello HK-47 che abbiamo conosciuto in Star Wars: Knights of the Old Republic, mentre Tython è un pianeta che abbiamo visitato nel MMO di BioWare, Star Wars: The Old Republic, e che solo recentemente è rientrato nel canone Disney comparendo nella collana ufficiale a fumetti Doctor Aphra. Mentre Filoni si diverte a seminare queste pedine, fa anche di più: stocca un affondo niente male ai fan di Star Wars Rebels, menzionando il grand'ammiraglio Thrawn, altro personaggio che ha fatto il suo esordio nei romanzi Legends e che è rientrato nel canone solo da pochi anni.
In chiusura, l'episodio offre al Mandaloriano una nuova missione che lo terrà impegnato probabilmente fino alla fine della stagione, se non oltre, e che potrebbe mettere in discussione il suo legame con Grogu e i futuri introiti della Disney: i secondi, in particolare, ci fanno pensare alla soluzione più ovvia e ottimistica dell'intrigo, ma d'altra parte Filoni potrebbe avere in mente qualche mossa sorprendente che rimetterebbe l'intera serie sotto una diversa prospettiva. Dispiace solo aver lasciato Ahsoka su Corvus: anche lei, nonostante la sua aura leggendaria, si unisce a un cast di guest star che appaiono e scompaiono per molti episodi. Ma questo capitolo 13 di The Mandalorian potrebbe essere stato anche quello che si definisce un backdoor pilot, e chissà che non rivedremo Ahsoka più a lungo in una serie live action tutta sua. Le potenzialità per nuove avventure ci sono e nessuno ci ha mai detto che fine abbia fatto la Jedi prima de Il risveglio della Forza.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.5
The Mandalorian 2x05 è stato un'oretta di grandissima televisione, e non solo perché ha messo in scena per la prima volta una versione in carne e ossa dell'amatissima Ahsoka Tano, ma anche perché è un episodio tecnicamente eccelso sotto praticamente ogni punto di vista. Dave Filoni ha scritto e diretto un capitolo fenomenale di Star Wars che resterà impresso nella memoria degli appassionati tanto quanto i film migliori della saga.
PRO
- Ahsoka Tano in carne e ossa!
- Tecnicamente sublime
- Tocchi di classe a non finire per i fan di Star Wars
CONTRO
- Chi non conosce Ahsoka e alcune sottotrame potrebbe faticare a comprendere l'importanza di questo episodio nell'insieme multimediale di Star Wars