Goichi Suda è uno dei personaggi più eccentrici dell'industria dei videogiochi, ma non sarà questa recensione di The Silver Case 2425 a farvi cambiare idea su di lui. Chi lo conosce, non è detto che lo ami; chi non lo conosce, potrebbe aver trovato un nuovo autore da studiare e apprezzare. Il suo The Silver Case uscì per la prima volta su PlayStation nel 1999, e ci sono voluti ben 18 anni prima di rivederlo su PC e PlayStation 4. Oggi lo giochiamo nella sua forma più sensata, forte della portabilità di una console - Nintendo Switch - arricchita da un'ulteriore visual novel criptica ma di qualità. Vi piacciono le visual novel giapponesi? Prima di continuare la lettura fatevi questa domanda e se solo se la risposta è si, proseguite. Perché The Silver Case 2425 è un piccolo mattoncino prelibato, ma digeribile solo da chi già mastica pane e avventure grafiche orientali. Non dura poco, non ha una scrittura semplice, non è immediato nei controlli e il suo inglese è abbastanza complesso.
24 distretti
The Silver Case 2425 è una visual novel che racconta le follie di un serial killer di nome Kamui Uehara, in quella che è una città fittizia chiamata 24 Districts. Avrete due scenari, uno guidato dai detective dietro il pazzo assassino, l'altro con protagonista un giornalista. Stop, non vi diciamo altro.
Il gioco originale era un prodotto scarno, ma comunque affascinante. Figlio di un'era quanto mai prolifica, Suda si avventurò in un prodotto narrativo in cui la grafica non era assolutamente parte dei pregi; funzionale, sì, ma sicuramente incapace di risplendere in un panorama di produzione nipponica che amalgamava e teneva nei propri confini moltissime opere dai connotati simili. The Silver Case sbucò fuori dall'anonimato più avanti, grazie a un percorso di Suda in Capcom che lo elevò a figura chiave di Killer 7, capolavoro dei Capcom Five, e per questo personaggio degno di una riscoperta videoludica.
Caso portatile
La versione Switch riprende l'impostazione HD già proposta su PlayStation 4 e PC e la rende portatile, sicuramente il modo migliore per godere di un prodotto del genere, la cui esperienza può essere centellinata e portata con sé. Graficamente ancora povero, l'aumento di risoluzione, i nuovi artwork, caratteri, texture ed effetti sonori costruiscono un quadro complessivo al quale bisogna farci il callo. The Silver Case è un'avventura in cui bisogna navigare tra scenari tridimensionali e risolvere enigmi: ci sarà da leggere, osservare, aiutati da segni a schermo che aiutano a capire cosa fare in una scena, ma l'enfasi è quasi esclusivamente sulla lettura del testo. Tanto testo.
La narrazione è criptica, difficile da seguire, non semplice da agganciare scena dopo scena, un flusso di dialoghi abbastanza secco e amalgamato con poca eleganza, che dimostra l'inesperienza che al tempo aveva l'autore, nonostante storia e ambientazione siano accattivanti. Il lavoro e l'inventiva di Suda sono primordiali; è evidente che molti dei tratti del prodotto sono buoni e trascinanti, ma è il flusso generale a risultare un po' pesante da digerire. Ci sono tinte horror, noir, underground, schizzate e mischiate come piace ai giapponesi, raccolte in una narrazione che alterna molti dialoghi a scene di intermezzo, mappe, sezioni di esplorazione e avanzamento, senza soluzione di continuità. A livello di contenuti, questa remaster si porta dietro un paio di capitoli extra, sinergici al racconto, mentre la colonna sonora si rivela piacevolmente old-school, ottima alleata di una storia cupa e angosciante.
Conclusioni
Strano, angosciante, forse anche visionario, The Silver Case 2425 su Switch è una buona visual novel nella quale dovrete mettere una notevole dose di impegno. Non per il gameplay, abbastanza basilare, quanto per l'enorme mole di dialoghi e descrizioni di eventi proposte in un inglese non banale, talvolta ridondante, che non aiuta a definire talvolta alcuni contesti di gioco. Per il resto, atmosfera e personaggi sono riusciti, l'avanzamento ha un buon ritmo e Suda traspare da più di un dettaglio. Consigliato ai fan delle avventure grafiche giapponesi a sfondo noir, a patto di spendere una cifra che per una remaster del genere è abbastanza enorme.
PRO
- Buon setting e personaggi
- Qualche tocco del primissimo Suda51
- La storia ha personalità...
CONTRO
- ...ma la narrazione non è semplicissima da seguire
- Il gameplay ha un respiro abbastanza limitato
- Richiede un discreto livello di inglese