Noi italiani siamo fatti così: pur amando infinitamente le tradizioni, ci facciamo spesso ipnotizzare dalle mode del momento. Negli ultimi anni, molti prodotti d’oltreoceano hanno catturato l’attenzione di un pubblico più o meno vasto: basti pensare ai reality show, al Wrestling o al più recente World Poker Tour. Provate ad interrogare un bambino: è più facile che sia in grado di sciorinare full e scale reali che non rispondere alla più ovvia delle domande culturali.
Allo stesso modo, otto anni fa, Neversoft sviluppava un gioco che avrebbe di lì a poco appassionato mezzo mondo ad uno sport, lo skateboard, fino ad allora totalmente ignorato al di fuori degli States.
La nostra memoria è corta, ma è probabile che le anteprime dell’epoca relegassero il gioco Activision ad un misero trafiletto a fondo pagina. Siamo la patria del calcio, come potremmo interessarci a degli squilibrati che rischiano la propria incolumità soltanto per scendere una scalinata?
Ebbene, il primo capitolo, datato 1999, ottenne un successo incredibile di vendite e di critiche, e diventò il capostipite di un genere, quello degli sport estremi, oggi tremendamente abusato. E se fino ad un mese fa la serie di Tony Hawk rappresentava il non plus ultra della categoria, oggi tale leadership è messa indubbio dall’ultima fatica di EA, quello Skate che, grazie ad una spiccata propensione al realismo, si sta imponendo come nuovo metro di paragone.
Activision non è ovviamente stata a guardare, e ha cercato di riconquistarsi lo scettro con questo nuovo capitolo.
E tu, che skateboarder sei?
La nuova parola d’ordine, in casa Activision, è personalizzazione. Dopo aver accuratamente creato il vostro alter ego, configurabile grazie ad un comodo ed esaustivo editor, è infatti possibile scegliere la carriera più congeniale al proprio stile di skate-are. La nuova modalità single-player è così suddivisa in tre macro-sottosezioni, denominate Hardcore Skater, Rigger e Pro Skater. A seconda delle scelte, si acquisiscono determinate caratteristiche: per esempio, lo skater hardcore sarà presto padrone di tecniche inusuali quali l’Aggro kick, utilissimo per raggiungere velocità elevate, mentre quello professionista perfezionerà sempre di più la pulizia dei suoi trick. La “crescita” che si vuole dare al proprio alter ego è nelle mani del giocatore: intraprendendo una carriera, non si preclude infatti la possibilità di apprendere anche le tecniche delle altre, e sarà quindi possibile, oltre che redditizio, progredire parallelamente per far sì che il proprio skater disponga del maggior numero di mosse possibili.
La profondità del titolo sta proprio nel diverso approccio dei vari stili: gli Hardcore sono skater che, noncuranti del pericolo, vanno alla ricerca dei posti più inusuali per mostrare la propria “arte”; i loro habitat naturali diventano quindi i tetti dei palazzi, i tralicci dell’elettricità e le rotaie della metropolitana.
Al contrario, i Pro sono i Tony Hawk della situazione, in grado di riempire le piazze e alla costante ricerca del dio denaro, che sia questo sotto forma di premio di una competition o sponsor. Ultimi, ma non ultimi, i Rigger: comunemente detti “innovatori”, non si limitano a skate-are in condizioni estreme, ma prediligono costruire con le proprie mani il “parco dei divertimenti” dei loro sogni. Il tutto risulta rapido e funzionale, grazie ad un corposo editor che permette la personalizzazione dell’area di gioco con corrimano, half pipe, rampe e affini. Se tutto ciò non fosse sufficiente, potete anche posizionare nelle zone più congeniali una fotocamera digitale: in questo modo, i vostri scatti più spettacolari potrebbero presto campeggiare sulle copertine delle riviste specializzate.
GT...H?
Come negli ultimi capitoli, anche Proving Ground ha mantenuto la sua natura di fondo di free-roaming. E se in GTA l’esplorazione della città è indispensabile per l’accrescimento della propria malavitosa posizione, in Tony Hawk sarà necessaria al solo scopo di progredire verso l’olimpo dello Skateboard. I personaggi non giocanti rivestono quindi un ruolo fondamentale: sparsi lungo le strade dell’inedita locazione (frutto dell’unione dei quartieri più caratteristici di Washington, Baltimora e Philadelphia), forniscono spiegazioni e consigli, sottoponendovi a “missioni” utili per incrementare le vostre abilità.
Dal punto di vista della giocabilità, come da tradizione vanno dimenticate le leggi della fisica: la natura arcade che da sempre accompagna la serie propone infatti la disciplina dello skate in chiave grottesca ed inverosimile, ma non per questo meno spettacolare. Assisterete quindi a balzi infiniti e trick illogicamente prodigiosi; tuttavia questo non scoraggerà di certo gli amanti della saga.
La novità è rappresentata dall’introduzione del Nail the Grab e del Nail the Manual, che vanno ad aggiungersi al Nail the Trick già implementato nello scorso episodio. In sostanza, si tratta di “inchiodare” i classici trick in una spettacolare sequenza in full motion utilizzando i soli tasti analogici, adibiti ora alle braccia, ora alle gambe.
Immaginate di trovarvi di fronte ad una rampa: il vostro istinto vi dice di puntarla a tutta velocità per far sì che il vostro alter ego spicchi il volo e raggiunga un’altezza improponibile; una volta a mezz’aria basterà premere i due tasti analogici per avere totale dominio della situazione, grazie ai due stick che, in questo caso, saranno designati ognuno ad una gamba dello skater.
Per realizzare combo al limite dell’immaginabile sono necessari precisione e tempismo, oltre che una buona dose di allenamento. Tuttavia, potrebbero bastare un paio di intense sessioni per riuscire a padroneggiare, quasi totalmente, le varie evoluzioni. Proprio la facilità di esecuzione anche delle tecniche più avanzate, rappresenta forse il limite più avvilente del gioco, e narcotizza prematuramente il grado di soddisfazione necessario per far perdurare Proving Ground nella vostra Playstation 3.
It’s good to play together
Pur non rappresentandone mai il fulcro, l’online è da sempre una componente di rilievo della serie. Tony Hawk 3 è stato infatti il primo gioco giocabile in rete su Playstation 2, ed effettivamente il brand si presta ad intriganti modalità multiplayer.
Con Proving Ground i ragazzi di Neversoft hanno voluto fare di più, promuovendo grazie a graditissime novità la creazione di vere e proprie community di skater. Potrete così condividere con gli altri utenti sia i video più spettacolari delle vostre evoluzioni, che le aree di gioco da voi create.
A deludere sono invece le modalità proposte; un gioco dalla natura così arcade avrebbe potuto contare su sfide ben più intriganti che non i classici “Raggiungi i 100 mila punti per vincere”, oppure “Realizza la combo più lunga”; mancanza di tempo, o di inventiva? In entrambi i casi, un "meno" sul registro…
O-O-O Occhi di Falco…
Tecnicamente parlando, il gioco si difende egregiamente: i modelli poligonali dei personaggi principali sono molto curati, e godono di animazioni veramente superlative. Non sono ovviamente altrettanto dettagliati i particolari sparsi lungo la città, come le auto o i bidoni, ma la loro spartanità è il giusto prezzo da pagare per godere di un frame-rate inchiodato a 30 frame al secondo, e di un’area di gioco vastissima, ora comprendente anche un gran numero di interni.
Il comparto audio, invece, è come sempre uno dei fiori all’occhiello della serie, e presenta la solita, ispiratissima colonna sonora che spazia dal punk-rock al metal, passando per il rap, e accontentando, di fatto, i gusti più disparati.
Commento
Tony Hawk’s Proving Ground è l’ennesimo buon capitolo di un brand che, a 8 anni dalla sua nascita, comincia ad essere molto stantio. Le novità introdotte, pur rappresentando un incontestabile passo in avanti, non stravolgono un gameplay che necessita di una netta sterzata verso una maggiore profondità. Il che non si traduce in una mera imitazione di Skate; lo stile simulativo proposto da EA non è l’unica strada percorribile per regalare alla saga un maggior mordente, e probabilmente neanche la più salutare, data la lunga schiera di fan conquistata negli anni a forza di bazli da superuomo, e trick impossibili. Al contrario, sarebbe forse auspicabile sforzare ulteriormente la propria natura arcade, in modo da non mettersi in diretta competizione con una concorrenza che, dopo anni di inseguimenti, ha operato il sorpasso.
Pro
- Un gran numero di “missioni”, da scegliere a seconda dei propri gusti
- Ambientazione molto vasta
- E’ Tony Hawk...
- Dopo 8 anni ci si aspetta qualcosa in più
- Modalità multiplayer troppo scontate
Wii lose
Purtroppo, non tutte le ciambelle escono col buco. In questo caso la pecora nera è rappresentata dalla versione per Wii, che propone un gameplay estremamente frustrante. Il sistema di controllo è infatti affidato esclusivamente all’accoppiata Nunchuck-Remote, e si dimostra troppo poco preciso, rimettendo alla sorte la riuscita o meno di qualsiasi evoluzione, anche le più elementari.