La serie Trine è tornata, e come state per leggere nella nostra recensione di Trine 4: The Nightmare Prince si tratta di un ritorno alle origini molto netto. Chiusa la breve parentesi Nine Parchments, che per il momento non sembra essere destinato ad avere un sequel (non nell'immediato, almeno) Frozenbyte ha scelto di tornare al gioco che nel 2009 sancì la fama dello studio nel panorama delle produzioni indie; fama poi riconfermata due anni dopo nel 2011 con Trine 2 e parzialmente messa in discussione con l'ambivalente Trine 3. Chiaramente non ci è ancora possibile leggere il futuro, ma Trine 4: The Nightmare Prince potrebbe rappresentare il momento perfetto per concludere la saga di Amadeus, Pontius e Zoya, summa di quanto di meglio avevano da offrire i capitoli precedenti e, al tempo stesso, dimostrazione che forse da esplorare è rimasto davvero poco.
La trama: una nuova missione
Trine 4: The Nightmare Prince catapulta immediatamente il giocatore nel cuore della narrazione, che costituisce la struttura portante dell'intera produzione. Si dà quasi per scontato che si siano già giocati in passato tutti e tre i capitoli precedenti, così da conoscere bene Amadeus il mago, Pontius il cavaliere e Zoya la ladra; in realtà non per tutti sarà così, ma questo non è un problema perché la profondità dell'asse narrativo lascia il tempo che trova, preferendo raccontare una storia piacevole e fiabesca, ma mai davvero complessa o sfaccettata. Anche i rapporti tra i vari personaggi si risolvono in brevi scambi di battute occasionali, senza mai davvero fare riferimento alle avventure passate (che pure, lo ricordiamo, hanno portato più volte gli eroi del Trine a salvare il regno).
Non abbiate quindi paura, se siete nuovi giocatori della serie di Frozenbyte, perché Trine 4: The Nightmare Prince è godibile e comprensibile anche per tutti gli ultimi arrivati, che al più si perderanno qualche minimo riferimento mai davvero fondamentale. Del resto avrete modo di godere di una trama che in qualche modo cerca di svecchiare quanto già ascoltato/letto/visto in precedenza, riuscendoci almeno in parte. Il giovane principe del regno ha un grande talento per la magia, ma il suo carattere presuntuoso e una psiche un po' fragile hanno spinto l'Accademia ad interdirgli l'uso degli incantesimi, almeno per il momento. Non contento della decisione, il principe ha comunque deciso di studiare da solo, creando così uno squilibrio tra la dimensione reale e quella onirica. Leggi: tanti brutti mostri viola e oscuri adesso lo perseguitano, e hanno invaso il mondo di Trine. I tre eroi che ben conosciamo hanno dunque il compito di riportarlo a casa sano e salvo.
Trofei PlayStation 4
Trine 4: The Nightmare Prince presenta tanti bei Trofei scintillanti su PlayStation 4, incluso il Trofeo di Platino. Per ottenerlo basterà completare la storia principale e poi avviare i singoli capitoli per raccogliere tutti i collezionabili. Sguardo attento e non perderete nulla lungo la strada.
Gameplay
Trine 4: The Nightmare Prince è ancora una volta un puzzle platform, al pari dei primi tre capitoli del franchise, ma questa volta Frozenbyte ha deciso di tornare alle origini anche dai punti di vista estetico e stilistico. Dimenticatevi dunque le sessioni in 3D di Trine 3, così come il 2D puro di alcuni momenti di Trine 1 e Trine 2: Trine 4 è completamente in 2.5D; risulta inoltre superiore a tutti i capitoli precedenti anche dal punto di vista del comparto grafico-tecnico e della direzione artistica, pur dovendo continuamente fare ricordo al "già visto prima". Di questo, comunque, parleremo più avanti.
Il gameplay è rimasto immutato: ancora una volta il giocatore controlla tre personaggi differenti, e mai nello stesso momento (a meno che non stia giocando online). Amadeus il mago è in grado di evocare delle casse su cui salire, o comunque con le quali può interagire con l'ambiente circostante; Pontius è il guerriero può tenere a bada nemici e vari tipi di pericoli, grazie a spada e scudo in dotazione; Zoya è la più agile del trio, ladra provetta nonché abile arciere. Le abilità dei singoli personaggi vanno combinate tra loro per raggiungere fondamentalmente tre obiettivi differenti, ma tutti collegati: raggiungere la fine dei vari livelli proposti, raccogliere tutti i collezionabili lungo il percorso, infine sconfiggere potenti boss di fine Atto, alcuni dei quali davvero spettacolari. Per esempio abbiamo sconfitto un Lupo nato dall'incubo del principe che occupava l'intero schermo, dovendo anche tenere a bada scagnozzi secondari. Quasi sempre è Pontius che torna utile in questi "frangenti bellici".
Progressione, collezionabili, abilità
La progressione di Trine 4: The Nightmare Prince è estremamente lineare, forse anche più di quanto visto nei precedenti capitoli. I livelli di difficoltà proposti, almeno inizialmente, sono "facile" e "normale", ma in verità già a "normale" tutto è estremamente semplificato. A parte qualche puzzle ambientale che può richiedere diversi minuti di sperimentazione prima di essere superato, i combattimenti contro i nemici sono davvero saltuari e accessibili, e in generale Frozenbyte accompagna la narrazione con suggerimenti di vario tipo. L'obiettivo sembra quello di permettere a tutti di godere di una bella storia, senza mai fermarsi per troppo tempo in qualche punto specifico. Qualche stimolo in più avrebbe gratificato il senso di progressione.
Chiaramente sono le abilità di Amadeus, Zoya e Pontius che permetteranno sia di raggiungere una volta per tutte quel benedetto principe fuggitivo (dalle 7 alle 10 ore di gioco basteranno e avanzeranno), sia di raccogliere tutti i vari collezionabili sparpagliati per i livelli. Questi si articolano in boccette magiche (servono per potenziare le abilità dei personaggi), manufatti di vario tipo (corone, scettri, tesori), e poi ancora lettere che forniscono piccoli retroscena sull'avventura principale. Premettendo che non è fondamentale potenziare i personaggi per arrivare ai titoli di coda (le abilità base verranno regalate dagli sviluppatori una volta raggiunti determinati punti della storia), tutti i collezionabili presenti vi permetteranno semplicemente di ottenere il livello di completamento 100% (e in caso il Trofeo di Platino su PlayStation 4).
Le abilità di Amadeus, Pontius e Zoya vengono mostrate in ogni momento nell'albero delle skill, suddiviso per personaggi e categorie. Alcuni potenziamenti semplificano l'avventura, ma la maggior parte di essi resta puramente accessoria. Zoya, ad esempio, quasi subito può apprendere un'abilità che le permette di individuare i punti deboli dei nemici, così da infliggere loro più danni; Amadeus invece, più avanti nella narrazione, imparerà ad evocare due casse per volta. Ciò favorisce almeno in parte la rigiocabilità dei livelli precedenti, dove alcuni tesori erano precedentemente irraggiungibili. Ma a parte questo, sono pochissimi gli stimoli a completare nuovamente la narrazione principale.
Graficamente, artisticamente e tecnicamente parlando Trine 4: The Nightmare Prince è una gioia per gli occhi, e porta ad un altro livello di cura e dettaglio tutti gli elementi già degni di lode nei capitoli precedenti della saga. Ciò comunque non impedisce una stanca, costante operazione di ripescaggio: è pur sempre il quarto capitolo del franchise, e ormai le idee valide sono finite da tempo. In Trine 4 non dovreste cercare qualcosa di nuovo e stimolante, ma una nuova occasione per godere di quanto vi era già piaciuto nei capitoli precedenti, con un'operazione complessiva basata sulla variazione costante.
Conclusioni
Trine 4: The Nightmare Prince, togliendo i fattori novità e sorpresa, è probabilmente il titolo più riuscito della serie targata Frozenbyte. Comparto tecnico, direzione artistica, stile e dettaglio grafico sono ai massimi livelli: i fan dell'opera non potranno che rimanere soddisfatti, anche considerando che si è finalmente deciso di lasciare da parte la sperimentazione 3D di Trine 3, decisamente dimenticabile. Una storia piacevole, un buon doppiaggio in lingua italiana (audio e testi) e una piacevole sensazione di scoperta in un mondo fiabesco vi accompagneranno per una decina di ore, all'interno di un puzzle-platform che ancora oggi è in grado di divertire grandi e piccoli, senza mai risultare davvero ostico (e quasi mai anche solo difficile). Peccato che di nuovo, innovativo o originale ci sia ben poco: la serie ha ormai dato il meglio che aveva da dare, dal punto di vista contenutistico. Comunque, non è detto che questo in fondo sia un problema per gli acquirenti.
PRO
- Una summa dell'intera serie
- Ottimo comparto tecnico, deliziosa direzione artistica
- Esplorazione, puzzle e combattimenti ben alternati
CONTRO
- Quasi nulla di innovativo o originale
- Rigiocabilità limitata
- Forse un po' troppo semplice