La serie Painkiller ha una storia piuttosto strana. Intanto la si chiama serie per mera convenzione, visto che il gioco è fermo al primo capitolo da tempo immemore e del secondo non si parla più da anni. Nel corso del tempo sono uscite quelle che possiamo considerare delle semplici espansioni che, riprendendo in toto la struttura dell'originale, hanno solo provato a introdurre piccole novità di gameplay nella formula base, oltretutto con scarso successo.
Per il resto sono state infilate una manciata di armi extra, alcuni nuovi mostri e fine. Abbiamo così il primo Painkiller(2004) dei People Can Fly, Battle out of Hell (2004), la prima espansione e l'ultima occasione in cui gli autori originari hanno messo mano alla serie. Quindi, dopo uno stop di qualche anno, esce Overdose(2007), espansione piuttosto scialba, anche se non terribile, che in realtà è solo una mod trasformata in titolo stand alone. Da qui iniziano i guai più grossi, ovvero arriva prima il disastroso Resurrection (2009), quindi il mediocre Redemption (2011) che, pur migliore del suo predecessore, era di un titolo di un piattume unico.
Infine, nel 2012 è stata la volta di Recurring Evil, altro titolo piuttosto sciapo e tranquillamente sorvolabile.
La verità è che Painkiller era morto e sepolto già con la prima espansione, ma JoWood prima e Nordic Games ora hanno voluto monetizzarlo fino a spremerlo completamente. Così eccoci qui a parlare della prossima incarnazione delle avventure del buon Daniel Garner (sì, non è ancora finita), Painkiller: Hell & Damnation. Di cosa si tratta? In realtà all'inizio non lo avevamo capito bene nemmeno noi, visto che lo stesso publisher non aveva svelato fino in fondo la natura del 'nuovo' gioco. Poi, con il passare dei giorni, si è scoperto che è un remake del primo episodio, di cui abbiamo avuto la possibilità di provare un livello single player e uno multiplayer.
Ritorno al passato
Avendo giocato praticamente tutte le espansioni del primo Painkiller, avviando Hell & Damnation ci siamo ritrovati subito a casa. Si parla di remake, ma in realtà si fa fatica a trovare le differenze rispetto al passato. Il livello è quello del cimitero, ovvero il primo del gioco originale. Osservando meglio l'ambiente e i nemici ci si rende conto che in realtà un potenziamento del motore grafico originale c'è stato. Ora ci sono texture più grosse e alcuni effetti all'epoca non utilizzati come il motion blur. Per il resto il vecchio e il nuovo sono quasi speculari, con anche i nemici rimasti invariati. Così abbiamo scheletri grandi e piccoli, scheletri corazzati, scheletri corazzati con scudi, le streghe che oscurano la vista di Daniel per brevi istanti, gli iconici cultisti e un mini boss di poco peso. L'azione è la stessa frenetica di allora, ossia si affrontano orde di nemici e si spara in modo compulsivo come se non ci fosse un domani. La versione dimostrativa ci ha messo a disposizione tre armi: il fucile spara-paletti (ma senza esplosivi), il fucile a pompa e la Soul Catcher, una nuova arma (si spera non l'ultima) decisamente potente... talmente potente che la si può usare per tutto il livello.
La Soul Catcher
Spendiamo due parole su quest'ultima: la Soul Catcher ha due modalità di fuoco. Premendo il tasto sinistro del mouse spara dei proiettili veramente potenti, capaci di uccidere quasi tutti i nemici con un colpo solo. Ma è il fuoco secondario (associato al testo destro del mouse) che rappresenta il suo punto di forza. Si tratta di un fascio di energia molto simile ai fasci protonici dei Ghostbusters capace non solo di uccidere i nemici, ma anche di risucchiarne le anime (quelle che solitamente vengono lasciate a terra dopo qualche secondo dal decesso).
Si tratta di una grossa comodità che permette di raccogliere tutte le anime senza dover ritornare sui propri passi. In realtà la Soul Catcher ha anche un altro potere molto utile: se mentre si tiene attivo il fascio di energia si preme il tasto sinistro del mouse, dall'arma parte un proiettile che oltre a uccidere i nemici che tocca, crea un esplosione capace di asservire chi ne viene coinvolto. Si tratta di un ottimo modo per farsi degli alleati, comodissimi nei momenti più concitati. Dovendo raccontarvi le nostre impressioni con quest'arma, possiamo dirvi che per il livello in cui l'abbiamo provata si è rivelata sin troppo potente, al punto che a difficoltà Nightmare (la più alta selezionabile nella beta) arrivare alla fine è stata una passeggiata (come potete verificare dal filmato di gameplay allegato all'articolo). In realtà ad aiutarci sono stati anche alcuni problemi storici della serie, ossia la difficoltà dei nemici a superare certi ostacoli e la tendenza che hanno a incastrarsi con regolarità svizzera.
Il livello multiplayer
Oltre a giocare in single player, siamo riusciti anche a fare alcune partite online con altri partecipanti alla beta. Non moltissime in realtà (capirete che per ora i server sono spesso deserti), ma abbastanza per farci un'idea del fatto che anche in questo ambito poco o nulla è cambiato rispetto al passato.
La mappa della beta era un'arena a forma di parallelepipedo, divisa in quattro piani accessibili tramite scale o teletrasporti. Le armi erano le stesse della mappa single player. L'unica modalità di gioco sperimentabile era il Deathmatch tutti contro tutti. In realtà non c'è moltissimo da dire: se avete giocato con il multiplayer del vecchio Painkiller saprete che tutte le partite si giocano in velocità e sulla capacità di dominare tatticamente alcuni punti della mappa. Ovviamente l'abilità di tiro è centrale nell'esperienza, cosa che non può che farci piacere nell'epoca delle modalità multiplayer con cheat integrati per far felici gli inetti. Purtroppo abbiamo sperimentato parecchio lag e crolli quasi verticali del ping in più di un'occasione, ma in generale non ci aspettavamo molto altro da questa versione preliminare.
Giudizi preliminari
Nel 2004 Painkiller era un'orgia di cultura metal che svelava la sua natura sin dal titolo e che arrivava come una ventata fresca in un panorama in cui gli FPS finti tattici la facevano da padrone. Architetture gotiche e industriali facevano da teatro a scontri furiosi contro nemici infernali che sembrano raccattati dalle copertine dei dischi dei maggiori gruppi metal del periodo.
Nel 2012 (o nel 2013, ancora non si sa con precisione) Painkiller: Hell & Damnation vuole rinverdire quell'esperienza aggiornandola graficamente e apportando qualche cambiamento per mascherare l'odore di stantio. La versione beta che abbiamo avuto modo di provare era veramente limitata nei contenuti, quindi non ci azzardiamo a dare giudizi conclusivi. Possiamo però dire con forza che dalla versione definitiva ci aspettiamo molto di più in termini di novità. Non basterà certo un'arma nuova e qualche texture ritoccata per far sparire la forte impressione che si tratti dell'ennesima operazione controversa realizzata con il brand, anche perché ormai il primo gioco è acquistabile su qualsiasi shopping online per un tozzo di pane, quindi deve necessariamente esserci del valore aggiunto per convincere le folle ad acquistare anche questo... mmmmm no, non è detto. Mai fidarsi delle folle.
CERTEZZE
- Tanta azione vecchio stile
- Multiplayer basato sulla skill
DUBBI
- Le novità giustificheranno questo ennesimo Painkiller?