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Ritorno ad ovest

Abbiamo visto in azione a Parigi Gunslinger, il nuovo arcade dedicato alla saga di Call of Juarez

ANTEPRIMA di Andrea Porta   —   10/09/2012
Call of Juarez: Gunslinger
Call of Juarez: Gunslinger
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Dopo aver deluso e un po' perplesso i fan con The Cartel, la serie di Call of Juarez torna alle origini, anche se in formato ridotto. Gunslinger (e quale titolo migliore di "Il pistolero" per mettere subito in chiaro che siamo tornati nel Vecchio West?) è infatti una produzione per il solo digital delivery, in arrivo a inizio 2013 su Xbox Live Arcade, Playstation Network e store digitali PC. Durante l'evento organizzato da Ubisoft per presentare la sua line up digitale e mobile, i Digital Days 2012, ne abbiamo avuto un assaggio sotto forma di demo giocata dagli sviluppatori, scoprendo un ritorno ai valori che ci piacciono: onore, lealtà, grossi revolver e mirare in mezzo agli occhi.

Dead Eye, anyone?

Bastano pochi secondi di gameplay per renderci conto di quanto Call of Juarez: Gunslinger ricalchi molto da vicino le meccaniche salienti di Bound in Blood, ossia l'ultimo capitolo western della serie (e il penultimo in ordine cronologico), perlomeno dal punto di vista delle meccaniche shooting. In ambientazioni che potremmo definire obbligate dato il setting, un canyon e un villaggio disabitato, vediamo sin da subito all'opera il Concentration Time, ossia il rallentamento del tempo utile a prendere di mira i nemici con tutta calma.

Ritorno ad ovest

In Bound in Blood era presente in due forme leggermente diverse, ma qui sembra essere stato condensato in una sola soluzione, la più classica, dove si sfrutta il rallentamento per mirare, solitamente alla testa, con i nemici opportunamente evidenziati in rosso.
Le abilità del nostro pistolero, in ogni caso, non finiscono qui, dato che poco dopo vediamo all'opera una curiosa variante, o perlomeno un antipasto, al duello, già momento topico in Bound in Blood. Ed ecco che, quando un ricercato dal grilletto troppo facile fa fuoco prima del tempo, possiamo intervenire nella cut scene "schivando" la pallottola attivamente con l'analogico, per poi passare all'esercizio dell'estrazione rapida.
Abilità del giocatore a parte, l'azione sembra procedere come da programma per la serie.

Ritorno ad ovest

Ci troviamo nei confini di uno sparatutto in prima persona molto lineare e scriptato, dove i nemici si presentano con regolarità nell'ambientazione, sfruttando abbondantemente le coperture offerte dall'ambiente. Cosa consigliata anche al giocatore, dato che nonostante i poteri nettamente sovrumani, il protagonista non sembra godere di una scorta illimitata di salute, richiedendo un utilizzo delle abilità frequente e lo sfruttamento dei ripari quando questi si presentano. Al momento non sono presenti molti dettagli sulla storia che accompagna le avventure del protagonista, se non che si tratta di un cacciatore di taglie, e che sarà incaricato di mettersi sulle tracce di alcuni dei fuorilegge ricercati più famigerati del West, da Billy the Kid (oggetto della missione vista da noi) a Jesse James. Sembra dunque che non vi saranno legami con la storyline originale della saga, anche se potrebbe essere ancora troppo presto per avanzare simili ipotesi.

Abilità da saloon

Un elemento su cui i ragazzi di Techland sembrano aver posto discreta enfasi è la possibilità per il giocatore di spendere punti abilità accumulati durante la partita, sbloccando naturalmente alcune interessanti abilità e bonus passivi. Niente di rivoluzionario dal punto di vista concettuale, ma un simile comparto, se ben studiato, può certamente donare alla produzione un senso di progressione molto più interessante.
Resta inoltre da scoprire se il concetto di caccia alle taglie e fuorilegge che fa da sfondo alla narrazione abbia dei risvolti anche a livello di gameplay, con soldi da spendere e missioni secondarie, oppure se la campagna si configurerà in maniera più tradizionale. Si tratta dopotutto di un titolo arcade, quindi la profondità non è del tutto garantita, ma diversi aspetti della produzione fanno presagire un titolo non troppo esiguo quanto a offerta ludica, compreso quello grafico.

Ritorno ad ovest

A proposito di quest'ultimo, il motore proprietario di Techland fa come sempre un discreto lavoro nel proporre i paesaggi tipici del wild west e, sebbene la realizzazione appaia nel complesso ancora modesta (diffuso pop up e animazioni non sempre belle a vedersi), la direzione artistica è invece di primo livello. Quest'ultima la fa da padrone soprattutto nei momenti dedicati alla narrazione, brevi pause dall'azione in cui le gesta del nostro cacciatore di tagli vengono mostrate come strisce di un fumetto, animate tuttavia da movimenti di camera, voci e occasionale intervento della grafica di gioco. Un mix interessante, e un altro elemento utile a comprendere come la produzione non sia stata presa sottogamba da parte degli sviluppatori.
Per quanto breve e lontano dal pad, il nostro primo incontro con Call of Juarez: The Gunslinger si è rivelato nel complesso una buona sorpresa. Oltre a condividere la scelta di mettere temporaneamente "in pausa" la produzione di nuovi capitoli a prezzo pieno della serie, decisamente bisognosa di riconquistarsi la fiducia dei fan, abbiamo apprezzato il ritorno alle radici del brand, unito alla direzione artistica di livello. La convinzione con cui Ubisoft continua a puntare allo sviluppo di titoli rilevanti per il mercato arcade ci fa pensare che i numeri le abbiano finora dato ragione degli evidenti sforzi, e allinea sempre di più il mercato Digital Delivery a quello delle produzioni tripla A, non solo dal punto di vista grafico, ma anche da quello contenutistico e dell'offerta ludica.

CERTEZZE

  • Ritorno alle origini
  • Tecnicamente valido

DUBBI

  • Basterà per riguadagnare la fiducia dei fan?