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C'era una volta un horror

Il franchise di Konami arriva sul nuovo portatile Sony in una forma decisamente atipica

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   05/10/2012
Silent Hill: Book of Memories
Silent Hill: Book of Memories
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C'era una volta un videogioco che faceva paura. Viveva in una casetta di plastica grigia, ma tutti sapevano che prima o poi avrebbe traslocato in appartamenti più comodi e spaziosi. Non era un gioco qualsiasi, perché tra tanti survival horror in cui bisognava ammazzare orde di zombie o dinosauri, Silent Hill, così si chiamava, faceva anche riflettere. E faceva veramente paura, ma non una paura di quelle che ti saltano i cani nel corridoio e allora fai AAAAAAARGH!!! CHE PAURA! e morta lì.

C'era una volta un horror

Silent Hill faceva una paura che ti restava dentro; anche chi vi diceva che, tsk, non faceva poi così tanta paura, state pur certi che di giocarselo al buio, a casa, da solo, ci pensava due volte. E se poi trovava il coraggio per farlo, il giorno dopo mentre metteva a lavare i pantaloni ripensava a che esperienza emozionante era stata. Col passare degli anni, però, Silent Hill è un po' invecchiato e di paura ha cominciata a farne sempre meno. Così Konami ha pensato che, a questo punto, si poteva pure trasformarlo in un action-rpg. Perfettamente logico, no?

Il salto dello squalo

È difficile restare seri di fronte a una proposta di questo tipo, e ve lo dice qualcuno che Silent Hill ha sempre faticato a giocarlo proprio per i temi e i contenuti, pur rispettandone la creatività e la sceneggiatura, sopratutto dei primi episodi. La decisione di cambiare le carte in tavola così platealmente non è facile da interpretare. Per certi versi, il franchise aveva bisogno di una bella rinfrescata, ma non di un lifting così categorico. Il film uscito nelle sale qualche anno fa aveva riportato in auge la serie, pur dividendo la critica e i fan circa la sua reale qualità. Di certo, Silent Hill c'era, con la sua nebbia, le case fatiscenti, le presenze nell'ombra e i tormentoni psicologici. Tutte caratteristiche cruciali che in questo Book of Memories sembrano essere state messe da parte.

C'era una volta un horror

Intendiamoci, la cittadina più sfigata del pianeta c'è anche qua, ma è una labirintica mappa isometrica in cui i giocatori possono aggirarsi nel tentativo di raggiungere l'uscita. Silent Hill: Book of Memories fa chiaramente il verso a Diablo di Blizzard, tant'è che è possibile equipaggiare il nostro alter ego, creato all'inizio del gioco dopo aver scelto una serie di caratteristiche estetiche, con le varie armi, oggetti e artefatti che troveremo sparsi per i livelli. La storia sembrerebbe quasi un pretesto, benché gli sviluppatori di WayForward Technologies giurino che avrà un'importanza fondamentale: al nostro alter ego viene regalato per il compleanno, all'inizio del gioco, un misterioso libro che, apparentemente, contiene tutti i suoi ricordi. Tutti, fino alla consegna del pacchetto con il libro all'interno. La domanda è: cosa succederebbe se si riscrivessero questi ricordi? Provandoci, il nostro protagonista viene scaraventato nel libro o, per meglio dire, nel primo dungeon del gioco.

Quanta Vita, in questa città

Silent Hill sembra essere stata ricostruita con una discreta fedeltà nei confronti della cittadina che molti giocatori hanno amato, odiato ed esplorato a più riprese nel corso degli ultimi dodici anni. WayForward Technologies ha mantenuto quel look dannato e arrugginito, facendo il possibile per rendere ogni nuova stanza sempre più inquietante nella sua quotidianità. Le varie mappe del gioco sono infarcite di nemici, presi in prestito da un po' tutta la saga, dalle infermiere zombie all'arcinoto Pyramid Head, passando per creature da incubo nuove di zecca: per i fan, insomma, si prospetta un bel tuffo nei ricordi, specie quelli meno felici.

C'era una volta un horror

Il problema, più che altro, sembra essere il formato del gioco: se già quest'impostazione sacrifica lo spirito da "survival horror" del franchise, le ridotte dimensioni dello schermo di un portatile contribuiscono a rendere le situazioni ancora meno spaventose, benché WayForward Technologies abbia cercato di attingere alla mitologia della serie per ricreare le tipiche situazioni di panico e terrore. Ma a che serve, quando sappiamo che ci basta premere un pulsante per colpire i nemici finché non crollano, lasciandoci il tipico bottino da dungeon crawler? Per i fan potrebbe sembrare un'eresia, ma lo sviluppatore sostiene di aver catturato l'essenza di Silent Hill, intrappolandola nella console Sony che, fra le altre cose, permetterà di controllare menù e interfaccia con la semplice pressione delle dita, rendendo la gestione di inventario e abilità speciali ancora più intuitiva. Naturalmente il gioco sarà fruibile in modalità multiplayer: con un massimo di tre amici potremo esplorare Silent Hill a caccia di nemici e oggetti, risolvendo enigmi di una certa complessità e affrontando boss sempre più orrendi e inquietanti, nel tentativo di scoprire che diavolo sia questo libro soprannaturale. Sì, ok, ma stiamo parlando di bottini, dungeon casuali, abilità speciali, statistiche... Non conveniva chiamarlo in un altro modo, piuttosto che girare il dito nella piaga? Guardateli come soffrono, quei poveri fan di Silent Hill...

CERTEZZE

  • Luoghi e creature del franchise
  • Sembra piuttosto divertente

DUBBI

  • Questo non è Silent Hill...
  • ... e di sicuro non fa paura