Secondo le cronache Nicolas Eymerich era un tipo tutt'altro che simpatico. Dicevi una parola fuori posto e ti ritrovavi appeso per i pollici a recitare rosari; gli facevi uno scherzo e potevi prepararti a vedere il tuo organo per musica calda rotolare per le vie di qualche città piena di donne timorate di Dio; ti facevi trovare a dar da mangiare a un gatto nero e dovevi solo sperare che le fiamme del rogo che ti avrebbe fatto da letto eterno ti uccidessero prima che il calore fosse diventato insopportabile.
Insomma, con lui c'era poco da stare a discutere o dibattere (se ne accorsero anche alcuni imperatori). Non per niente il buon Nicolas è passato alla storia come uno degli inquisitori più accesi nel combattere le eresie, capace di assegnare punizioni esemplari, torture comprese, a chiunque venisse riconosciuto colpevole di qualche colpa contro la religione, e autore di uno dei testi più controversi della storia della Santa Inquisizione, il Directorium Inquisitorum, finalizzato all'individuazione delle streghe, diffusissimo anche nei secoli successivi.
Oltre che dai libri di storia, la vita di Eymerich è stata raccontata da uno scrittore italiano, Valerio Evangelisti, che l'ha reso protagonista di un ciclo di romanzi di grande successo, tradotti in tutto il mondo. È proprio dal successo letterario che è nato il videogioco Nicolas Eymerich l'inquisitore, avventura grafica divisa in quattro episodi che mira a coinvolgere il giocatore nell'universo di questo affascinante e controverso personaggio. Abbiamo avuto modo di provare il primo episodio, intitolato La Peste, che funge da lunga introduzione alla storia che sarà sviluppata nei quattro capitoli. Cerchiamo di scoprire se vale la pena aspettarne l'uscita a metà Novembre.
La Santa Inquisizione
L'avventura inizia con Eymerich che viene richiamato a Carcassonne per indagare su un caso considerato piuttosto spinoso: la scomparsa di un altro inquisitore. Sin da subito è evidente che c'è qualcosa che non va in tutta quella storia, ma il nostro non si perde d'animo e, pur riluttante, decide di svolgere il compito assegnatogli. La sua prima missione sarà quella di uscire dall'abbazia, scoprendo nel frattempo alcuni dei misteri che contiene.
Il primo dettaglio ludico degno di menzione è la cura posta nella scrittura di alcuni dialoghi: le battute sono molto efficaci e i vari scambi rendono benissimo il caratteraccio dell'inquisitore e, soprattutto, il marciume che lo circonda. Oltre alla finezza del latino presente tra le lingue selezionabili, ci ha fatto molto piacere trovare riferimenti precisi e puntuali alla storia del tempo, cosa abbastanza inusuale nei videogiochi i quali, di solito, si accontentano di parlare dei massimi sistemi. Non sottovalutate questo aspetto perché si tratta di un modo molto interessante per creare un'atmosfera unica e dare al racconto un senso di grande verosimiglianza. In realtà non mancano gli elementi sovrannaturali e alcuni enigmi non fanno che sottolinearlo, soprattutto quelli che sfruttano gli appunti di Eymerich come base, ma trovarsi a contatto con alcune eresie effettivamente esistite, che vengono ben spiegate, va fortunatamente molto oltre i quattro concetti sull'inquisizione che la cultura popolare continua a riproporre. Insomma, almeno dal punto di vista della narrazione Nicolas Eymerich l'inquisitore: La Peste sembra non avere niente da invidiare nemmeno ai titoli tripla A. Anzi, almeno dall'introduzione pare avere una trama migliore rispetto a quella della maggior parte dei titoli considerati maggiori. Ma è troppo presto per dare giudizi definitivi.
Gli enigmi
Cosa sarebbe un'avventura grafica senza i suoi enigmi? Nicolas Eymerich l'inquisitore: La Peste offre una serie niente male di puzzle da risolvere. Alcuni più difficili, altri più semplici, sono tutti attinenti all'ambientazione e portano il giocatore a esplorare tutta l'Abbazia, fin nei suoi meandri più reconditi.
L'interfaccia è quella classica delle avventure grafiche, con il cursore che cambia forma a seconda dell'azione da compiere. Parlando di un'avventura grafica è scontato che occorra andare in giro alla ricerca di oggetti da usare e di misteri da risolvere. In generale la varietà delle cose da fare sembra buona (vedremo se l'impressione sarà confermata dalla versione finale e dagli episodi successivi), con alcuni puzzle che richiedono un po' di ragionamento laterale per essere risolti. Non vi preoccupate, non vogliamo anticiparvi nulla (anche perché nella versione definitiva potrebbero esserci delle differenze). Qualcuno potrebbe lamentarsi per la difficoltà di alcuni enigmi, ma ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un'avventura grafica: il tempo del ragionamento per risolvere un puzzle e i tentativi andati a vuoto fanno parte del gioco. Anzi, ne sono l'ossatura.
L'esplorazione dell'abbazia si svolge in due modi: dopo che Eymerich avrà visitato le singole aree (il primo modo), queste saranno raggiungibili velocemente usando una mappa disegnata dall'inquisitore (secondo modo). La mappa è molto utile anche per vedere quali sono le zone dell'abbazia non ancora scoperte, individuando le parti ancora non disegnate. In realtà perdersi è davvero difficile, perché l'abbazia ha molti punti di riferimento, ma un aiuto in più non fa mai male.
L’abbazia
Il mondo in cui si muove Eymerich è completamente in 3D, ma il gameplay è quello di un'avventura grafica classica 2D per via delle telecamere messe in posizioni fisse. In realtà in alcuni casi ci sono dei piccoli movimenti, ma niente che sia realmente manipolabile dal giocatore.
In questo modo si ha il vantaggio di avere una visione chiara della scena. Nonostante qualche oggetto piuttosto piccolo sia presente, non abbiamo sperimentato una caccia al pixel particolarmente spinta. Tranne che in un paio di casi in cui abbiamo dovuto osservare con più attenzione l'ambiente (ma non fa parte del gioco anche questo?), abbiamo sempre trovato tutti gli oggetti senza grosse difficoltà. Gli scenari sono ben disegnati e alcuni ambienti sono belli e hanno una buona atmosfera. I modelli umani sembrano generalmente più deboli, ma in questa fase non possiamo dare giudizi definitivi sul gioco, visto che è ancora in beta e che, quindi, tutto quello che abbiamo visto potrebbe essere provvisorio (magari diventa un simulatore di volo... ahem). Quello che possiamo dire è che se manterrà le promesse e se, soprattutto, gli sviluppatori terranno lo stesso livello di cura per la trama in tutti gli episodi, sarà sicuramente un titolo valido da tenere bene d'occhio.
CERTEZZE
- Storia ben scritta
- Buona ricostruzione storica
- Enigmi impegnativi
DUBBI
- Tecnicamente da rifinire
- I quattro episodi si manterranno tutti sullo stesso livello?