La crisi economica è senza dubbio un dramma ma allo stesso tempo è una forza motrice importante per l'innovazione. La mancanza di introiti infatti, produce movimenti di mercato e nel campo della tecnologia questo significa che si creano gli spazi per novità come visori tridimensionali, offerte alternative e interconnessioni multischermo. Queste ultime vanno senza dubbio per la maggiore, almeno in questo frangente, con l'Airplay di Apple che ha segnato il passo, Nintendo che ci ha costruito intorno Wii U e Microsoft che ha deciso di rilanciare in grande stile, con Smartglass, integrando anche il PC nei propri piani. Ma quest'ultimo, ovvero il PC, può contare sugli sforzi di decine di altri attori che hanno lanciato una vera e propria valanga di proposte. La speranza, ovviamente, è che l'aumento di varietà, e il relativo momento di debolezza delle console, risollevino le vendite del mercato PC. In questo speciale elenchiamo alcune di queste novità, consci che il successo dell'una o dell'altra dipenderà più dalle vendite che dalla bontà delle tecnologie coinvolte. Ma talvolta il mercato sceglie saggiamente, soprattutto quando il portafogli si assottiglia e la consapevolezza cresce, come traspare dal successo crescente di titoli indipendenti che fino a pochi anni fa sarebbero stati fenomeni di nicchia.
PC vs Console - Sarà guerra?
Le enormi piattaforme digital delivery, Smartglass, Steam Box e il cloud gaming dipingono un PC "media center", un cervellone capace di interfacciarsi con svariati dispositivi, o librerie di titoli, per offrire diversi livelli di esperienza e prezzi competitivi sebbene ancora elevati rispetto a quelli delle console. Tra cloud, streaming, sensori e visori il mercato PC è senza dubbio in movimento, balzato sull'onda di un necessario rilancio di desktop e laptop che deve indubbiamente tenere conto del digital delivery, dei tablet e del gaming mobile. Ovviamente c'è un ostacolo di mezzo e si tratta delle console casalinghe che rappresentano il punto di riferimento per il mercato dei titoli tripla A e che stanno già cercando di trasformarsi in centri multimediali.
Ma secondo un numero sempre crescente di addetti ai lavori le console hanno un enorme punto debole nel lungo ciclo vitale che le contraddistingue. Milioni di persone si sono mostrate disposte a cambiare telefono ogni anno, pagando cifre enormi, mentre le console vengono inizialmente vendute in perdita e da un certo momento in poi devono necessariamente calare rapidamente di prezzo assottigliando i margini di guadagno. A incassare davvero restano, dunque, solo i grandi publisher, ovvero quelli che sono riusciti a costruire serie milionarie incentrate su un singolo motore grafico, ma che non possono comunque permettersi un singolo passo falso vista la pesantezza del sistema distributivo classico e vista la mole di pubblicità necessaria per restare in vetta nei desideri dei giocatori. Un solo errore e le azioni rischiano di precipitare, i costi rischiano di superare i ricavi e un ottimo titolo, pur superando tranquillamente il milione di pezzi venduti, si trasforma in men che non si dica in un flop. Questa situazione mette a rischio anche i grandi publisher, assediati da un mercato digitale in rapida crescita, sia numerica che qualitativa, che è capace di trasformare Steam da software house in titano dell'intrattenimento. Dunque il PC, e i suoi derivati, hanno la possibilità, dopo anni di silenzio, di dire nuovamente la propria. Ed ecco che si prospetta una vera guerra tra console e computer, guerra che ha tra i suoi principali protagonisti NVIDIA, decisa a fronteggiare un mondo console colpevole di aver scelto AMD per i prodotti di nuova generazione. Una delle armi della compagnia è la GeForce Experience (attualmente in beta) che promette di risolvere l'annoso problema delle configurazioni hardware su PC impostando automaticamente la configurazione migliore.
A dire il vero molti titoli includono applicazioni che hanno questa funzione, anche se con margini di errore piuttosto ampi, ma un sistema universale che promette tarature estremamente precise potrebbe essere una spinta non da poco per avvicinare al gaming PC chi teme di avere problemi con i settaggi e con la stabilità del sistema. Il conflitto, comunque, si combatte su numerosi fronti e c'è una fazione in guerra che è decisa a conquistarli tutti. La nuova strategia di Microsoft infatti, abbraccia l'intero panorama, dai telefonini alle console, e la compagnia sembra avere l'intenzione di andare a tavoletta in tutti i settori tessendo un'ampia trama che punta a rendere utili tutti i dispositivi esistenti integrandoli in un'unica esperienza. Esperienza che, grazie alla doppia interfaccia di Windows 8, includerà anche i nuovi Ultrabook, altra branca del settore PC che prova a distinguersi seguendo la strada dell'ibrido. Anche se Razer, Asus e compagnia bella non hanno esitato a lanciarsi nel mondo dei tablet da gioco, l'ultrabook risulta più versatile in relazione al gaming classico, grazie all'irrinunciabile tastiera. Ma la troppa somiglianza con i classici portatili, e le configurazioni non sempre all'altezza degli scopi del prodotto, ne hanno frenato notevolmente la diffusione. Dunque perchè non mescolarli con i tablet? Tanto più che Intel ha ritoccato i requisiti degli Ultrabook integrando proprio lo schermo touch. Ed ecco che sono comparsi il Dell XPS 12, con pannello rotante che si adagia sulla tastiera, e il nuovo ultrabook Lenovo Helix che è stato presentato durante il CES. Basato su Ivy Bridge, il super portatile è capace di trasformarsi in un tablet per sfruttare entrambe le anime di Windows 8. Ed ecco che la doppia natura del nuovo sistema operativo, ovvero classica e touch, assume tutto un altro senso, permettendosi quello che altri sistemi operativi non possono permettersi. Il prezzo del Lenovo Helix dovrebbe partire da 799 dollari che, sempre se il chip video sarà all'altezza della CPU, potrebbero non essere troppi per una combo sufficientemente compatta.
Steam Box - Valve scende in campo
Steam ha deciso di scendere in campo con un PC da salotto. Si tratta dell'appena ufficializzata, ma per mesi al centro dei rumor, Steam Box che si propone come un PC/Console, secondo i rumor equipaggiato con Linux, interamente dedicato alla sterminata libreria di Steam. La "Steam console", mostrata in questi giorni durante il CES, non è altro che un PC ultracompatto di fascia medio/alta, almeno secondo gli indizi concessi dal produttore Xi3.
L'azienda non ha rivelato un prezzo preciso ma ha affermato che la Steam Box, nome in codice Piston, è equiparabile alla propria linea X7A composta da computer da 999 dollari. Appare improbabile che il prezzo definitivo sia così elevato, tanto più che le componenti della macchina possono essere aggiornate, ma la mancanza di dettagli rende comunque difficile fare previsioni. Inoltre ci sono dei limiti per l'upgrade viste le dimensioni ridotte che non consentono, per esempio, l'uso di schede video troppo grandi. Tra i sistemi opearativi previsti c'è "anche" Linux, almeno secondo quanto affermato da Gabe Newell che ha parlato anche della questione controller. Ancora nulla di ufficiale, con l'unico dettaglio rivelato che riguarda il desiderio di avere una periferica estremamente precisa e questo escluderà, almeno al lancio, i sensori di movimento. Ma questi ultimi, nelle varie forme che li contraddistinguono, saranno tenuti sott'occhio per eventuali impieghi futuri. L'unità Piston mostrata al CES è dotata di una porta ethernet, connettori audio in/out da 1/8", uscita ottica SPDIF, quattro porte USB 3.0, quattro porte USB 2.0, quattro porte eSATA, due mini DisplayPort e una DisplayPort / HDMI. Ma quello che importa è quello che è all'interno e quanto ci costerà. Informazioni che speriamo siano rivelate al più presto nel dettaglio, visto che sono basilari per valutare l'appetibilità della macchina. D'altronde si tratta di un prodotto che entra in un mercato affollato e anche se l'abbinamento con Linux potrebbe consentire un maggiore sfruttamento dell'hardware, non ci sono in vista killer application o esclusive assolute a sostenere Piston. Una mancanza non da poco visto che tutti i titoli Steam, almeno per ora, girano su Windows e che nella maggior parte dei casi basta un computer di fascia media per farli girare a pieno. Ma la compagnia di Gabe Newell potrebbe soprenderci creando bundle ad hoc, abbonamenti e quant'altro. Risulta quindi sempre possibile un'offerta software abbastanza allettante da fare del Piston un'alternativa appetibile. Inoltre caso Gabe Newell ha rivelato che sarà possibile installare liberamente anche Windows, senza limitazioni di sorta. Xi3 è un'azienda emergente che per lanciare i propri PC modulari è passata, senza grandi successi, dal crowdfunding. Ma il fallimento della campagna di sovvenzionamento dal basso non ha fermato la società che si è trovata addirittura in affari con l'ormai titanica Valve. Probabilmente quest'ultima è stata attirata proprio dalle dimensioni ridotte e dalla natura emergente di Xi3, consapevole che i rapporti con una grande compagnia avrebbero avuto risvolti più impegnativi. La configurazione standard della serie X7A, che secondo il capoccia di Xi3 dovrebbe costituire la base del Piston, si basa su CPU AMD Serie R quad-core (fino a 3.2 GHz), Radeon HD 7660G, e 4-8 GB di RAM.
3D e dintorni
Oltre ai PC compatti, alle interconnessioni tra diversi dispositivi e alle probabili novità nel settore del motion sensor gaming, una delle grandi scommesse del mondo videoludico per il 2013 è il 3D. Quasi snobbata, come al cinema, nella classica formula abbinata agli occhiali, la visione tridimensionale non ha deluso su 3DS, che la abbina direttamente allo schermo, e potrebbe presentarsi in una forma simile proprio su PC dove solitamente c'è un solo schermo per ogni giocatore.
Il problema principale di questo tipo di visione tridimensionale infatti, deriva dall'angolo di visione che permette solo a chi si trova in una posizione centrale rispetto all'immagine di godere pienamente dell'effetto 3D. Mentre questo problema, non da poco, viene risolto, si è riaperta però un'altra strada che il mercato PC non percorreva da tempo. Parliamo della famigerata realtà virtuale che è ritornata in circolazione grazie al successo, per ora decretato solo dagli sviluppatori, del visore Oculus Rift. La tecnologia è quella comune di tutti i visori tridimensionali che ottengono l'effetto grazie a due piccoli schermi, uno per ogni occhio. Ma il risultato, in questo caso, è talmente più immersivo da aver convinto persino lo scettico John Carmack che, al pari di calibri come Chris Roberts e Gabe Newell, ha deciso di supportare il nuovo visore. Non è comunque questa l'unica novità fantascientifica attesa per il 2013. Durante i prossimi mesi spunteranno infatti decine di nuove tecnologie motion sensor, occhiali in realtà aumentata, software di riconoscimento e quant'altro. Il sensore Leap Motion, che dovrebbe debuttare entro fine marzo, promette di rilevare con precisione assoluta (un centesimo di millimetro) anche il movimento più impercettibile, trasformando la mano in un vero e proprio mouse. Ma nei prossimi mesi incontreremo anche il Perceptual Computing di Intel che punta a rivoluzionare completamente l'interazione uomo-macchina. Gli occhiali Android invece, accendono fantasie da spia legate a software di riconoscimento facciale, GPS in realtà aumentata e via dicendo.
CPU - La guerra continua
Intel è saldamente in vetta e si trova a fronteggiare una AMD in evidenti difficoltà economiche. Ma quest'ultima ha tirato fuori l'FX-8350 della serie Vishera che d'un botto, almeno secondo i test interni di AMD, ha recuperato, in termini di calcolo, il pesante gap creato da Intel con le linee di prodotti Sandy Bridge e Ivy Bridge. Secondo i benchmark il processore riesce non solo a sconfiggere l'FX-8150 in quasi tutti i test, ma in diversi frangenti se la gioca con il Core i5-3570K restando comunque di 25 dollari più economico. L'estrema potenza dei singoli core Ivy Bridge favorisce ancora il processore Intel nei benchmark videoludici, tanto più che sfruttare gli otto core dell'FX-8350 sarà un compito difficile per la maggior parte dei videogiochi, ma AMD ha compiuto un importante passo in avanti in termini di competitività.
Purtroppo questo passo è arrivato in palese ritardo ed è normale chiedersi quanto durerà questa sostanziale parità. Intel infatti, nel 2013, lancerà sul mercato i nuovi chip della serie Haswell i quali promettono quell'atteso salto prestazionale che è mancato nel passaggio tra Sandy Bridge e Ivy Bridge. La nuova serie di CPU sarà basata su quad-core con Hyper-Threading e non punterà, dunque, ad aumentare la conta dei processori, in controtendenza con AMD, quanto la potenza del singolo core. Le novità più rilevanti sono il set di istruzioni AVX2 che raddoppia le performance per ciclo rispetto allo standard AVX introdotto con Sandy Bridge. Questo passaggio dovrebbe dunque garantire un effettivo aumento prestazionale che, se sfruttato dagli sviluppatori, può garantire una marcia in più anche nella decodifica video e nei videogiochi. La seconda tecnologia rilevante inclusa nelle CPU Haswell è l'Intel TSX ovvero un set di estensioni pensato per ottimizzare il multithreading. Anche in questo dovrebbe essere garantito un aumento sensibile delle performance ma, per usufruire delle summenzionate novità, sarà necessario cambiare scheda madre vista l'entrata in campo del nuovo socket LGA1150. Il cambiamento sarà dunque costoso anche se promette un risparmio in termini energetici con un taglio del 40% sui consumi della CPU. Le tempistiche di commercializzazione dei nuovi processori Intel parlano del terzo quarto 2013 ma la puntualità dipenderà probabilmente dall'accoglienza, da parte del mercato, delle nuove CPU AMD. Intel, come dimostra il ritardo degli Ivy Bridge Extreme, non ha nessuna fretta e può concentrarsi sui nuovi chipset mobile e sui SoC (System on a Chip) Atom a 22 nanometri che promettono di raddoppiare le performance rispetto alla generazione precedente.
Schede Video - Un anno 2.0
Con le schede grafiche di fascia alta delle serie 500 e 600 NVDIDIA ha avuto qualche problema di natura elettrica ed è probabile che questo tipo di magagne venga risolto con la maturazione della tecnologia Kepler. D'altronde gli ultimi chipset NVIDIA primeggiano già in termini di rapporto prestazioni/consumo rispetto ai prodotti AMD che si è vista soffiare la vetta in meno di due mesi dalla concorrenza. Dunque, una volta mostrati i muscoli, è senza dubbio giunto il momento di rifinire e ottimizzare. Ovviamente AMD, dal canto suo, cercherà di ovviare alla questione dei consumi, per recuperare un gap che è costato molto alla compagnia e non solo in termini di vendite, bilanciate in parte dalle ottime performance delle APU della compagnia, ma soprattutto in termini di immagine.
Dunque è molto probabile che il 2013, per le schede video, sia un anno di aggiornamento, un anno 2.0 con pochi cambiamenti radicali e molti miglioramenti relativi alle tecnologie già esistenti. Una conferma di questo arriva già dalla serie 8000M che si presenta come un'ottimizzazione, energetica e prestazionale, della tecnologia già esistente. Nel campo delle schede video discrete il chip di punta di NVIDIA sarà il GK 110, già usato nelle nuove workstation Tesla, che sfoggia il doppio dei transistor e quasi il doppio dei CUDA core rispetto al GK104 della GTX 680. Ma, nonostante i numeri altisonanti della versione dedicata alle workstation, sarà probabilmente necessario aspettare la serie 8000 di AMD per scoprire quanto saranno effettivamente spinte le nuove GeForce. NVIDIA infatti è attualmente in posizione dominante e non ha il bisogno di rilanciare per prima, dunque difficilmente l'ammiraglia della serie 700 avrà un GK 110 a piena potenza. Servirà comunque un deciso passo in avanti per superare la Radeon HD 8970, nome in codice Tenerife, che sfoggerà specifiche di tutto rispetto. Per quest'ultima infatti, si parla di 5.1 miliardi di transistor, contro i 4.3 miliardi della HD 7970, e di un aumento degli stream processor da 2.048 a 2.300.
NVIDIA - Shield, Grid e ossessione cloud
Project Shield, la prima console portatile targata NVIDIA, ha tre grosse peculiarità. La prima è quella di proporsi, come Ouya, come una console basata su Android, anche se in questo caso portatile. La seconda è il lancio del chipset Tegra 4 che promette di stracciare persino l'iPad 4. La terza è quella di impacchettare in una forma spiccatamente ludica una tecnologia molto pubblicizzata nei tablet moderni. Si tratta della possibilità di collegarsi in streaming al proprio PC per giocare senza alcun limite tecnologico. Per molti questa feature è superflua, eppure le console portatili vengono usate in modo intensivo anche tra le mura casalinghe.
C'è chi gioca da letto, chi in bagno, chi spaparanzato sul divano mentre sullo schermo televisivo c'è la trasmissione del momento. Il portatile NVIDIA punta a soddisfare questa necessità consentendo, tra l'altro, di sfruttare a pieno il PC di casa che, se di fascia alta, non ha certo rivali in campo mobile. In futuro, probabilmente, con l'elevarsi della qualità delle connessioni, il cervellone di casa potrebbe diventare il cuore di tutto l'intrattenimento consentendo anche lo streaming via web ma di programmi installati sul proprio PC. Resta da scoprire se si tratti di un passo evolutivo naturale o di tecniche studiate dai protagonisti del mondo PC per pompare vendite sempre meno esaltanti. Ma, come al solito, saranno le vendite a decretare con quale definizione etichetteremo queste proposte. Indubbiamente il gioco in streaming gestito da un cervellone casalingo ha degli elementi di vantaggio sul cloud gaming che passa attraverso internet. Localizzare il processo permette infatti di scaricare i dati in locale e senza paura che con l'interruzione del servizio il gioco vada perso nei meandri della rete, fruendo comunque delle peculiarità dello streaming che consente di caricare il titolo su qualsiasi dispositivo, dal tablet alla tv, e senza pagarlo una seconda volta. In ogni caso NVIDIA non trascurerà il cloud gaming, almeno dal punto di vista tecnologico. Parliamo del progetto Grid che promette di concedere ai gestori del gioco in streaming performance estreme e risultati praticamente identici al gioco in locale su un PC di fascia alta.
Il perchè di questa ostinazione del mercato verso il cloud gaming, al di là della possibilità di poter giocare a Battlefield 3 su un tablet qualsiasi, è presto detto. Parliamo della pirateria, ovviamente assente nel caso dei titoli online. I DRM, come anticipato da molti, forzano la connessione alimentando, paradossalmente, la necessità di scaricare un titolo in forma piratata per poterlo fruire offline. Questo non può succedere se tutti i dati di un gioco si trovano dall'altra parte del globo e, di fronte alla necessità di connettersi per giocare a un titolo pagato 60 euro, lo streaming a basso prezzo potrebbe risultare appetibile. Per molti si tratta di una grossa trappola, ed è difficile contraddirli, ma la tendenza dell'uomo ad adattarsi a tutto, per ottenere ciò che desidera, potrebbe ancora una volta fare il gioco del mercato, costringendoci a restare sempre connessi, a leggere tutte le pubblicità, le mailing list, le offerte, i messaggi e a pagare per ogni più piccolo extra. La speranza risiede nel mercato Linux e in quegli sviluppatori che pensano di poter offrire qualcosa di alternativo. Creando una concorrenza robusta il cloud gaming potrebbe infatti diventare una valida alternativa e non una pericolosa normalità.