La versione dimostrativa di Killzone: Shadow Fall mostrata durante la conferenza di Sony dello scorso 20 febbraio, durante la quale è stato svelata PlayStation 4, ha fatto parecchio discutere. Impossibile non ricordare la presentazione di Killzone 2, quasi otto anni fa, quando si era parlato di una demo in tempo reale che tanto in tempo reale poi si era rivelata non essere:
quasi come a sottolineare la differenza, è stato proprio il co-fondatore di Guerrilla, Hermen Hulst, a giocare il nuovo Killzone, DualShock 4 in pugno, sul palco e davanti a tutti. Non è mancato un po' di scetticismo, comunque, così come i parallelismi tra i filmati sensazionali e la realtà dei fatti, in una settimana in cui Aliens: Colonial Marines aveva appena dato un sonoro ceffone a chi si era fidato ciecamente dei trailer. Guerrilla, però, non ha intenzione di lasciarsi intimidire dagli scettici né di appoggiarsi troppo al passato: per loro, la nuova console Sony è un punto di svolta.
Forgetting Shadow Marshal
Killzone 3 si era concluso con la pressoché totale distruzione del pianeta Helghan e dei suoi abitanti. Nonostante la sequenza dopo i titoli di coda lasciasse intendere che Stahl fosse ancora vivo, e che quindi non si può escludere un suo ritorno, l'ambientazione di Killzone: Shadow Fall sarà completamente nuova. Sono infatti passati vent'anni e dato che Helghan è diventato inabitabile, l'Alleanza Strategica Interplanetaria ha deciso di spostare gli Helghast sopravvissuti sul pianeta Vekta, il quale ospita adesso due fazioni in contrasto tra loro.
Nel corso degli anni è praticamente scoppiata una guerra civile che ha addirittura costretto il governo a costruire una specie di muro divisore in piena città. La demo giocata da Hulst mostrava proprio il momento in cui scoppia l'ennesimo conflitto, mettendo il giocatore nei panni di uno Shadow Marshal, una specie di agente governativo di altissimo livello incaricato di mantenere l'equilibrio tra Helghast e Vektani. È chiaro che non sta facendo un buon lavoro. "Quella dello Shadow Marshal è una figura che avremmo voluto introdurre già nel primissimo Killzone", spiega il direttore del progetto, Steven ter Heide. "In pratica è il tizio che si prende la responsabilità di tutto quello che succede". Che poi sarebbe il giocatore, quindi sono cavoli suoi. A quanto pare la trama del nuovo gioco sarà particolarmente incentrata sulla politica e sulle nuove dinamiche sociali alla base di questo delicatissimo equilibrio. "Durante il gioco si susseguiranno una serie di eventi sempre più importanti, e lo Shadow Marshal dovrà assicurarsi di tenere questa nuova guerra fredda sotto controllo", continua ter Heide.
"È questa la premessa del gioco: la situazione è sul punto di esplodere". Detta così, sembrerebbe proprio una tabula rasa: vien davvero da chiedersi che fine abbiano fatto Sev, Stahl e tutti gli altri. Guerrilla non si sbilancia, però aggiunge: "negli ultimi due anni ci siamo impegnati tantissimo nel far cambiare direzione al brand con un nuovo eroe, un nuovo conflitto e un mondo completamente nuovo". D'altra parte, Helghan era un'altra faccenda e ora i giocatori dovranno battersi per un pianeta che non conoscono. "È per questo che abbiamo cercato di creare un mondo realistico e vivo in cui la gente vorrebbe abitare e per il quale sarebbe pronta a battersi". E non a caso, il soggetto della demo era proprio una sequenza di gioco durante la quale poter ammirare un bello scorcio di Vekta City, ma questa scelta è costata a Guerrilla non poche critiche.
Questione di prospettive
Il fatto è che quel pezzettino di Killzone: Shadow Fall mostrato il 20 febbraio scorso, benché sicuramente impressionante dal punto di vista grafico, non ha altrettanto stupito per le meccaniche. L'impressione è stata proprio quella di trovarsi di fronte al solito sparatutto in prima persona in cui ci si ripara, si spara, si corre e si ripetono queste azioni all'infinito per tutto il gioco. Quando accompagni la presentazione di una macchina nuova di zecca, ci si aspetterebbe qualcosa che lasci a bocca aperta, e così non è stato. A queste critiche, Guerrilla ha controbattuto con una scrollata di spalle: "se devi far vedere per la prima volta un gioco, devi mostrarne il cuore", ha spiegato Hulst.
In pratica, sì, nel nuovo Killzone si fa sopratutto quello (si spara, si corre, ci si ripara, rinse and repeat) ma non si fa solo quello. A Guerrilla interessava sopratutto mostrare Vekta City, perché sarà il centro dell'azione, e una scena d'azione che rappresenti adeguatamente la filosofia di base: un gameplay frenetico, spettacolare, pieno d'azione. Un po' troppo lineare, a giudicare dalla demo? "Ne riparleremo in futuro, ma ci saranno diversi momenti in cui i giocatori potranno compiere delle scelte, ma non erano adatti a una demo di questo tipo". La demo, insomma, doveva mostrare i muscoli della console e del lavoro svolto da Guerrilla, per il gioco vero e proprio c'è tempo. Da questo punto di vista, ter Heide ha chiarito un concetto molto semplice: "questa è stata la prima volta in cui gli sviluppatori chiavi si sono riuniti e hanno offerto a Sony critiche, consigli e suggerimenti sulla nuova macchina, è stato fanastico". Il direttore si riferisce insomma alle software house che hanno lavorato a braccetto con Sony nello sviluppo della nuova console: parliamo di Naughty Dog, Santa Monica, Evolution, eccetera. Guerrilla, d'altra parte, non ha inciso soltanto sui calcoli: ha infatti contribuito alla progettazione del nuovo joypad, il DualShock 4. I fan degli sparatutto su console sanno bene quanto sia importante il sistema di controllo, l'ergonomia e la qualità di un controller:
questi aspetti possono incidere in maniera determinante su un gioco, a prescindere dalla qualità intrinseca del prodotto. Ecco, Guerrilla si è assicurata che il joypad fosse pensato anche per gli sparatutto con tutta una serie di piccoli accorgimenti. "Per esempio, abbiamo parlato di aggiungere un attacco per le cuffie in modo che sia facilissimo collegarne un paio quando si gioca online e si vuole comunicare... Ed eccolo lì. Può sembrare una sciocchezza, ma quando ce ne sono tante tutte insieme, si sente la differenza eccome", spiega ter Heide. Hulst fa un altro esempio più incisivo: ci sono delle dentellature nelle levette su cui si poggiano i polpastrelli che le tengono un po' più rialzate, aumentando la precisione dei controlli. "Credo che sia un grosso passo avanti rispetto al controller di PlayStation 3: è molto più preciso e solido", spiega il direttore. "I materiali sono di alta qualità e quando si gioca ci si sente proprio come uno Shadow Marshal, l'eroe della situazione". Okay, ammettiamo che l'ultima affermazione è un po' iperbolica, ma come al solito non ci resta che aspettare per scoprire se in cantiere c'è più di un semplice sparatutto e se il nuovo controller ci permetterà di giocarlo bene come lasciano presagire i commenti entusiasti dei ragazzi di Guerrilla.