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Il mio nome è Avatar

L'eroe di tutti è pronto a tornare nel nuovo RPG fantasy di Richard Garriott

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   21/03/2013
Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues
Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues
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Il fantasy di Richard Garriott appartiene a un filone particolare che mescola il fantasy puro, quello fatto di orchi e draghi, con un filone fantastico peculiare che ha le sue radici addirittura nell'ottocento. Questo sottogenere, a cui appartengono opere recenti come la Forgia nella foresta o Landover, vede un uomo moderno catapultato in un mondo fantastico, un eroe comune coinvolto in una sorta di viaggio di formazione estremo. Non a caso tra le sfide che attendono l'avatar ci sono quelle morali che sono uno dei molti anelli di collegamento tra Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues e Ultima.

Un viaggio travagliato

Il ritorno di Garriott alle proprie origini videoludiche passa per un viaggio travagliato che, dopo un Ultima IX incompleto e poco prima di un viaggio turistico nello spazio, ha visto lo sviluppatore alle prese con l'ambizioso Tabula Rasa. L'MMO fantascientifico, purtroppo, non è sopravvissuto alle aspettative e NCSoft ha silurato Garriott mentre questi era in quarantena nello spazio.

Il mio nome è Avatar

Ma la mossa a tradimento ha fruttato allo sviluppatore 28 milioni di dollari, ottenuti attraverso una lunga disputa legale, rendendo quella che sembrava un'avventura sfortunata una vittoria. Una fortuna, quella di Garriott, che speriamo si estenda alle sorti di Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues per soddisfare quel pressante desiderio di molti videogiocatori di vecchia data di tornare nei panni dell'avatar per scoprire un nuovo mondo e raddrizzarlo nel nome delle virtù. Purtroppo il titolo non può portare il nome Ultima visto che i diritti del brand sono condivisi tra il creatore della serie ed EA e, a quanto pare, quest'ultima non ha avuto bisogno della collaborazione attiva dello sviluppatore per creare Ultima Forever. In ogni caso il nome non è tutto e, comunque, sotto alla superficie di Ultima si nasconde un altro nome, quello di un personaggio celebre che Garriott ha cresciuto con amore rendendolo celebre quanto la saga.

Il mio nome è Avatar

Stiamo parlando di Lord British, l'avatar dello stesso sviluppatore, il regnante di Britannia che sarà presente nel titolo, rendendo ancora più palese che il legame con la serie Ultima. Legame che viene ribadito da svariati elementi stistici, primo fra tutti la mappa, e, cosa ancora più importante, dalla promessa di recuperare quanti più gli elementi di spicco, single e multiplayer, della celebre serie di giochi di ruolo. Shroud of the Avatar, infatti, avrà anche una trama single player, con tanto di mappa panoramica e combattimenti ripetibili come nei primi capitoli della saga, e il mondo di gioco consentirà anche di evitare il combattimento, almeno in multiplayer, dedicandosi alla pesca, alla coltivazione o alla vita del minatore.

Una formula ambiziosa

Richard Garriott non è l'unico a cimentarsi con un titolo che vuole accontentare sia gli amanti del single player sia quelli delle esperienze online. Si tratta di una formula già evocata da diversi sviluppatori e Chris Roberts, con il suo Star Citizen, ne ha fatto una bandiera del rinnovamento videoludico. Si tratta di una sfida dura, ma la strada potrebbe essere quella giusta visto che garantisce rientri economici e non sacrifica la trama sull'altare delle meccaniche online. Non che queste ultime siano un male, tanto più se l'ispirazione è Ultima Online, padre dell'MMO moderno e probabilmente ancora oggi tra i titoli online più complessi e ricchi. Ma non sono state le sole meccaniche a rendere indimenticabile il titolo che si basava, in buona parte, su avventure dinamiche guidate dallo staff, come in un gioco di ruolo cartaceo. Questa impostazione, ripresa parzialmente con Neverwinter Nights, garantiva avventure sempre nuove, personaggi non giocanti interpretati da persone vere, missioni seguite in contemporanea da centinaia di avventurieri, locali gestiti dai giocatori, unioni sindacali e molte altre attività capaci di dare una profondità unica all'esperienza. Per dirla tutta, all'epoca in cui le vecchie glorie come me solcavano le terre di Sosaria tutti questi elementi erano visti come il futuro del gioco di ruolo online, capace di mescolare il gioco cartaceo con le dinamiche videoludiche.

Il mio nome è Avatar

Ma l'industria ha preferito gli automatismi, anche per una questione economica visto che una struttura del genere richiede un'ingente forza lavoro e non è sempre facile da implementare. Forse anche per questo Garriot ha scelto di suddividere Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues in cinque episodi e cinque relative aree che si sbloccano progressivamente. In questo modo il titolo, oltre a garantire quel senso di scoperta che ha reso indimenticabile anche il meno esaltante degli Ultima, dovrebbe consentire agli sviluppatori di intervenire sulla trama in modo da renderla, almeno in parte, dinamica. Non è invece chiara la complessità che verrà concessa ai giocatori in relazione alle attività commerciali. I negozi automatici sono ormai una realtà da tempo nel mondo degli MMO, e saranno presenti nel nuovo titolo di Garriott, ma la speranza è di vedere qualcosa di paragonabile ai bar gestiti dai giocatori di Ultima Online. Veri e propri centri di ritrovo, arredati pezzo per pezzo, con bevande d'ogni tipo, giochi d'azzardo e tornei, per non parlare degli immancabili borseggiatori, vero flagello di Britannia, e delle frequenti scorrerie dei criminali. Scorrerie che avevano un senso, in quegli anni così bui ma così emozionanti, visto che in Ultima Online anche gli oggetti di maggior valore potevano essere sottratti dal cadavere del giocatore, senza limitazione alcuna. Si tratta di un elemento che è stato eliminato dal gameplay dei recenti giochi multiplayer ma che molti rimpiangono. Infatti, se da una parte il sacrificio è elevato, il looting libero consente di recuperare gli stessi oggetti dai malviventi e affranca l'economia dall'accumulo di drop, rendendo il PvP molto più interessante di quanto non lo sia negli MMO moderni. Si tratta, comunque, di un punto da trattare con delicatezza, visto che molti giocatori preferiscono accumulare senza rischi, senza dimenticare che un gioco deve vendere per sopravvivere. In ogni caso nulla è stato definito e la speranza è che ci sia almeno la possibilità di scegliere server full PvP capaci di rievocare il clima di tensione di Ultima Online. Magari con una maggiore attenzione nei confronti di bug perniciosi, come quelli che consentivano ad alcuni malintenzionati di uccidere e derubare innocenti senza essere marchiati come criminali.

Il meglio del meglio?

L'idea alla base del single player, come abbiamo anticipato, è quella di creare un percorso di formazione, attraverso una complessa storia personale giocabile anche in solitaria. Ma il tutto accadrà, comunque, in un mondo interconnesso e il giocatore, pur non avvalendosi dell'aiuto di nessuno vedrà comunque l'economia globale cambiare e le lande popolarsi di case e negozi. I giocatori, infatti, potranno costruire e customizzare le proprie abitazioni, grazie a un complesso sistema di housing che probabilmente si rifarà in buona parte a quello di Ultima Online. Inoltre il mondo di gioco è coinvolto in una trama globale, dedicata alla componente online del titolo, che prevede città assediate e grandi forze nemiche in movimento. Il cattivo di turno sta infatti cercando qualcosa e il primo episodio si concluderà proprio quando i giocatori capiranno cosa sta succedendo. Come abbiamo anticipato, infatti, Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues sarà diviso in episodi o, meglio, in cinque macro zone che saranno rilasciate progressivamente. Il titolo si espanderà, così come si espanderanno la storia personale e quella online, andando a creare gradualmente il mondo di gioco.

Il mio nome è Avatar

Successivamente potrebbero arrivare altre zone ma attualmente nulla è definito, se non la struttura base del titolo che, come è stato mostrato, include una mappa di viaggio e la possibilità di viaggiare tra le aree pestando nemici e risolvendo quest. Il sistema di gioco è piuttosto classico, almeno per un MMO, con il combattimento basato sul targeting e gli incantesimi che seguono il bersaglio senza tenere conto di fisica o traiettoria. Non si tratta di una rivelazione particolarmente piacevole, e la grafica del titolo non è certo di ultima generazione, ma il calcolo della fisica in un gioco online è una questione complessa e probabilmente non rientra tra le preoccupazioni principali del team. L'obiettivo, infatti, è quello di creare un mondo complesso, con le abilità che compensino quello che manca in termini tecnologici. Un nuovo Ultima Online, in sostanza, arricchito da una componente single player fedele ai temi e alla qualità della serie Ultima.

Una scommessa pericolosa

Garriott, tanto passionale da possedere un castello funzionale al proprio amore per il fantasy, ha investito molto nella software house Portalarium e, viste la disparità tra le capacità finanziare dello sviluppatore e il solo milione di dollari richiesto per la campagna di finanziamento, è probabile che la scelta di far passare Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues da Kickstarter sia principalmente orientata al sondare le emozioni dei fan, coinvolgendone una parte nello sviluppo attraverso gli ormai canonici, ma sempre esclusivi delle donazioni più corpose, strumenti di feedback. La risposta è stata buona, con la campagna Kickstarter che ha superato il milione di dollari previsto in meno di due settimane. Il nuovo RPG di Lord British si è dunque trasformato da scommessa in realtà ed ora la questione si sposta sugli stretch goal che includono un sistema dedicato all'addestramento degli animali e sul clima stagionale.

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Quest'ultimo potrebbe anche significare un sistema di coltivazione complesso, come accadeva in Ultima Online, anche se lo stesso sviluppatore ha affermato che la complessa simulazione dell'ecologia dell'MMO sarà prioritaria solo se gli utenti si dimostreranno interessati. L'intenzione, infatti, è di concentrare gli sforzi sulle richieste dell'utenza, cosa che ai tempi di Ultima Online non è stata possibile ma lo diventa ora grazie a Kickstarter e grazie alla totale indipendenza del progetto dai publisher. Ci sono comunque alcuni elementi che Garriot ha deciso a prescindere, ritenendoli fondamentali per l'RPG che vuole creare. In primo luogo lo sviluppatore vuole un'interattività assoluta, elemento già fondamentale in Ultima 8 e Ultima Online. In sostanza un qualsiasi oggetto che sembra utilizzabile deve esserlo, restituendo al mondo di gioco una credibilità elevata. Il secondo elemento fondamentale sono la cultura e le parabole etiche, oltre a un linguaggio specifico che identifichi l'ambientazione. Anche in questo caso si tratta di elementi che, tra libri e leggende, sono stati alla base della serie Ultima e saranno importanti per sostenere il contesto di Shroud of the Avatar. Ma c'è anche un altro punto importante per lo sviluppatore, un punto che non ha a che fare direttamente con il gameplay, e richiede l'elevata offerta di 115 dollari, ma che regala senza dubbio spessore all'esperienza. Parliamo del supporto fisico fatto di mappe reali, in tessuto, di libri e di gadget, tutti elementi che i fan della saga hanno sempre apprezzato nelle produzioni di Garriott.

Il mio nome è Avatar

Questo e, ovviamente, la cura per le musiche, per l'atmosfera, per le decapitazioni e per tutta una serie di dettagli che hanno creato un universo percettivo ben distinto e avvincente. Dettagli che speriamo di ritrovare anche se sono ancora molti gli elementi da definire e tra questi uno dei più importanti è il prezzo che per fortuna sarà fisso, almeno in relazione all'esperienza di base. Ma, anche se Garriott ha dato la sua parola che non ci saranno sottoscrizioni o microtransazioni, potrebbe essere necessario pagare per contenuti aggiuntivi come espansioni e nuovi alberi delle abilità. In quest'ultimo caso la paura di dover pagare per fruire pienamente del titolo è inevitabile, ma se non altro, nel menzionare nuove branche specifiche di abilità, Garriott ci conferma che il titolo consentirà al giocatore di specializzarsi in diverse discipline, ognuna delle quali sarà suddivisa in svariate skill. La natura ruolistica del titolo, in sostanza, potrebbe essere anche più complessa di quella, già molto articolata, di Ultima Online, con ulteriori suddivisioni in relazione all'alchimia, alla magia e agli altri tipi di conoscenza. Si tratta, ovviamente, di supposizioni ma i presupposti sono senza dubbio positivi e sorge la speranza di vedere finalmente nascere un Ultima Online 2 combinato con un Ultima off-line di buon livello. Certo, la complessità del progetto pone una sfida notevole al piccolo team di Garriott e, come ha ampiamente dimostrato Tabula Rasa, non è detto che l'ambizione porti automaticamente a un buon risultato. Per questo il single player, vista la mancanza di ingenti fondi a sostenere il progetto, rischia di essere una semplice appendice di un'esperienza online che sarà probabilmente dominante.

CERTEZZE

  • Due esperienze al prezzo di una
  • Un nuovo Ultima anche se sotto "falso" nome
  • Abilità a profusione e gameplay ricco

DUBBI

  • Il comparto tecnico non è esaltante, almeno per ora
  • Troppa carne al fuoco?