Considerato il successo nipponico del recente anime basato sulla prima e seconda serie di JoJo no Kimiyo na Boken, cioè Le Bizzarre Avventure di JoJo per noi italiani, era lecito aspettarsi anche un videogioco. Più sorprendente, invece, la scelta di affidare lo sviluppo a CyberConnect2, una software house diventata famosa, negli ultimi anni, grazie ai vari picchiaduro ispirati a Naruto, ma che affonda le radici della sua fama anche in titoli come Solatorobo, Tail Concerto o la bizzarra serie .hack//.
I fan di manga e anime "di combattimento" ormai sognano ogni giorno che CyberConnect2 prenda in mano le loro licenze preferite: gli Ultimate Ninja Storm di Naruto non saranno tecnici e profondi come Super Street Fighter IV, ma sono talmente fedeli e spettacolari da rappresentare un vero e proprio sogno banato per ogni otaku che si rispetti. E così, mentre i lettori di Bleach, One Piece o Saint Seiya continuano ad accontentarsi di mediocri e ripetitivi musou, questa volta sono sorprendentemente i fan di JoJo a spuntarla. Ma chi, o cosa è, JoJo?
Bloody Stream!
Dedichiamo questo paragrafo a quei poveri sventurati che non sanno cosa sia Le Bizzarre Avventure di JoJo, nella speranza che, alla fine, decidano di approfondire la loro conoscenza di questo fantastico universo. JoJo no Kimiyo na Boken esordisce nel lontano 1987 sulle pagine di Weekly Shonen Jump come quella che sembra una brutta copia di Hokuto no Ken, scritto e disegnato da Hirohiko Araki, un artista che in precedenza aveva prodotto soltanto il discreto Baoh. In Italia viene pubblicato dal 1993 e in un po' tutto il mondo comincia immediatamente a fare proseliti quando l'autore, per buona misura, uccide il protagonista principale già nel quinto volume.
La serie, che al giorno d'oggi conta quasi centodieci volumi classificandosi come uno dei manga più longevi di tutti i tempi, è divisa in vari archi narrativi in cui il protagonista, per un motivo o per l'altro, è sempre soprannominato JoJo: il primo, per esempio, si chiama Johnathan Joestar, il secondo Joseph Joestar e via dicendo. I vari archi narrativi sono quasi sempre collegati tramite parentele o personaggi e nemici ricorrenti, benché ambientati in epoche diverse. Non è questo, comunque, a rendere speciale JoJo. Il manga di Araki è un trionfo di originalità sotto molteplici aspetti: non è il tipico fumetto dove i personaggi combattono a suon di cazzotti o onde energetiche; i super poteri dei vari protagonisti, meglio noti come Stand, rasentano spesso la follia pura e vengono impiegati in veri e propri scontri di cervelli e strategia. Ci sono Stand che controllano il senso di colpa e Stand che sfogliano letteralmente la gente come fosse un diario, Stand che trasformano in bambini e Stand che duplicano qualunque cosa tocchino.
Una stanza di hotel nel guscio di una tartaruga? Perché no, Araki ha pensato anche a quello. Un neonato che diventa invisibile quando piange? Eccolo servito. Grazie alle sue idee strampalate, e allo stile di disegno curato e ricercato, Araki, negli anni, ha raggiunto un enorme successo, specialmente nel nostro paese, al quale è molto legato: se è vero che l'Italia e gli italiani spesso fanno capolino nelle sue storie, pensate che la quinta serie ha addirittura per protagonisti soltanto degli italiani ed è ambientata interamente in Italia, con protagonista un gangster di nome Giorno Giovanna... cioè, GioGio. Famoso anche per la sua collaborazione con il museo del Louvre e lo stilista nostrano Gucci, Araki è un grandissimo appassionato di musica e nelle sue pagine cita costantemente - e spudoratamente! - i suoi artisti preferiti. Un esempio? Uno Stand composto da pallottole viventi non poteva che chiamarsi Sex Pistols.
Battle Royale!
Non conoscevate JoJo e il paragrafo qui sopra vi ha incuriosito? Bene! Conoscete e/o amate già JoJo e volete saperne di più sul picchiaduro di CyberConnect2? Perfetto, continuate a leggere. JoJo's Bizarre Adventure: All-Star Battle farà capolino sugli scaffali giapponesi il prossimo 29 agosto; la possibilità di vederlo anche in Europa è altissima, ma Namco Bandai non ha ancora confermato nulla, in questo senso. Il fatto che il precedente picchiaduro per PlayStation e Dreamcast sia stata localizzato, però, sia alla release originale che nella sua recente riedizione in alta definizione, ci fa ben sperare. CyberConnect2, oltretutto, si è fortemente ispirata al sistema di combattimento congegnato da Capcom quasi quindici anni or sono: i tasti del controller non permettono soltanto di sferrare calci e pugni di varia intensità, poiché un altro tasto, detto Style, è adibito all'evocazione dello Stand o di un altro superpotere (come l'onda concentrica o la rotazione) del personaggio controllato. In questo senso, bisogna ammettere che lo sviluppatore non sembra aver voluto osare più di tanto, optando per una rosa di personaggi che si prestano fisicamente al combattimento corpo a corpo.
Non ci sono personaggi come l'aquila Pet Shop, il cane schizzato Iggy o il piccolo Koichi, insomma, ma una sfilza di palestrati presi da tutte e nove le serie che compongono la saga. Il roster ci piace, ma è palese la predilizione che CyberConnect2 ha avuto per la terza e più popolare serie del manga: i personaggi di Stardust Crusaders dominano la schermata di selezione, mentre è molto più risicata la presenza dei personaggi di serie un po' meno popolari come la prima o la sesta. A tratti, si potrebbe avere l'impressione di trovarsi di fronte a un minestrone incredibile di personaggi e situazioni appartenenti a epoche - e universi! - completamente diversi, ma CyberConnect2 sembra aver invece messo in piedi un gameplay degno di questo nome e anche discretamente profondo. Il giocatore avrà a disposizione una buona quantità di manovre offensive e difensive, compresa la possibilità di "cancellare" le mosse speciali e di consumare una barra dell'indicatore apposito per connetterle immediatamente a una combo diversa. Lo stesso indicatore permetterà di utilizzare le canoniche super mosse, qui chiamate Heart Heat e Great Heat, e di schivare completamente un attacco avversario, concedendo la possibilità di un'utile contromossa.
Fabulous!
Quello che ci ha colpito di più di Jojo's Bizarre Adventure: All-Star Battle, oltre a un gameplay che appare già discretamente profondo e fortunatamente privo degli insopportabili Quick Time Event che si erano ormai fatti strada anche nei Naruto: Ultimate Ninja Storm dello stesso sviluppatore, è la cura maniacale con la quale è stato trasformata in videogioco una serie che si basa tantissimo su particolari dettagli ed elementi visivi. CyberConnect2 non ha avuto soltanto la sensibilità di scegliere i personaggi e gli scenari più rappresentativi della saga, ma anche di inserire una moltitudine di chicche che faranno la gioia dei fan del franchise. L'azione sullo schermo è spesso accompagnata da un marasma di onomatopee, linee cinetiche e vere e proprie vignette rigorosamente in bianco e nero, con tanto di balloon, che si aprono e chiudono come a ricordarci che questo, prima di tutto, è un fumetto. Anche lo stile grafico utilizzato, un cel-shading ricco di inchiostrazioni,
tratteggiature e ombreggiature fedelissime allo stile del maestro Araki, rappresenta una scelta azzeccata, che trasla perfettamente lo stile peculiare delle tavole dell'autore. Jojo's Bizarre Adventure: All-Star Battle sembra proprio un tripudio di citazioni, sia nelle battute che nelle animazioni e nelle pose elastiche e spesso assolutamente esagerate dei vari personaggi. Sarà curioso, piuttosto, sentirli "parlare": oltre alla serie animata di recente produzione, Le Bizzarre Avventure di JoJo è stato animato soltanto parecchi anni fa in forma di OAV per l'home-video, dunque una buona metà dei personaggi riceverà per la prima volta il dono della parola. Speriamo che per l'eventuale edizione europea Namco Bandai si limiti a proporre dei sottotitoli, lasciando inalterato il doppiaggio giapponese o proponendo la possibilità di scegliere la traccia audio. In ogni caso, Jojo's Bizarre Adventure: All-Star Battle è un picchiaduro da tenere d'occhio: per i fan della serie rappresenterà probabilmente un acquisto obbligato, mentre per gli amanti del genere potrebbe essere qualcosa di diverso, ed esilarante, da alternare tra un torneo e l'altro.
CERTEZZE
- Gameplay di una certa profondità
- Numerose modalità e opzioni di gioco
DUBBI
- Assenza di personaggi molto amati
- Troppo bizzarro per i fan del genere?