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Dal tramonto all'alba

Un survival horror in prima persona senza vincoli, estremo e inquietante. Siete pronti per un giro nella foresta?

ANTEPRIMA di Andrea Rubbini   —   08/08/2013
The Forest
The Forest
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The Forest è la storia di un uomo dimenticato dal mondo, unico sopravvissuto di un disastro aereo. Intorno a lui una foresta rigogliosa che confina con la spiaggia, e tutto intorno l'oceano. Il contatto estremo con la natura, alla quale non è più abituato, diventa presto un confronto, e la lotta quotidiana per la sopravvivenza una necessità. Anziché pensare alle skin per lo smartphone deve spaccare la legna, coltivare la terra e cacciare animali solo per vedere il giorno successivo. La sopravvivenza all'interno della foresta è regolata dal ciclo notte/giorno, perciò è necessario pensare anche a cosa fare quando diventa buio, la temperatura si abbassa e le insidie strisciano fuori dalle ombre. All'inizio si tratta solo di accendere un fuoco, ma presto diventa necessario costruirsi il proprio riparo e pensare a difenderlo. Il nostro eroe infatti non è solo e, dopo il tramonto, si accorge che qualcuno viene a fargli visita: un gruppo di cannibali-cultisti-estremisti desiderosi di assaggiarlo. L'aspetto interessante di questa tribù di mutanti con la pelle color avorio è che non sono mostri senza cervello: hanno riti, legami famigliari e perfino valori morali. Un gioco horror di sopravvivenza non potrebbe essere più estremo di così - almeno per quanto ci è dato a vedere nel primo video rilasciato - e, con il supporto ad Oculus Rift, scommettiamo che The Forest diventerà una delle esperienza più intense per chi cerca l'adrenalina generata dal faccia a faccia con l'orrore.

The Forest sembra puro survival horror: esplorazione e meraviglia di giorno, lotta e terrore di notte

Braccia restituite all'agricoltura

I film che hanno ispirato SKS Games nella creazione di The Forest sono Cannibal Holocaust e The Descent. Ma dal momento che parliamo di un mondo aperto nel quale raccogliere e fare uso di risorse, è difficile non pensare anche a videogiochi come Minecraft, anche se, stando a quanto ha detto Ben Falcone, creatore del gioco, in una recente intervista, tutte le meccaniche sono subordinate a un solo obiettivo: immergere il giocatore in un'esperienza horror di sopravvivenza. La foresta d'altronde evoca paure antiche che hanno tormentato l'uomo per millenni.

Dal tramonto all'alba

Il nostro nemico infatti è la natura ferale, della quale i cannibali sono l'incarnazione. Una natura che ci spaventa ancora di più perché sentiamo che ci appartiene, nonostante nel gioco e nella realtà vestiamo i panni di uomini civilizzati. Falcone insiste molto su questo punto e vorrebbe che il giocatore riuscisse con il progredire della sua permanenza sull'isola a comprendere le motivazioni della tribù che la occupa. Quella è la loro terra, mentre noi siamo gli intrusi, precipitati dal cielo come alieni. Schiantarsi su un'isola con un aereo fa molto Lost, inutile negarlo, ma qui non c'è Shephard a dare ordini, o Locke con le sue visioni da santone. E di sicuro mancano fanciulle in jeans attillati. Qui ci siamo noi con la nostra fame e la nostra sete. E zero risorse sotto mano, fatta eccezione per quel poco che troviamo fra i rottami del velivolo, sufficiente a riempire la pancia fino all'ora di cena. Subito dopo l'incidente siamo liberi di pensare al nostro sostentamento come meglio crediamo. Ci sono per esempio laghi ai quali dissetarci, ma per mangiare bisogna raccogliere la frutta, coltivare la terra o catturare gli animali. Presto quindi avremo bisogno di attrezzi. Gli sviluppatori sono intenzionati a tenere il giocatore immerso costantemente nel mondo di gioco, perciò hanno bandito qualunque tipo di menù, creando un sistema di interazione immediato tra gli oggetti che non richiede passaggi intermedi.

Dal tramonto all'alba

Avremo a quanto pare la possibilità di manipolare un numero molto grande di elementi e di intervenire con tale intensità da modificare la geografia dell'isola. Se volessimo potremmo infatti abbattere tutti gli alberi della foresta o cacciare animali e raccogliere piante in una zona fino a lasciarla priva di risorse. Ma l'spetto più importante riguarda i nemici, che sono stati pensati per essere un numero finito, senza che se ne generino di nuovi ogni notte. Ciò significa che, se lo desideriamo e ci mettiamo d'impegno (molto impegno) possiamo anche uccidere fino all'ultimo cannibale maledetto. The Forest adotta un sistema di combattimento in mischia che, insieme all'intelligenza dei nemici, ci mette in una condizione di svantaggio. Trappole, fuoco, rinforzi per il rifugio sono i nostri migliori alleati, mentre il corpo a corpo andrebbe evitato, dal momento che siamo in netta minoranza e soprattutto non conosciamo l'isola. I cannibali invece possono contare su una fitta rete di gallerie. Inoltre saranno inclini a darci la caccia, così che i momenti più tesi saranno quelli in cui spieremo quelle pallide figure mentre si aggirano nella notte per stanarci e farci arrosto.

Scelte di vita

Tanto potere decisionale nelle mani del giocatore ci fa sorgere il dubbio che The Forest sia un'esperienza senza fine, da giocare finché uno non si stanca, per poi ricominciare e provare con un approccio diverso. Dal momento che si possono affrontare i pericoli anche in modalità furtiva, potremmo fare una partita muovendoci come ombre, sempre sulla difensiva, e un'altra sul piede di guerra, anticipando noi le mosse dei nemici.

Dal tramonto all'alba

Falcone ha confermato che l'isola nasconde diversi misteri che il giocatore può scegliere se rivelare o meno. Sembra perciò che ognuno possa decidere come vivere la sua nova condizione di selvaggio. In realtà se così fosse non potremmo dire di essere soddisfatti, perché un senso di chiusura, con almeno un abbozzo di storia, è quello che dà senso alle scelte, altrimenti, senza nessuna speranza in un domani diverso è ben difficile prendere a cuore la sorte del nostro eroe dopo le prime settimane nel mondo di gioco. Naturalmente sono solo speculazioni, e riguardano più i nostri gusti che un parere oggettivo. Un altro aspetto concreto che è stato invece confermato dagli sviluppatori è il supporto per Oculus Rift di cui vi abbiamo accennato in apertura. In un gioco del genere, che fa dell'immersione nel mondo circostante il suo motivo di esistere, la nuova periferica per la realtà virtuale è parsa subito una scelta ovvia. SKS è al lavoro per garantire un senso di proporzione tra il punto di vista del giocatore e gli oggetti intorno a lui quando usa il visore, ma soprattutto sta cercando un modo di inserire il corpo tridimensionale del personaggio, così che possiamo abbassare lo sguardo e guardarci la punta dei piedi, magari in tempo per vedere la punta di una lancia che ci trapassa il ventre. Tante ambizioni che speriamo si realizzino come le hanno immaginate gli sviluppatori sulla carta. La risposta però l'avremo solo a fine anno. Se intanto vedremo qualcos'altro muoversi tra le fronde, state certi che sfuggiremo al pericolo per tornare qui a raccontarvi cos'abbiamo scoperto. Nel frattempo potete votare The Forest su Steam Greenlight, dove siamo certi non faticherà a ottenere l'ambita luce verde.

CERTEZZE

  • Immersione profonda grazie anche all'Oculus Rift
  • Massima libertà nell'approccio al mondo di gioco
  • Survival horror senza sconti

DUBBI

  • Un mondo aperto senza storia potrebbe lasciare un senso di vuoto
  • Se dobbiamo passare le giornate a lavorare, quando andiamo in giro?
  • Passate le prime notti le stesse minacce continueranno a fare paura?