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Lupi di mare

Tra canti pirateschi e battaglie navali, a Milano abbiamo provato circa tre ore del nuovo capitolo della saga degli Assassini

PROVATO di Andrea Porta   —   30/09/2013
Assassin's Creed IV: Black Flag
Assassin's Creed IV: Black Flag
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Con l'uscita di Assassin's Creed IV: Black Flag ormai molto vicina, Ubisoft ha colto l'occasione per organizzare un evento hands-on a Milano, e permetterci così di mettere le mani sul titolo per circa tre ore, provando due sequenze della campagna singolo giocatore. Come già avevamo intuito nel corso delle precedenti presentazioni e prove dirette, questo quarto capitolo ufficiale della guerra tra Templari e Assassini pone grande enfasi sulla vita di mare. Per chi non lo sapesse, infatti, Edward Kenway, oltre ad essere nonno di Connor (o Ratonhnhaké:ton, protagonista di Assassin's Creed III), è un noto pirata del mar dei Caraibi, in costante lotta contro gli inglesi per assicurarsi i migliori bottini. Per quanto non ci sia ancora stato possibile comprendere esattamente come la sua vicenda personale si intreccerà a quelle della setta degli Assassini, certo è che questo nuovo Assassin's Creed propone la mappa più grande mai vista in un capitolo della saga, occupata per una buona parte da una imponente massa di acqua salata costellata da atolli, da navigare sul galeone a vela di proprietà del protagonista. E proprio all'insegna della vita di mare si è svolta la nostra prova, tra caccia allo squalo, combattimenti navali e tesori subacquei.

L'enfasi sulle battaglie navali e sul free roaming contraddistingue il nuovo Assassin's Creed

Cazza la randa, strozza la scotta...

Abbiamo mosso i nostri primi passi nella terza sequenza, cominciando subito a bordo del galeone. Sin dai primi incarichi, abbiamo notato alcuni obbiettivi ancora propedeutici, il che ci fa pensare come le molte possibilità offerte dal gameplay di Black Flag verranno all'inizio centellinate, portando a una lunga fase di tutorial distribuita su una parte introduttiva piuttosto estesa. Dopo aver familiarizzato con i controlli della nave, rivisti per l'occasione, ci siamo subito trovati a scontrarci contro le navi inglesi di pattuglia, le quali affollano in forze la mappa di gioco.

Lupi di mare

Anche un semplice spostamento via nave tra una zona e l'altra potrà sfociare in un feroce scontro, a meno che non si impari a navigare con estrema precisione, evitando il campo visivo dei vascelli nemici visibile sulla minimappa. Peraltro, vincere le battaglie navali significherà accumulare velocemente importanti risorse, tra cui denaro e materie prime con cui effettuare miglioramenti al galeone di Kenway e all'arsenale. La raccolta del bottino sarà più o meno ricca a seconda che si decida di affondare definitivamente la nave avversaria, oppure che si opti per un abbordaggio. In quest'ultimo caso, le potenzialità di guadagno saranno naturalmente maggiori, anche se occorrerà spendere qualche minuto in più per convincere l'equipaggio nemico ad arrendersi, naturalmente sfoltendo le fila avversarie. Come abbiamo potuto constatare anche nel corso delle successive missioni, la raccolta delle materie prime e il loro utilizzo in un apposito menu di creazione ricopre in questo capitolo un'importanza fondamentale, dato che in questo modo sarà possibile migliorare l'efficacia e l'aspetto di diverse componenti della nave, dell'arsenale e delle possibilità offerte da quest'ultimo. Ad esempio, ci siamo trovati a cacciare alcuni animali, allo scopo di lavorarne la pelle e produrre una seconda fondina per Kenway, potendo successivamente estrarre due pistole contemporaneamente durante i combattimenti. La libera esplorazione, in Black Flag, è accompagnata da un gran numero di interessanti attività secondarie, tra cui le sequenze subacquee in apnea (possibili solo in aree designate e indicate sulla mappa), dove occorre fare attenzione alle riserve d'aria e agli squali, allo scopo finale di rinvenire dei tesori, e la caccia ai pesci di grandi dimensioni. Quest'ultima, graficamente molto esplicita, vede Kenway calarsi su una piccola imbarcazione, arpionare il grosso squalo e farsi trascinare da esso, con il compito di fiocinarlo più volte fino alla morte della bestia. Le fiocine a disposizione sono limitate e, in caso non si riesca ad andare a segno un numero sufficiente di volte, la pesca sarà infruttuosa. Un ruolo importante è ricoperto anche dalla ricerca di nuovi membri da aggiungere all'equipaggio della nave (fondamentale per avere speranze di abbordaggio contro le navi inglesi più grosse), i quali saranno da liberare in caso si trovino prigionieri degli inglesi, oppure da reclutare direttamente nelle bettole.

Lupi di mare

Meno importante, ma comunque divertente, è invece il recupero di piccoli fogli sparsi nelle ambientazioni, i quali contengono nuovi canti da insegnare all'equipaggio. Nel caso si riesca a recuperarli, sarà possibile godere di nuovi canti marinari per allietare la navigazione. La nostra prova ci ha visto scendere dalla nave in diverse occasioni, soprattutto seguendo le missioni della trama principale. In questi frangenti, l'incedere torna su binari più consueti per la saga, con la necessità di assassinare o pedinare un bersaglio, solitamente molto ben difeso. Qui, il gameplay è quello di sempre, con la possibilità di mettere in pratica il parkour negli ambienti naturali (come già visto in Assassin's Creed III) e di sfruttare la giungla per nascondersi. Proprio in queste situazioni abbiamo riscontrato una minore freschezza del gameplay offerto, ancorato a standard ormai ben noti, e a problemi atavici per la serie, come l'intelligenza artificiale non sempre in grado di rispondere in maniera coerente e credibile alle azioni del giocatore, soprattutto quando, saltate le coperture, la situazione si fa più frenetica. Ci ha colpito, ad esempio, come in caso si torni alla nave dopo essere stati scoperti (magari sperando nell'aiuto dei propri marinai), la situazione si evolva in maniera ben poco naturale. Gli avversari non salgono sul vascello di Kenway, cercando di sparare da lontano, mentre l'equipaggio sembra del tutto ignaro dell'attacco.

... e segui la rotta

Le nostre prove si sono svolte su dev kit Playstation 4, e la versione del gioco era quasi definitiva. Abbiamo quindi finalmente potuto mettere le mani con calma su uno dei molti titoli cross platform in uscita quest'inverno, scoprendo come dal punto di vista grafico il salto dalla precedente generazione sia nettamente visibile anche ad un'occhiata superficiale, sebbene si tratti di prodotti ancora non completamente dedicati alle nuove macchine.

Lupi di mare

I cali di frame rate tipici degli ultimi capitoli della saga risultano completamente risolti, e, in generale, la pulizia grafica è maggiore grazie ai filtri, finalmente non troppo ridotti. Rispetto alla versione PC (la quale, lo ricordiamo, uscirà più tardi rispetto a quelle console), che ci è stato possibile vedere e provare brevemente in versione provvisoria, abbiamo notato comunque un aliasing maggiore e la mancanza (o un minore impatto) di effetti tipici delle DX11, come la tassellation. Nel complesso, come previsto, per la prima tornata di prodotti cross platform la resa grafica siede giustamente a cavallo tra la vecchia generazione di console, indietro di diverse distanze, e il rendering su PC, ancora più avanzato.

Lupi di mare

Quanto alle caratteristiche specifiche di Black Flag, abbiamo notato una resa nettamente migliore dei volti, da sempre punto debole della saga, e un'ulteriore apertura degli orizzonti. Anche la resa del mare, ovviamente fondamentale per questo capitolo, riserva diverse sorprese, con onde dinamiche davvero credibili ed effetti notevoli dedicati al maltempo. Purtroppo non ci è stato possibile fare un confronto diretto con versioni per la generazione attuale di console, per la quale è comunque lecito aspettarsi una resa simile a quella riscontrata con l'ultimo capitolo della saga. Complessivamente, la nostra prova diretta di Black Flag ha confermato diverse impressioni già ricavate da precedenti incontri. Sebbene l'impianto relativo alle missioni legate alla storia sia rimasto quello classico della serie (perlomeno dal secondo capitolo in poi), e vi si ritrovino molte delle soluzioni già incontrate in passato, questo quarto episodio vive soprattutto di un'apertura alle attività secondarie, nell'insieme molto più interessanti degli incarichi legati alla trama. La libera esplorazione supportata dalla navigazione, la scoperta dei molti segreti nascosti tra gli atolli e fondali marini, e l'approfondito sistema di upgrade, senza contare la riuscita atmosfera piratesca, sembrano buoni elementi per fare di questa nuova uscita un tassello a suo modo originale della saga. Al verdetto finale non manca molto, rimanete con noi per l'ormai prossima recensione.

CERTEZZE

  • Le battaglie navali risultano ulteriormente migliorate rispetto a quelle del predecessore
  • Molte attività secondarie a giustificare la libera esplorazione

DUBBI

  • In missione, i deja vu dai predecessori sono sin troppo forti
  • Diverse mancanze nell'ottimizzazione dell'intelligenza artificiale