Da poco disponibile in Early Access su Steam, Crypt of the NecroDancer è uno di quegli stravaganti esperimenti che soltanto un piccolo e folle sviluppatore indipendente può tirare fuori dal cilindro. Il gioco di debutto del canadese Ryan Clark e del suo team Brace Yourself Games è sostanzialmente un roguelike con tutto quello che ci si aspetterebbe dal genere, tra permadeath, rigidi spostamenti in caselle, dungeon procedurali, fiumi di nemici e attraenti forzieri che custodiscono equipaggiamenti e power-up. Tutto regolare, tutto già visto, niente di nuovo, se non fosse che il ritmo del gioco viene rigorosamente scandito dai battiti della musica di sottofondo. Il risultato è un delizioso frullatone di roguelike e rhythm game, in cui tutto, dalle azioni del giocatore agli spostamenti dei nemici, va a tempo di musica. E che musica!
Crypt of the NecroDancer è un originale ed esilarante mix tra roguelike e rhythm game
Musica, dungeon master!
Saltellando a ritmo di musica ci addentriamo tra i corridoi di un buio labirinto, facendo attenzione a cosa si nasconde dietro ogni porta e strizzando gli occhi in cerca delle scale che portano al piano inferiore, preparandoci mentalmente ad affrontare il boss del dungeon. In una delle stanze c'era un mercante che aveva oggetti troppo costosi, ma in compenso cantava con una voce da tenore. Un fenomeno. Superiamo un paio di scheletri ballerini, facciamo a fette un pipistrello che gira in tondo e alla fine ci ritroviamo in una sala piena di zombi, tutti in fila indiana impegnati a ballare una Conga, mentre il pavimento si illumina come in discoteca.
Ci uniamo alla festa. Una partita a Crypt of the NecroDancer è bene o male così, tra colori pulsanti, musiche e piccole coreografie che si mescolano alla perfezione al tipico immaginario dark-fantasy dei classici dungeon crawler. Dopo una breve calibrazione dell'audio, si passano le prime partite a fare amicizia con armi, oggetti e nemici, ma senza rendersene conto il giocatore sta già battendo il piede a terra per tenere il tempo mentre fischietta la musica chiptune del livello. Merito anche dei controlli estremamente banali, visto che, come molti roguelike vecchia scuola, NecroDancer si limita a fare uso delle sole frecce direzionali per spostarsi o interagire con nemici e oggetti all'interno del dungeon. Quello che però lo differenzia pesantemente da classici come Rogue e NetHack è il fatto di non essere basato a turni: in questo caso i nemici non si spostano ogni volta che il giocatore compie un'azione, bensì seguono i battiti della musica di sottofondo. La prima e più ovvia conseguenza è che il giocatore non può prendersi il lusso di stare fermo e riflettere con calma, ma deve costantemente tenere d'occhio (e d'orecchio) i fastidiosi mostri che intanto si muovono nell'ambiente. Man mano che ci si cala nel dungeon, poi, il gioco propone brani con un ritmo musicale via via più veloce, in modo tale che il giocatore ha sempre meno tempo per pensare alla mossa successiva. Il fatto che l'intera esperienza sia legata alla colonna sonora come un musicista al suo metronomo crea un senso di urgenza del tutto nuovo per il genere. Andare a tempo vuol dire ottenere denaro bonus, cosa che spinge ancora di più a non restare mai fermi e muoversi ad ogni battito. Certo, proseguendo nel gioco anche i nemici diventano più resistenti o sono più forti, ma in realtà è proprio la musica di sottofondo che aumenta o diminuisce il livello di difficoltà.
Poco rogue e molto like
Sempre riguardo al comportamento dei mostri, l'altra grande differenza coi roguelike tradizionali sta nel fatto che ogni avversario segue un pattern ben preciso: c'è un pipistrello che gira in tondo, un demone che fa avanti e indietro, uno scheletro che attacca a ogni due battiti o un fantasma che si sposta solo quando il giocatore è di spalle (esattamente come il Boo di Super Mario).
La sfida sta quindi nel memorizzare il tipo di attacco di ogni nemico, aggirarlo e affrontarlo di conseguenza, ma nei livelli avanzati le cose potrebbero farsi più difficili, con creature speciali in grado di attaccare a ogni battito o di interrompersi brevemente per rendere più difficile al giocatore prevedere le loro mosse. Il risultato è una specie di improbabile ballo tra l'eroe e i mostri del dungeon, ma forse è proprio questa rigidità nel comportamento degli avversari che farà storcere il naso ai puristi, a chi insomma cerca in un roguelike un certo tipo di imprevedibilità e di profondità strategica. È evidente che NecroDancer non vuole offrire un'esperienza hardcore, e la dimostrazione la si ottiene selezionando il Bardo, personaggio extra che permette di giocare a turni in maniera più simile a Rogue. In questo caso, senza più l'ansia data dal ritmo della musica, il gioco si rivela fin troppo semplice, addirittura banale. Eppure il fatto che tutti i nemici si muovano in maniera così prevedibile, ripetendo ancora e ancora le stesse azioni, ha un altro grosso vantaggio: quando il giocatore viene sconfitto è sempre a causa di una sua disattenzione, e mai per una mossa "furba" di un avversario. Nonostante sia acquistabile in Early Access, e sebbene manchino ancora alcuni aggiornamenti alla versione definitiva, il gioco di Brace Yourself sembra pressoché completo: ci sono già tre ambientazioni diverse con altrettanti boss, diversi personaggi sbloccabili, due modalità hardcore, una co-op in locale, sfide giornaliere e il supporto ai tappetini per Dance Dance Revolution e Stepmania.
È addirittura possibile giocare utilizzando file MP3 presenti sul proprio computer, ma nel nostro caso non ne abbiamo mai sentito l'esigenza: le musiche chiptune composte da Danny Baranowsky (Canabalt, Super Meat Boy) sono a dir poco eccezionali, con sfumature di blues, jazz e metal nei diversi scontri coi boss. Quasi sempre i giochi in Early Access hanno lo stesso problema: sono talmente acerbi che è difficile dire come andrà a finire. Gli sviluppatori riusciranno a mantenere le promesse? Saranno in grado di sfruttare il potenziale del loro progetto e mettere una pezza ai difetti? Ecco, con Crypt of the NecroDancer il problema non si pone. La versione definitiva includerà un'ambientazione in più, una manciata di nuovi personaggi sbloccabili e poco altro, ma già adesso il roguelike ballerino di Brace Yourself è ricco di contenuti, divertente e molto curato. Se siete in cerca di un titolo bello tosto e fortemente ancorato a meccaniche tradizionali, siamo spiacenti: il vostro roguelike è in un altro castello. Chi invece apprezza il genere ma non vede l'ora di provare qualcosa di nuovo si faccia avanti e dia inizio alle danze.
Conclusioni
PRO
- Un'originale variazione nei roguelike
- Musiche chiptune di gran livello
- Gameplay accessibile e divertente
CONTRO
- Forse troppo semplice per gli esperti del genere