Inaugurata su Amiga nel lontano 1993, la saga strategico-gestionale di The Settlers, sviluppata dai tedeschi di Blue Byte Software, comprende una decina di titoli - generalmente validi - distribuiti lungo l'arco di un ventennio, sebbene soprattutto l'ultima iterazione, nelle vesti di browser game free to play, abbia decisamente lasciato l'amaro in bocca a buona parte degli appassionati. La recente Gamescom di Colonia ha rappresentato per il colosso Ubisoft - che ha accolto sotto le sue ali protettive il team di sviluppo - l'occasione per annunciare e mostrare al pubblico il nuovo capitolo "classico" della longeva serie, chiamato The Settlers: Kingdoms of Anteria e promosso come il più innovativo e coraggioso mai realizzato. Il titolo, infatti, è caratterizzato da una natura ambivalente che coniuga la tradizionale componente economico-gestionale da "city builder"- in un universo online persistente - con un gioco di ruolo d'azione, impreziosito da elementi da classico RTS. La presentazione in terra teutonica, scelta non a caso dal publisher francese conoscendo la grande passione dei tedeschi per la saga di Blue Byte, ci convinse per la ricchezza e la profondità della componente classica, mentre la nuova introduzione, soprattutto dal punto di vista tecnico e del puro carisma, lasciava adito a più di qualche perplessità. Grazie alla recente closed beta dedicata ad una versione preliminare (e limitata) del codice, ancora da ottimizzare e bilanciare, abbiamo fatto un primo viaggio nei Regni di Anteria, e queste sono le nostre impressioni.
Abbiamo fatto un primo viaggio nei Regni di Anteria, e queste sono le nostre impressioni
Per il castello, giri a sinistra
Se si pensa a The Settlers, la prima cosa che viene in mente è un'ambientazione agreste ispirata al Medioevo, dove laboriosi coloni, alla conquista di una terra sconosciuta, si adoperano per tessere le basi sociali ed economiche di un futuro, prospero regno. Il nuovo capitolo della saga, la cui uscita è prevista entro la fine dell'anno, nonostante la duplice anima non fa eccezione, e all'avvio del gioco - dopo il trailer in computer grafica che omaggia la componente più avventurosa - l'appassionato si troverà immediatamente proiettato in un'ambientazione familiare. Ingaggiato come "apprendista" dal factotum del re, il giocatore ha il non semplice compito di colonizzare e rendere fruttuose le terre che si stagliano attorno all'immancabile castello, eretto su un'altura. Ricevuto il permesso di gestire il primo settore della mappa, circondato da una linea bianca irregolare che ne determina i confini, è possibile seguire le prime quest che inaugurano un lunghissimo, profondo e accurato tutorial, che spiega passo passo le innumerevoli dinamiche di gioco. Ciascuna opzione è facilmente accessibile dall'interfaccia grafica, caratterizzata da un menù - posto in basso - dedicato agli strumenti fondamentali (costruzione delle strade, distruzione, spostamento e analisi) e da altri due, più avanzati, che occupano la porzione superiore della schermata di gioco. La gestione della mappa è del tutto assimilabile a quella di produzioni analoghe, permettendo al giocatore di spostarsi liberamente sui vari settori e zoomare o ruotare la visuale.
La prima sfida per avviare un regno efficiente è naturalmente disporre di forza lavoro, e la costruzione di un paio di residenze private dal menù "Buildings" inizierà a popolare l'area prescelta con le prime famiglie di coloni. La porzione di mappa assegnata dal tutorial non è scelta a caso, ma permette di interfacciarsi subito con la materia prima per eccellenza, ovvero il legno. Piazzato l'immancabile deposito nei pressi di alcuni alberi abbattuti, può essere avviata la produzione di questa fondamentale risorsa, dopo aver legato (letteralmente) con un intuitivo indicatore visivo la falegnameria al bosco. Abbiamo così creato la nostra prima catena di produzione, la colonna portante dell'intero sistema economico di The Settlers: Kingdoms of Anteria. Le catene fra i vari edifici produttivi, infatti, permettono di elaborare le materie prime in risorse derivate sempre più importanti, come materiali da costruzione, armi, cibo, pozioni e via discorrendo, laddove per ottenere buoni risultati è necessario tenere sotto controllo diversi parametri. Innanzitutto, i suddetti edifici debbono essere connessi fra loro - e al castello - da strade efficienti: per ottenere una cosiddetta "catena d'oro", che ad esempio metta in comunicazione una miniera, un fabbro e la produzione di carbone, vanno infatti tenuti in considerazione il tempo di trasporto (dalla raccolta della materia sino alla consegna), il tempo di lavoro impiegato per la creazione del prodotto e i colli di bottiglia, che emergono quando qualcosa non funziona nella filiera. Ottenere catene sempre più efficienti fa salire di livello le proprie strutture (sino ad un massimo di 6 nella versione definitiva del gioco), catalizzando di conseguenza il successo economico dell'impero. La possibilità di scambiare merci con i regni degli altri giocatori, nell'universo online persistente, permetterà altresì di ricavare risorse aggiuntive, delle quali, magari, la nostra terra è povera. Completando le varie Quest proposte si acquisisce la cosiddetta Notorietà (Renown), che a sua volta permette di avanzare nello Skill Tree sbloccando nuovi edifici e nuove Avventure legate alla componente action del gioco, sino alla conclusione di ciascun capitolo. Una buona economia, inoltre, fa ottenere i permessi del re per espandere la colonizzazione ad altri settori della mappa, rendendola così più attraente per i viaggiatori e soprattutto per i mercanti. Nel nostro test, ad esempio, siamo stati contattati da un produttore di caffè, che, una volta stabilitosi nel nostro regno, ci ha permesso di creare la celeberrima bevanda nera, in grado di incentivare i tempi di produzione nelle varie catene. Oltre all'urbanistica civile, come da tradizione, in The Settlers è possibile sviluppare anche quella bellica attraverso la costruzione di varie tipologie di caserme, tuttavia, a differenza del settimo capitolo, la componente PvP è stata rimossa, e armamenti e soldati confluiscono come elementi di supporto nelle già citate "Avventure", dove tutto ruota attorno all'utilizzo dei Campioni e alla possibilità di inviarli nella mappa a caccia di nuovi tesori, materiali e alleati. La componente gestionale del gioco, al momento afflitta da alcuni bug e problemi di stabilità, sarà legata anche a un sistema di microtransazioni relativo alle gemme - la valuta del gioco - che potranno essere spese per acquistare decorazioni, bonus per velocizzare i tempi di produzione e simili. Si tratta di un sistema tuttora in fase di analisi e bilanciamento, ma che non dovrebbe minare la fruibilità del prodotto per chi decidesse di non investire.
Nelle terre selvagge
L'altra faccia della medaglia di The Settlers: Kingdoms of Anteria è rappresentata dalla componente action che strizza l'occhiolino per meccaniche e gameplay a GDR e RTS, ove il giocatore può accumulare Notorietà, ricchezze ed esperienza che confluiscono direttamente nella parte gestionale. Come specificato, tutto ruota attorno ai propri Campioni, che, equipaggiati di tutto punto con gli oggetti raccolti o craftati, possono essere inviati in missione con diversi obiettivi da raggiungere. Essi sono suddivisi secondo le classi tipiche del genere - da sbloccare progredendo nel gioco - e sono dotati di abilità a ricarica e attacchi speciali, inoltre possono evocare soldati alleati (fabbricati nell'apposito menù) o utilizzare oggetti preventivamente caricati nella carovana, da organizzare prima di ciascuna avventura.
Ogni Campione, naturalmente, può crescere in esperienza e possiede una schermata dedicata dove gestire equipaggiamento e albero delle abilità. Questa modalità, che si affronta in mappe chiuse appositamente studiate, è giocabile in cooperativa con tre amici, che fortunatamente non debbono preoccuparsi di eventuali problemi di bottino (a ciascuno il suo, come in Destiny). Nonostante le buone premesse, l'approccio di Blue Byte appare piuttosto derivativo e manca dell'incisività che si avverte in titoli come The Incredible Adventures of Van Helsing o Diablo, sia nel feedback degli scontri che nell'approccio agli stessi. I comandi impartibili col mouse sono quelli classici e si impara piuttosto velocemente a falciare i nemici più comuni (banditi, lupi, orsi, ragni e bestiario vario), sebbene non manchino boss più potenti con i quali è necessario approntare la giusta strategia. Purtroppo la debole fisicità degli scontri, qualche bug ascrivibile alla versione beta e lo scarso carisma dello spettacolo offerto, mina in parte la bontà di questa inedita componente action, che ci auguriamo venga raffinata nel codice definitivo. Se la varietà e la profondità delle quest saranno garantite, tuttavia, potrebbe trattarsi di una discreta aggiunta in grado di spezzare il ritmo lento e ragionato della componente gestionale, sebbene aleggi il rischio di scontentare gli appassionati della vecchia scuola.
Uno scenario da fiaba
Dal punto di vista squisitamente stilistico, l'opera Blue Byte Software ricorda da vicino titoli come Fable e World of Warcraft, soprattutto nella palette cromatica, nell'architettura degli edifici e nell'aspetto caricaturale dei vari personaggi, le cui linee si rifanno ai classici del genere fantasy di stampo medievaleggiante. La generosa mappa della modalità gestionale si presenta ricchissima di elementi naturali e urbanistici, vari, curati nel design e molto spesso animati, sebbene sia piuttosto pesante da gestire anche con un sistema di fascia alta, in particolar modo impostando a livello Ultra in 1080p ombre e filtro antialiasing.
Un certo grado di scalabilità, tuttavia, sembra essere garantito. Per evitare i fastidiosi balzelli da 60 a 30 frame al secondo, trattandosi di un eseguibile a 32 bit, abbiamo forzato v-sync e triple buffering col software D3DOverrider. L'auspicabile maggiore ottimizzazione del motore di gioco, nella versione definitiva, andrà comunque sostenuta da un sistema prestante, considerando la vastità raggiungibile dal regno dopo settimane di gioco e il naturale ampliamento urbanistico che ne deriva. Le problematiche più importanti, a livello tecnico, si riscontrano nelle animazioni dei combattimenti della fase action, caratterizzata fra l'altro da alcune compenetrazioni poligonali e bug non proprio infrequenti. Buono il comparto audio, impreziosito da effetti sonori ben campionati e dall'ottima tridimensionalità, mentre la colonna sonora melodica risulta davvero azzeccata e gradevole.
CERTEZZE
- La componente gestionale è profonda e appagante
- Menù chiari e intuitivi
- Curato sotto il profilo tecnico/artistico
- Cooperativa nella modalità Avventure..
DUBBI
- ...che tuttavia potrebbe indispettire i fan della serie
- Fase action poco ispirata e derivativa
- Effetti delle microtransazioni
- Alcuni bug e crash da rettificare