Nel 1992 il genere dei survival horror di fatto non esisteva, e fu un team di talentuosi sviluppatori francesi, l'allora Infogrames, a crearlo. L'idea era quella di unire elementi action e adventure utilizzando come collante l'horror, nello specifico quello più raffinato dei romanzi di H.P. Lovecraft. All'arretratezza della grafica poligonale dei tempi furono affiancati un sistema di inquadrature statiche, spesso dal sapore claustrofobico, e scenari bidimensionali in grado di garantire un certo livello di dettaglio.
Caratterizzato da una regia puntuale e da una grande atmosfera, Alone in the Dark ci metteva nei panni del detective Edward Carnby o della giovane Emily Hartwood, impegnati a indagare sui misteri della magione di Derceto. Alcuni anni dopo, come sappiamo, Capcom ha utilizzato la stessa identica formula per dar vita a uno dei suoi franchise più celebri. La differenza fra il lavoro svolto dalla casa giapponese e quello di Infogrames, a conti fatti, sta nella lungimiranza del progetto e nella sua adeguata promozione. Alone in the Dark non ha infatti saputo rinnovarsi nel corso degli anni, tentando varie volte la strada del reboot e ottenendo finanche discreti risultati nel 2008, tuttavia insufficienti a garantire al franchise una rinnovata popolarità. Nell'ottica di un'operazione revival che include anche una reinterpretazione del classico Haunted House (realizzata dagli italiani Dreampainters, già autori di Anna), Atari ha quindi deciso di fare un ulteriore tentativo, abbandonando le meccaniche tradizionali dei survival horror in favore di un'esperienza cooperativa sulla carta simile a quella di Left 4 Dead. Ecco a voi Alone in the Dark: Illumination.
Alone in the Dark: Illumination si pone come uno spin-off della serie classica, ma con tante incognite
Fra luci e ombre
Teoricamente in uscita proprio questo mese su PC (anche se su Steam l'indicazione è ancora un vago "autunno"), in formato tradizionale e dunque non viziato dai limiti del free-to-play, Alone in the Dark: Illumination si pone a tutti gli effetti come uno spin-off della serie principale. Il team di sviluppo del gioco, Pure, ha pensato infatti di spingere sull'azione, nella fattispecie quella in stile third person shooter, e inserire una cooperativa a quattro molto simile a quanto già visto in Left 4 Dead.
I richiami alle atmosfere lovecraftiane rimangono dunque soltanto in un abbozzo di trama: l'oscurità è scesa sulla città di Lorwich e orde di creature infernali ne hanno invaso le strade, finché quattro eroi non decidono, armi alla mano, di risolvere il problema. Ogni personaggio appartiene a una classe differente e possiede dunque abilità peculiari: il Cacciatore, equipaggiato con un fucile d'assalto, dovrebbe essere la scelta di partenza e riprende le fattezze dell'ultimo Edward Carnby, di cui è un discendente, mentre la Strega, l'Ingegnere (in questo caso donna) e il Prete forniscono la varietà tipicamente richiesta da questo genere di prodotti. La prima, pronipote di Emily Hartwood, è infatti capace di attaccare i propri nemici usando potenti lampi, la seconda dispone di una strumentazione particolare, che include un fucile e sofisticate trappole, e il terzo è in grado di invocare la luce divina e di curare se stesso e i suoi compagni. Un sistema di crescita consentirà a ogni classe di ottenere man mano nuove abilità e potenziare le proprie caratteristiche, così da poter affrontare orde di mostri che diventeranno via via più numerosi e agguerriti. Quattro approcci al gameplay differenti insomma, che si svilupperanno in altrettante campagne all'interno di Lorwich e in cui non mancherà qualche puzzle ambientale da risolvere per poter proseguire. Elementi di un certo interesse, che vanno a intrecciarsi con il concetto di illuminazione e le sue conseguenze sui nemici, abituati a muoversi nell'oscurità e dunque vulnerabili alla luce. In che modo sarà possibile sfruttare tutto ciò a nostro vantaggio? Qualcuno ha nominato Alan Wake?
Illuminati
Benché si sia parlato di quattro campagne in single player e di altrettante classi di personaggi, una delle feature più importanti di Alone in the Dark: Illumination è rappresentata dalla modalità multiplayer cooperativa per quattro giocatori, in cui ogni partecipante controllerà un eroe e dovrà collaborare con gli altri per portare a casa la pelle e raggiungere di livello in livello la "safe zone", chiaramente dopo aver abbattuto un boss le cui fattezze si rifanno ai romanzi di Lovecraft.
Gli elementi a cui abbiamo accennato poc'anzi, come i puzzle ambientali e l'uso della luce per indebolire i nemici, verranno coadiuvati da un sistema di scenari dinamico e discretamente interattivo, in cui dovremo abituarci a fendere l'oscurità usando una torcia, ben consapevoli che ci potrebbe essere una mostruosa creatura dietro l'angolo pronta ad attaccarci. La mappa visibile nelle prime immagini e nel trailer del gameplay, una sorta di fabbrica deserta con tanto di reti, container ed edifici principali, ben si presta a questa interpretazione, rivelando man mano i suoi pericoli e catapultandoci in svariate situazioni esplosive. Tutto ciò verrà reso sullo schermo in modo efficace dall'Unreal Engine 4, un motore grafico di ultima generazione, che speriamo possa contribuire in modo sostanziale a rendere l'esperienza di Alone in the Dark: Illumination coinvolgente e di grande impatto. Certo, un prodotto come questo richiede senza dubbio un minimo di ispirazione artistica e al momento sembra che proprio questo tassello manchi al puzzle che Atari e Pure stanno cercando di comporre. Potremo verificare la fondatezza dei nostri dubbi non appena il gioco verrà rilasciato.
CERTEZZE
- Il fascino della serie rimane immutato
- Grande potenziale nella cooperativa a quattro
- L'Unreal Engine 4 garantirà potenza ed effettistica di livello...
DUBBI
- ...ma artisticamente il gioco sarà all'altezza?
- Bilanciamento e spessore tutti da verificare
- Come la prenderanno i fan della serie classica?