Sono passati cento anni dalla prima grande guerra, un conflitto su larga scala che ha visto lo sviluppo di sorprendenti innovazioni tecnologiche capaci di cambiare radicalmente il modo di combattere. Intere divisioni sono state spazzate via in pochi attimi mentre comandanti incapaci di capire i mutamenti si avvicendavano alla testa di eserciti destinati al massacro. Anche in caso di vittoria le perdite erano incommensurabili come nel caso di Verdun che spicca tra le battaglie più cruente della storia.
All'alba del conflitto l'idea dei tedeschi era quella di indurre gran parte delle forze nemiche a occupare lo stesso settore per poterlo bombardare in modo massiccio e ottenere una rapida vittoria. Ma le cose sono andate in modo diverso e questo perché l'introduzione di artiglierie massicce, mitragliatrici leggere, bombe a mano e veicoli d'ogni sorta non diminuì l'efficacia di una delle tecniche di difesa più efficaci: la trincea. Impiegata in modo sempre più costante da quando le gatling di Gettysburg iniziarono a dimostrare che la carica di sfondamento frontale non era più praticabile, la trincea è diventata uno dei simboli del primo conflitto mondiale e ha contribuito a creare stalli come quello di Verdun. Dieci mesi in cui i francesi hanno comunque subito perdite enormi ma hanno frenato i tedeschi, permesso agli inglesi di agire e portato all'intervento degli americani. L'esito, una vittoria francese pagata a caro prezzo, è stato costruito vittima dopo vittima in un dedalo di trincee che ci troviamo ad affrontare lanciando un videogioco che a quella battaglia è interamente dedicato.
Verdun ci trascina nell'inferno chiamato trincea, tra colpi d'artiglieria e vampate di lanciafiamme
Le jour de gloire est arrivé
In Open beta dal giugno del 2013, Verdun è uno sparatutto multigiocatore a squadre che ci trascina nel mezzo dell'omonima battaglia della Prima Guerra Mondiale. All'epoca il fronte degli scontri di grandi dimensioni era costituito da chilometri e chilometri di trincea dentro alle quali i soldati erano protetti dai colpi diretti ma erano costantemente esposti al rischio di affogare nel fango, di contrarre malattie letali e di finire come topi in trappola quando il nemico riusciva a centrare bersaglio con gli esplosivi. Ebbene, le cose a Verdun furono ancora peggiori. Per avanzare i tedeschi impiegarono per la prima volta i lanciafiamme rendendo i cunicoli scavati nella terra trappole infernali e ci fu un impiego massiccio di gas venefici che vennero utilizzati a più riprese nel tentativo di sfondare le linee nemiche. Quelli di cui parliamo furono veri e propri atti criminali, anche in tempo di guerra, che oggi diventano, e lo diciamo senza velleità moralistiche, preziosi elementi per il gameplay di un videogioco. Queste possibilità vanno infatti ad arricchire l'ossatura di Verdun che nella modalità principale divide i giocatori in squadre da quattro soldati e li lancia in un'unico campo di battaglia, diviso in settori da 32 giocatori, che si snoda per chilometri e chilometri di trincea.
Lo scopo dei giocatori è quello di resistere alle offensive e di sferrare controffensive eliminando quanti più nemici possibile. Ogni drappello è dotato di abilità differenziate a seconda della divisione di cui fa parte e ogni soldato ha uno specifico ruolo che va dal comandante, che può chiamare attacchi di artiglieria e altri tipi di supporto, fino al granatiere. Ma non tutte le abilità sono subito accessibili ed è qui che interviene il sistema di progressione che consente anche di accedere ad armamenti più avanzati. Il nostro soldato, comunque, può essere letale da subito. Il danno dei proiettili è infatti elevato e il dedalo di trincee consente di aggirare gli avversari che a loro volta possono sorprenderci in un gran numero di modi diversi. D'altronde la guerra di trincea è un concentrato di caos, le divise realistiche si confondono le une con le altre e i rovesciamenti di fronte richiedono una rapida riorganizzazione delle tattiche. Per questo sarebbe molto utile avere una chat vocale integrata che invece manca del tutto. Molti giocatori la richiedono a gran voce e in futuro potrebbe essere implementata visto che parliamo di un titolo in via di sviluppo. Ma c'è anche chi non ritiene necessario udire la voce degli altri giocatori e afferma di potersela cavare tranquillamente con il sistema di indicatori visivi e messaggi preimpostati che pur non consentendo una coordinazione certosina ci permette di avvertire chi ci circonda di iniziative personali e minacce incombenti. Inoltre il nome dei nostri compagni è di un bel verde brillante che ci consente di ritrovare facilmente la nostra squadra a patto, sia chiaro, di sopravvivere a sufficienza. Verdun è infatti caratterizzato da una mortalità elevatissima che durante le prime ore di gioco potrebbe risultare frustrante. Le armi, pur prive di mirini aggiustabili o balistici, sparano a grande distanza e con grande precisione.
Dunque, con un fronte estremamente ampio e pieno zeppo di nascondigli, è facile essere colpiti senza capire da dove sia arrivato il colpo. Ma quello che potrebbe infastidire maggiormente i giocatori abituati agli sparatutto moderni è l'HUD scarno anche se, come ci hanno fatto notare, la barra della stamina è stata infine aggiunta. In ogni caso queste caratteristiche sono quelle che conferiscono a Verdun un sapore tutto particolare. Le difficoltà di orientamento, il panico, la quasi totale inutilità del corpo a corpo e la relativa simulazione garantiscono un coinvolgimento che sfugge al classico sparatutto multigiocatore. E l'elevato coinvolgimento passa anche per una veste grafica che pur non essendo eccezionale dal punto di vista tecnico è ben studiata. I colori, il panorama e le divise dei veri reparti che hanno combattuto quella terribile battaglia ci trascinano indietro nel tempo e l'aggiunta della musica d'epoca nel menù è un vero colpo di grazia per gli appassionati della Prima Guerra Mondiale che potrebbero trovare in Verdun il loro Red Orchestra. Questo, però, solo a patto di digerire il ping che dall'Italia risulta decisamente elevato e di sopportare il gran numero di glitch che ancora flagellano un gioco esclusivamente multiplayer il cui prezzo supera la soglia psicologica dei 20 euro. Dobbiamo ovviamente considerare che un'infrastruttura server ha costi di mantenimento non trascurabili e che M2H e Blackmill Games sono due team piccoli probabilmente costretti a trascurare le rifiniture per spendere tutte le energie disponibili sullo sviluppo effettivo del gioco. Ma diciotto mesi di Early Access sono parecchi e abbiamo già visto titoli perdere la retta via a causa di tempi di sviluppo eccessivamente lunghi. Per ora, comunque, le patch arrivano copiose e Verdun ha tutti i numeri necessari per poter dire di importante in un panorama, quello della Prima Guerra Mondiale, che vanta pochissimi titoli meritevoli.
Conclusioni
PRO
- Un'ambientazione peculiare e ben realizzata
- Modalità di gioco principale è avvincente
CONTRO
- I glitch abbondano
- I server lontani constringono a subire latenze eccessive