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Capolavoro miniaturizzato

Uno dei più grandi RPG degli ultimi anni diventa il primo gioco esclusivo per New Nintendo 3DS

PROVATO di Christian Colli   —   05/03/2015
Xenoblade Chronicles 3D
Xenoblade Chronicles 3D
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La decisione, da parte di Nintendo, di inaugurare la sua nuova linea di cartucce esclusive per New Nintendo 3DS con un titolo sviluppato da un'altra compagnia, per giunta appartenente a un genere a dir poco di nicchia, avrebbe sorpreso qualcuno... se quel titolo non fosse stato Xenoblade Chronicles.

Capolavoro miniaturizzato

Uscito nell'estate del 2010 in Giappone, ci mise circa un anno ad arrivare anche da noi, mentre in America scoppiava il caso "Operation: Rainfall", una petizione con cui i fan del genere RPG supplicavano Nintendo di importare il gioco - insieme a Pandora's Tower e The Last Story - anche nel loro paese. Alla fine il cerchio si chiuse nel 2012, ma a quel punto Xenoblade Chronicles era diventato famosissimo, ambitissimo e anche particolarmente difficile da trovare sugli scaffali. Le ragioni del suo successo sono diverse, e non tutte hanno a che fare con la qualità intrinseca del gioco, a dir poco eccelsa. Xenoblade Chronicles, in effetti, ha avuto soprattutto il merito di svecchiare un genere che fino a pochi anni fa molti davano per morto, dimostrando come i jRPG possano reinventarsi senza tradire la loro peculiare natura. E poi, il titolo sviluppato da Monolith Soft, sotto la guida di Tetsuya Takahashi, già responsabile dei famosissimi Xenogears e XenoSaga, aveva lasciato a bocca aperta anche i più accaniti detrattori della console Nintendo, mostrandone i veri muscoli grazie a una direzione artistica e a un'esecuzione assolutamente eccezionali. Detto ciò, insomma, è facile capire la strana decisione di Nintendo riguardo al primo software incompatibile con i vecchi modelli della sua attuale console portatile. La domanda, piuttosto, è un'altra: la conversione è riuscita davvero?

Abbiamo giocato qualche ora alla conversione per New Nintendo 3DS di Xenoblade Chronicles

Xeno, Xeno everywhere

Prima di condividere le nostre prime impressioni, è giusto ricapitolare la situazione per coloro i quali non conoscono Xenoblade Chronicles - e vi garantiamo che sono parecchi - o si sono persi la nostra vecchia recensione della versione per Wii. Originariamente intitolato Monado: Beginning of the World, il gioco di Monolith Soft è stato ribattezzato nelle ultime fasi dello sviluppo, quando il team ha deciso di citare i titoli che l'hanno reso famoso e che hanno consacrato il talento di Tetsuya Takahashi, e cioè i suddetti Xenogears e XenoSaga.

Capolavoro miniaturizzato

Benché quelli fossero collegati spiritualmente, per così dire, Xenoblade non condivide nulla con loro, eccetto alcune tematiche e la drammatica complessità della sceneggiatura: la storia di Xenoblade Chronicles lascia col fiato sospeso dall'inizio alla fine, non lesinando sui colpi di scena devastanti che si susseguono già nei primi minuti dell'avventura. Essa ha per protagonista Shulk, un giovane abitante della Colonia 9, il quale decide di affrontare un lungo viaggio in cerca di vendetta insieme al suo amico Reyn. Il mondo di Xenoblade è stranissimo: è in realtà il corpo di un gigantesco dio perito in un duello ancestrale col suo acerrimo rivale, nel bel mezzo di un immenso oceano. Sul cadavere del primo è fiorita la vita, umana e non, mentre il secondo ha dato origine a un vero e proprio esercito di misteriosi esseri meccanici chiamati Mechon. L'unica arma in grado di scalfire i Mechon è la leggendaria spada Monado, che Shulk finirà con l'impugnare scoprendo, suo malgrado, che i suoi poteri precognitivi non sono infallibili. Sull'antitesi tra il volere e il potere e sul significato del destino gioca una storia lunga e complessa, ricca di personaggi indimenticabili e sfaccettati. La Monado stessa diventa ben presto qualcosa di più che un semplice "MacGuffin", considerato il suo ruolo cruciale tanto nella trama quanto nel gameplay: i suoi poteri servono a respingere o annullare del tutto le capacità di alcuni mostri contro cui combatteranno Shulk e soci. Le battaglie in Xenoblade Chronicles si svolgono in tempo reale e assomigliano a quelle dei MMORPG vecchia scuola, coi personaggi che possono muoversi intorno al nemico agganciato e utilizzare le abilità imparate quando non si stanno ricaricando. Ogni personaggio possiede delle abilità specifiche che dipendono anche e soprattutto dalla specializzazione selezionata nel menu apposito: Reyn, ad esempio, può infliggere danni ma anche mitigarli, interpretando il canonico ruolo del "tank" mentre i suoi compagni lo curano e colpiscono il bersaglio. Tra nemici ordinari, boss e mostri rari - comunque sempre visibilissimi e aggirabili - i combattimenti richiedono un buon mix di azione e strategia, e fanno particolarmente leva sulle sinergie dei personaggi, tant'è che i loro rapporti migliorano lottando insieme e sbloccano via via più opzioni e abilità.

Magnificenza a doppio schermo

Nel processo di miniaturizzazione, il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles non ha perso il suo smalto, ma abbiamo impiegato qualche tempo per adattarci ai nuovi controlli: se per giocare alla versione Wii era caldamente consigliato un controller tradizionale - tant'è che era anche venduto in bundle col gioco - è chiaro che la soluzione ideata da Monster Games, lo sviluppatore della conversione, difficilmente accontenterà i vecchi fan. Il giocatore controlla il suo personaggio con lo stick analogico, mentre l'intelligenza artificiale si occupa degli altri due membri del party, mentre le abilità si scorrono utilizzando la croce direzionale, il che significa che all'inizio si fa un po' di fatica a gestire gli scontri più caotici.

Capolavoro miniaturizzato

Per fortuna, l'interfaccia è stata spostata allo schermo inferiore, dove è possibile tenere d'occhio gli indicatori vitali dei personaggi, accanto ai loro ritratti, e la minimappa che ci mostra la nostra posizione nella zona: in questo modo lo schermo superiore, sgombrato, può mostrare in tutto il suo splendore i personaggi e lo scenario che stiamo esplorando. C'è da dire che la conversione ha confermato i nostri timori circa l'abbassamento della risoluzione: da un punto di vista strettamente tecnico Xenoblade Chronicles non è mai stato un titolo perfetto, e i suoi problemi in termini di risoluzione, texture e animazioni si dimenticavano solo a fronte della vastità e dell'incredibile complessità delle varie ambientazioni. Come dicevamo, la vicenda si svolge sui corpi dei due giganteschi dèi, ma l'idea di attraversare le sconfinate pianure di Gaur, tra laghi, fiumi e cascate, mentre il ciclo giorno/notte cambia l'aspetto del circondario e persino la fauna, appare decisamente incredibile se si pensa che ci troviamo effettivamente sul ginocchio di una delle due divinità. La versione per New Nintendo 3DS non ha perso la sua grandiosità, anche se i colori appaiono un po' più spenti e il risultato in generale un po' più "pasticciato"; anche i caricamenti che intercorrono durante gli spostamenti da un'area all'altra sono lunghetti, ma per fortuna si verificano di rado a meno che non si stia viaggiando velocemente da un punto all'altro, magari per completare qualche missione secondaria. Purtroppo quest'ultime condividono con la versione originale del gioco gli stessi problemi in termini di chiarezza circa i requisiti da soddisfare per completarle. Fortunatamente, è ancora possibile salvare in qualsiasi momento, consentendo quindi una fruizione del gioco perfettamente in linea con la sua portabilità. Chiudiamo questa nostra prima disamina con un paio di interessanti differenze tra la versione New Nintendo 3DS e quella Wii del gioco. La prima potrebbe non piacervi: la conversione, infatti, ha perso la traccia sonora giapponese, e questo significa che i puristi dovranno fare il callo all'altalenante doppiaggio in lingua inglese. Il testi, però, sono ancora in un ottimo italiano. La seconda differenza riguarda l'introduzione di una sorta di minigioco che permette di collezionare i modelli tridimensionali e gli splendidi brani della colonna sonora composta da Yoko Shimomura, Manami Kiyota e Yasunori Mitsuda per poi rivederli o riascoltarli in qualsiasi momento, anche a console in standby. Il problema è che i vari unlock si affidano al caso e alla spesa di gettoni acquisibili quotidianamente solo scansionando l'amiibo di Shulk, intercettando altri giocatori in StreetPass e scambiando le monete di gioco: l'idea è carina ma ha dei limiti evidenti.

CERTEZZE

  • La storia non ha perso un briciolo del suo fascino
  • Nonostante la risoluzione ridotta, il mondo di Xenoblade lascia ancora a bocca aperta
  • Tutto quello che funzionava, funziona ancora alla perfezione...

DUBBI

  • ...ma bisogna abituarsi al nuovo sistema di controllo nei combattimenti
  • La modalità Collezione lascia l'amaro in bocca
  • È davvero il gioco più adatto a inaugurare la libreria esclusiva della console?