Uscito a sorpresa lo scorso 27 aprile sulla piattaforma Valve, spiazzando soprattutto chi si aspettava l'annuncio di DiRT 4, DiRT Rally di Codemasters ha immediatamente catalizzato l'interesse degli appassionati di questa disciplina motoristica, da diversi anni orfani di un esponente videoludico in grado di trasmetterne le emozioni più intime e reali. Accolto da un fiume di pareri positivi, come dimostrano le oltre 1200 recensioni pubblicate dagli utenti sulla pagina Steam e, naturalmente, il provato del nostro buon Matteo Santicchia, il titolo, attualmente in via di sviluppo e proposto sotto la classica forma dell'Accesso Anticipato, si pone a metà strada tra il realismo del bellissimo Richard Burns Rally (su PC) e le migliori interpretazioni rallistiche della software house britannica, ancora vive e pulsanti soprattutto nei primi due capitoli di Colin McRae Rally. Con l'accento puntato sulla simulazione, DiRT Rally è stato concepito per essere goduto soprattutto con un buon volante, benché i lavori in corso, che stando alle dichiarazioni degli sviluppatori dureranno per almeno altri sei o sette mesi, si facciano sentire nella resa di alcune specifiche feature. Lo abbiamo messo alla frusta col nostro fedele Thrustmaster TX Racing Wheel Ferrari 458 Italia Edition, e queste sono le nostre impressioni, condite da qualche suggerimento per impostare al meglio la periferica ed approfondire l'esperienza di guida.
DiRT Rally, il racing game simulativo di Codemasters che non t'aspetti
Destra 3, non tagliare
Il rally, com'è ampiamente noto, non è una disciplina "scientifica" alla stregua della Formula 1, e l'intraprendenza, l'aggressività e lo sprezzo del pericolo sono doti che, in seno alle competizioni, giocano un ruolo molto più importante che nelle gare su circuito. Non è un caso che i distacchi fra i vari piloti, catalizzati anche dagli stress cui sono sottoposte le vetture, nella maggior parte dei casi siano decisamente più ampi dei decimi di secondo che gli ingegneri si affannano a limare in altre tipologie di gare. Il talento, la precisione e la velocità sono indubbiamente caratteristiche imprescindibili, ma non furono certo queste a far entrare nel cuore di milioni di appassionati il compianto Colin McRae.
Il pilota scozzese, infatti, prima di vincere il suo unico Campionato del Mondo nel 1995 a bordo della mitica Subaru Impreza 555, era stato soprannominato "Colin McCrash" per il numero di auto sfasciate a causa del suo proverbiale piede pesante, un coraggio da leone messo tragicamente a tacere in un incidente d'elicottero il 15 settembre 2007 a Lanark. Un rally, quindi, può essere affrontato sia con la testa, come faceva ad esempio Richard Burns, anch'egli scomparso prematuramente per una terribile malattia nel 2004, che col cuore, e nel nuovo titolo sviluppato da Codemasters lo si può approcciare, divertendosi, con entrambe le facce della medaglia, sintomo che è riuscito a cogliere appieno l'essenza della fascinosa disciplina motoristica. Se avete una periferica recente e di qualità, come il Thrustmaster TX della nostra prova, molto probabilmente supporta i 900° di rotazione di default, e la primissima cosa da fare per utilizzarla con efficacia in DiRT Rally è andare nel relativo pannello di controllo e ridurre sensibilmente la capacità di sterzata, ovvero a 270°. Questa rotazione è una delle più diffuse per i volanti da gioco (nelle auto da competizione ci sono range più o meno ampi) e nei titoli di rally si ottengono buonissimi risultati. Per quanto concerne la resa, dobbiamo segnalare che al momento l'effetto Force Feedback presenta qualche problema e non restituisce con piena efficacia tutte le interferenze che dovrebbe; gli sviluppatori ne sono al corrente e stanno lavorando per implementare al meglio questa fondamentale caratteristica, tuttavia, se non volete attendere la patch ufficiale, sul sito di racedepartment si trovano già alcuni tweak che migliorano la situazione. E' sufficiente copiare il relativo codice all'interno del file effectsetup.xml nella cartella di DiRT Rally di Steam.
Tra i vari effetti che si possono impostare e modificare troviamo la forza della vibrazione, l'intensità ed il peso del volante, mentre tra le opzioni avanzate abbiamo la classica zona inerte (settata di default al 5%), la saturazione e la linearità dello sterzo, così come la zona inerte e la linearità per il pedale del freno e dell'acceleratore. Purtroppo in questo stadio dello sviluppo non sono ancora supportati la frizione e il cambio ad H (nel nostro caso specifico lo shifter tradizionale TH8A), utili per immedesimarsi soprattutto con le auto da rally storiche, che ovviamente non avevano i cambi sequenziali elettroattuati delle moderne WRC. Nel complesso, comunque, la risposta ai comandi è estremamente gradevole e appagante, grazie alla realistica distribuzione dei pesi delle vetture, al comportamento di pneumatici, sospensioni e ammortizzatori e alla resa delle varie superfici, che spaziano dalla ghiaia di grana differente nei rally greci alla neve e al ghiaccio di Montecarlo, passando per le stradine fangose dello splendido RAC (Royal Automobile Club Rally) in Galles, quest'ultimo reso celebre in tutto il mondo proprio da Colin McRae, che qui vinse l'ultima gara del Campionato del Mondo 1995, aggiudicandosi il titolo sullo spagnolo Carlos Sainz.
Crinale, stai all'interno
Le differenze fra le quattordici auto attualmente disponibili, suddivise in base agli anni di produzione ('60, '70, '80, 2010) più le celeberrime Gruppo B e Gruppo A, sono sostanziali, soprattutto per ciò che concerne velocità e tenuta, e per trarre il meglio da ciascuna di esse e in ogni condizione meteorologica, è necessario fare molta pratica sulle 36 tappe attualmente disponibili, alcune delle quali piuttosto lunghe e complesse.
Naturalmente, utilizzando un volante la visuale interna (ce n'è più di una) è praticamente d'obbligo, mentre per ottenere il massimo dal modello fisico è necessario abilitare il Launch control manuale, rimuovere l'ABS, il Controllo della stabilità e soprattutto il Controllo dell'aderenza, che impedisce la rotazione delle ruote intervenendo sull'acceleratore quando si perde aderenza. Per ciascuna vettura possono essere finemente regolati l'assetto dei freni, il differenziale, le sospensioni (anteriori e posteriori), gli ammortizzatori e le marce: come scritto nel paragrafo precedente, non c'è una "scienza esatta" per affrontare al meglio un rally, e al di là delle configurazioni relative alla tipologia di terreno, che solitamente presenta un mix di ghiaia, terra e asfalto influenzato dalle condizioni meteo, molto dipende dalle preferenze personali. Certo, indurire eccessivamente le molle può avere effetti negativi sulla stabilità del veicolo, così come possono farlo gli ammortizzatori troppo morbidi (benché siano utili per assorbire gli effetti degli urti), tuttavia l'assetto perfetto per un rally non esiste e va plasmato in base al proprio stile di guida. Testa o cuor di leone, come dicevamo poc'anzi. L'unico consiglio veramente saggio, da questo punto di vista, è non allungare troppo le marce sui percorsi particolarmente tortuosi, dove lo spunto in accelerazione ha un impatto sensibile sul cronometro. Come spiegato dal nostro buon Matteo, nella modalità carriera è possibile sbloccare team di meccanici e ingegneri sempre più efficaci, che gara dopo gara miglioreranno la qualità degli interventi sulle nostre quattro ruote. Si tratta di una componente strategica interessante che approfondisce ulteriormente la natura simulativa del titolo Codemasters, ove anche il sistema di danneggiamento delle auto, pur avendo alcuni dettagli ancora da equilibrare, sottolinea la passione viscerale degli sviluppatori per questo sport.
Basti pensare che Paul Coleman, il game designer in capo di DiRT Rally, ha fatto numerose sessioni da co-pilota in competizioni reali. Ai fini del coinvolgimento è sicuramente utile rimuovere anche il cosiddetto OSD intero, ovvero l' HUD (head-up display) che riporta su schermo le informazioni sul percorso che stiamo affrontando. In questo modo si rende necessario ascoltare attentamente le informazioni che ci passa il navigatore, il cui linguaggio particolare, per i profani, può essere meglio compreso osservando qualche bella camera car su youtube. Per completezza, vi diamo qualche dritta. Le note sono dettate dal pilota al navigatore durante i giri di ricognizione sul tracciato, vengono scritte sul cosiddetto Road Book (o "Radar") fornito dall'organizzazione ed infine lette dal navigatore durante la competizione vera e propria: esse hanno una terminologia specifica che può cambiare da pilota a pilota in base alle proprie preferenze, ma la "sintassi" di base è più o meno sempre la stessa. I numeri da 1 a 6, ad esempio, indicano l'ampiezza della curva che stiamo per affrontare, mentre quelli alti come 80, 100 o 150 si riferiscono ai metri di un rettilineo. Possono essere dati suggerimenti sul punto di corda (come il celebre "non tagliare") e riferimenti a dossi, salti, cancelli, ostacoli specifici e così via, tutta una serie di indicazioni presenti anche in DiRT Rally e che rendono l'esperienza ancor più appagante. Nel complesso, dunque, l'ultima fatica di Codemasters si presenta solida e in grado di restituire le emozioni di un vero rally, pur avendo qualche piccolo neo di gioventù da rettificare ed essendo ancora incompleta dal punto di vista dei contenuti, dato che mancano all'appello auto e percorsi, compresa la celebre cronoscalata Pikes Peak Hill climb visibile nel menù. In attesa di un confronto diretto con gli altri due titoli congeneri previsti per quest'anno, ovvero Sebastien Loeb Rally della milanese Milestone e WRC5 di Bigben Interactive e Kylotonn Games, possiamo già affermare che DiRT Rally ha tutte le carte in regola per entrare nell'olimpo delle migliori produzioni dedicate a questa splendida disciplina motoristica.