Cavalieri medievali, vichinghi e samurai. Combattenti mitici, noti sia agli amanti di storia sia a chi ne ha letto e visto le gesta attraverso i più disparati prodotti d'intrattenimento. Ma cosa succederebbe se si dovessero scontrare tra di loro? A questa domanda intende dare una risposta Ubisoft con For Honor, titolo di combattimenti all'arma bianca a squadre, quattro contro quattro, annunciato proprio nelle ultime ore. Negli anni abbiamo visto parecchi prodotti che hanno deciso di abbandonare le armi da fuoco in favore di qualcosa di più antiquato, è vero, ma allo stesso tempo più viscerale e potenzialmente appagante. I vari Mount and Blade, Chivalry e War of the Vikings, tanto per citarne alcuni, hanno calcato una strada simile. Qui la differenza è che il publisher francese intende far collidere universi molto diversi tra loro e di farlo in un contesto che non pone unicamente sul campo di battaglia gli sfidanti umani, ma punta su una massiccia presenza dell'intelligenza artificiale per creare scontri epici e indimenticabili.
For Honor ci rende protagonisti di un episco scontro tra cavalieri, vichinghi e samurai
Attacco e difesa
For Honor conterrà una campagna per singolo giocatore, per il momento tenuta nascosta da Ubisoft, e una corposa componente multiplayer. A quest'ultima appartiene la demo mostrata durante la conferenza di ieri e anche quella che abbiamo potuto successivamente testare. La modalità Dominion mette a confronto quattro giocatori per ciascuna delle due squadre, chiedendogli di conquistare tre aree utili per guadagnare punti e avvicinarsi alla soglia critica di mille, raggiunta la quale gli avversari perdono la possibilità di rinascere e quindi vanno eliminati condannandoli ad una sconfitta. Semplice solo all'apparenza perché l'ottenimento dello score richiesto dipende anche dal completamento di certi obiettivi, come l'uccisione di un certo numero di soldati controllati dall'intelligenza artificiale, ma soprattutto perché i punti possono essere persi qualora si cedesse il controllo degli obiettivi. L'unica mappa mostrata, ad oggi, si ambientava all'interno e subito fuori il classico castello medievale, ma vista la commistione di diversi eserciti risalenti ad epoche differenti, non è difficile immaginare una certa varietà nel design delle mappe. La realizzazione di ambienti e personaggi è già ora, a parecchi mesi dall'uscita prevista per il 2016, soddisfacente: su schermo si muovono un gran numero di poligoni e ci sono tanti dettagli, spettacolari soprattutto quando legati alle brutali esecuzioni che si possono usare per mettere fine all'esistenza dell'avversario di turno. Piuttosto andrà sistemata la telecamera che, soprattutto quando ci si trova in mezzo alla mischia, può incartarsi e disorientare un po'. Nulla di drammatico, ad ogni modo.
For Honor non si vuole comunque solo distinguere dalla concorrenza per l'improbabile ma affascinante incontro di combattenti così diversi. Il sistema di lotta è infatti un altro aspetto peculiare su cui Ubisoft vuole puntare. Tenendo premuto L2 sul controller di PlayStation 4, il nostro alter ego aggancia il suo nemico, lasciando allo stick analogico destro il compito di indirizzare la parata. Così facendo si può osservare il proprio opponente e decidere da che parte difendersi.
Similmente, unendo il movimento dello stick destro con R1 ed R2 si eseguono gli attacchi leggeri e pesanti. Il risultato è allo stesso tempo facile da apprendere, coinvolgendo un analogico e tre tasti, ma piuttosto profondo, chiedendo di sviluppare spirito d'osservazione e riflessi. Nella partita che abbiamo giocato ci siamo accorti come, con una certa pratica, si possa imparare a destreggiarsi quando si viene accerchiati, magari cercando di sopravvivere il tempo necessario all'arrivo di un compagno di squadra. Da utilizzare con attenzione per cambiare le sorti dello scontro ci sono anche quattro abilità attive associate alle frecce della croce direzionale: si va dalla rigenerazione della salute a un urlo di battaglia che incrementa lo spirito delle truppe gestite dal computer, ma nel gioco finale sarà possibile personalizzare questi poteri creando il proprio eroe unico. Un po' come se fossero delle classi. Oltre alla portata della componente per giocatore singolo, nel periodo che ci separa dall'uscita di For Honor bisognerà capire quale varietà di modalità e situazioni gli sviluppatori saranno in grado di implementare. Le piattaforme per cui è attualmente in sviluppo, PlayStation 4, Xbox One e PC, permettono una certa libertà di manovra e di dar sfogo alle ambizioni del team capitanato da Jason Vander Berg. Di certo si tratta di un prodotto atipico per un grande publisher come Ubisoft, quindi non manca nemmeno la curiosità di capire come le risorse e il personale messo a disposizione di questa tipologia d'esperienza possano venir sfruttate.
CERTEZZE
- Tre fazioni uniche e riconoscibili
- Sistema di combattimento che valorizza l'abilità del giocatore
- Tecnicamente valido
DUBBI
- La componente single player è ancora tutta da scorprire
- Non ci è dato sapere se il multiplayer ospiterà anche più di otto giocatori